In un precedente articolo paragonavo il tecnico rossonero Marco Giampaolo a un giovane parroco che si trova a dover allenare la squadra di una parrocchia in difficoltà economiche ed alle prese con ragazzi dalle peculiarità e problematiche differenti, spesso di non immediata risoluzione.

Il paragone, seppur in alcuni casi un po' forzato, voleva sottolineare quelli che a mio avviso erano i punti deboli del Milan scaturito dalla appena conclusa campagna di calciomercato in modo ironico e leggero. Cercando di strappare una risata alla community rossonera, già provata da tanti anni di buoi e già sul piede di guerra per l'avvio di campionato sottotono.

Ma dopo il derby di ieri anche per me l'ironia ha lasciato il posto all'amarezza.

Un Milan molle e con poca personalità si è arreso ai cugini che ci hanno surclassato non solo a livello di superiorità qualitativa della rosa ma anche soprattutto a livello di garra e di intensità.

Nel leggere la formazione di partenza una cosa saltava subito agli occhi. Il tecnico di Giulianova aveva deciso di affidarsi al cosiddetto "gruppo storico". In campo vi era solo un nuovo acquisto, fra l'altro il più controverso, ovvero il giovane portoghese Leao. Sembrava una scelta azzardatissima dettata più dalla voglia di dimostrare che il ragazzo non era ancora pronto, troppo acerbo, ancora troppo da "sgrezzare". Invece a sorpresa Rafael ha dimostrato di avere una buona base tecnica, velocità, voglia e gamba frizzantina ed è stato una delle poche note liete del match. Magari è ancora un po' acerbo per essere un titolare ma può rappresentare un importante jolly offensivo per i rossoneri. Insomma se le premesse si dovessero confermare potrebbe non far storcere più i nasi rossoneri per la somma importante spesa per lui e rendere i tifosi meno "orfani" dell'idolo di casa Patrick Cutrone che gli fatto posto.

Mentre a tradire Giampaolo sono stati proprio quei giocatori su cui pareva contare di più. Ricardo Rodriguez è stato il peggiore in campo, distratto nella fase difensiva quanto nullo in quella offensiva. Biglia ha dimostrato di non averne più, ormai ingabbiato in una condizione che si può definire ne' carne ne' pesce, troppo poco dinamico per essere un centrocampista di contenimento e di fatica ma senza i piedi sopraffini di un Pirlo o di uno Xavi per poter giocare da regista puro e fare la differenza anche quasi da fermo. Suso ormai è  diventato talmente irritante da farmi sconfinare nella blasfemia storpiando il "Padre Nostro" e trasformandone la conclusione da "liberaci dal Male e così sia" in "liberaci da Suso e così sia". La spetecchiata egoista di ieri nonostante avesse Leao completamente libero e Piatek a rimorchio grida ancora vendetta. Calhanoglu è il solito giocatore da vorrei ma non posso. La voglia non gli manca, fa anche qualcosa di buono ma raramente incide davvero. Inoltre è alla terza stagione in rossonero e la sua collocazione tattica definitiva e' ancora in fase di ricerca neanche fosse il Santo Graal, giusto per rimanere in tema religioso.

Destano grande preoccupazione anche l'atteggiamento mentale della squadra, che giochicchia invece di mangiare l'erba, molle ed a tratti persino rinunciataria, e l'involuzione del "Pistolero" Piatek, che in quest'avvio di stagione pare alquanto disarmato.

E Giampaolo fatica dannatamente a trovare la quadra. Sia a livello tattico, che tecnico, che di gestione del gruppo. Il tecnico di Giulianova pare combattuto fra la voglia di dare vita al suo modulo di riferimento ovvero il 4312 e la realtà di un Suso al centro del progetto, non si sa se per scelta spontanea dello stesso Giampaolo o per imposizione dai piani alti di Via Aldo Rossi, e l'assenza di un vero trequartista in rosa. Visto che lo spagnolo è lapalissianamente un esterno destro da 433 con i due esterni a piede invertito ed il brasiliano Paqueta' viene considerato una mezzala offensiva. 

Ciò porta ad un tentativo disperato di adattamento di Suso a ciò che palesemente non è, con il risultato di rallentare la manovra offensiva rendendola farraginosa e sterile, oppure di provare moduli ibridi che risultano di difficile comprensione ai giocatori stessi.

Inoltre alla luce delle modeste prestazioni dei "pseudosenatori" appare incredibile anche la ritrosia di Giampaolo nel lanciare i nuovi.

Davvero Theo Hernandez, nonostante sia reduce da  un'infortunio e non sia particolarmente propenso alla fase difensiva non può dare qualcosa in più rispetto a questo Rodriguez? I pochi minuti concessigli nel finale del derby sembrano lasciar supporre il contrario...

Davvero Bennacer, miglior giocatore della "Coppa d'Africa" non garantisce al centrocampo se non maggiore qualità quantomeno maggiore dinamismo di un Biglia alle ultimissime cartucce?

Perché viste le prestazioni non brillanti di Calhanoglu non dare una chance ad un Jack Bonaventura di nuovo abile ed arruolato? 

Perché tutto questo ostracismo nei confronti di Paqueta'? Che sarà tatticamente un po' anarchico ma indubbiamente ha qualità ed e' uno dei pochi che sanno saltare l'uomo.

Se l'indiscussa titolarità di Piatek può essere giustificata con l'assenza di un centravanti di riserva in rosa  a meno di non puntare sulla coppia "leggera" Leao Rebic, e con la speranza che il polacco riprenda a segnare con regolarità, perché Suso è intoccabile? È una scelta autonoma di Giampaolo o sono ordini di scuderia?

Ci sono frizioni con la dirigenza o all'interno dello spogliatoio che condizionano le scelte?

Intanto fra i tifosi inizia a serpeggiare l'hashtag #Giampaoloout ed anche alcuni giornalisti parlano di possibile esonero in caso di risultati negativi nelle prossime partite.

A mio avviso nonostante probabilmente Maldini e Boban siano un po' pentiti della scelta e si stiano un po' mangiando le mani per non aver fatto la voce grossa con la Società imponendo un tecnico di maggior carisma o per non aver avuto il coraggio di sfatare il tabù del tecnico straniero, non ci sono rischi per l'immediato.

Più che altro latitano le alternative. Richiamare Gattuso può diventare l'estremo rimedio più avanti ma ora come ora sarebbe uno sconfessare ignominiosamente le scelte estive. Senza contare che il buon Rino è tutto fuorché un tecnico innovativo e capace di scelte coraggiose.
Allegri ormai è un tecnico costoso ed ha dimostrato che senza una Società forte e presente che lo guidi e gli indichi la via, come la Juve, tende a fissarsi con giocatori mediocri in cui solo lui vede un qualcosa in più e ad adottare soluzioni tattiche alquanto singolari. Inoltre è un tecnico che tende molto ad appoggiarsi ai senatori dello spogliatoio e restio a dare fiducia da subito ai nuovi acquisti.

Spalletti probabilmente porterebbe una scossa immediata ma le sue esperienze con Roma Zenit ed Inter hanno evidenziato che dopo un avvio più che positivo il suo carattere spigoloso crea divisioni all'interno del gruppo che nuocciono alla serenità dello stesso ed anche ai risultati. E credo proprio che per rinunciare alla lussuosa disoccupazione a spese dell'Inter chiederebbe un contratto piuttosto lungo e non sarebbe disposto certo a fare il traghettatore fino a fine stagione.

Ranieri e Wenger sono due tecnici validi ma piuttosto avanti con gli anni per cui potrebbero andar bene giusto come soluzioni temporanee, rimandando a fine stagione la scelta di un nuovo allenatore "a progetto".

Jose' Mourinho sarebbe un'ipotesi affascinante ma ai limiti del fantacalcio.

Luis Enrique dopo la tremenda tragedia personale che lo ha colpito pare intenzionato a prendersi un anno sabbatico.

Ipotesi "esotiche" come Blanc o Marcelino Garcia Torral, fresco di esonero dal Valencia nonostante i risultati positivi per contrasti con la proprietà, non convincono.
Per ora, probabilmente, la soluzione più ragionevole sarebbe andare avanti con Giampaolo.
Ma già dalla prossima col Torino servono i nuovi in campo ed una svolta in termini di manovra e di cazzimma.
Altrimenti Don Marco rischia davvero di non arrivare alla Messa di Natale.