Lunedì 2 settembre 2019 ore 22. Finalmente è suonato il gong. La lunghissima, interminabile, estenuante sessione estiva del calciomercato 2019/2020 si è conclusa.

Les Jeux sont faits.

Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato direbbero, invece, a Napoli.
Per quanto riguarda le squadre in lotta per le prime posizioni, quelle che danno l'accesso alla Champions League quale squadra si è mossa meglio sul mercato?
Premesso che il verdetto finale lo darà, come sempre e come è giusto che sia, il campo, vediamo di fare un'ipotetica griglia di partenza a squadre complete, sebbene in realtà la Serie A sia già iniziata da due giornate.

Come la mamma è sempre la mamma, la JUVE è sempre la Juve. I bianconeri ormai fanno un mercato a parte. Confermatissimo "Sua Maestà" Cristiano Ronaldo, ci si è concentrati principalmente sullo svecchiamento della rosa, soprattutto in difesa. Chiellini va per le 35 primavere, appare ormai logorato nel fisico dalle mille battaglie combattute ed a ciò si è aggiunto un gravissimo infortunio subito in allenamento. Bonucci di anni ne ha 32 e privato dei due storici "angeli custodi" Barzagli e Chiellini non ha dimostrato quella solidità che ci si aspettava da lui. Rugani, nonostante molti tifosi ne invocassero un utilizzo più costante, in realtà non ha mai pienamente convinto. Così sono arrivati Merih Demiral, roccioso difensore turco che ha decisamente ben figurato la passata stagione al Sassuolo ma soprattutto Matthijs De Ligt, ex capitano dell' Ajax "dei miracoli". Giocatore strappato alla concorrenza delle big estere, Barca, Psg e le due di Manchester su tutte. È  poi arrivato dal City il terzino brasiliano Danilo, al posto di Joao Cancelo, altro grande acquisto targato Jorge Mendes dell'estate 2018, grande talento ma troppo " di spinta" per il calcio italiano. Rinforzato anche il centrocampo con due parametri zero di extra lusso ovvero il gallese ex Arsenal Aron Ramsey, noto anche la curiosa leggenda metropolitana che vorrebbe la morte di un VIP ogni volta che segni un gol, e Adrien Rabiot, che svincolatosi dal Psg dopo una lunghissima querelle che non ha niente da invidiare alla telenovela Icardi, ha scelto di essere compagno di squadra di Cr7. Con buona pace della madre-agente Veronique,  nonostante l'età e l'aspetto decisamente dimesso una Wanda Nara al quadrato come aggressività, che, probabilmente, preferiva la Premier League.

Mercato perfetto insomma? Purtroppo no. La difficoltà nel piazzare i giocatori fuori dal nuovo progetto tecnico, anche nomi importanti come Dybala, Matuidi e Mandzukic, ha creato una rosa elefantiaca in cui qualcuno per forza dovrà stare fuori, con le inevitabili tensioni che cio comporta, e sottratto le risorse per un altro colpo da 90. Infine lo stile del nuovo allenatore Maurizio Sarri porta a rischiare maggiormente qualcosa in difesa in nome di un gioco più arioso e propositivo.
Abbastanza stucchevole anche la "guerra dei Roses" con l'ex amministratore delegato Beppe Marotta passato all'Inter.
Risultato? È sempre la favorita ma quest'anno più che mai dovrà guardarsi le spalle.

Per il secondo posto è un testa a testa. 
Il NAPOLI sta proseguendo nella politica di puntellamento graduale della squadra e di ringiovanimento dei ruoli chiave. Sono arrivati Manolas, che con Koulibaly, autorete di domenica a parte, forma una delle migliori difese della Serie A, Lozano, esterno devastante, uno dei migliori giovani del panorama calcistico mondiale, ed un prospetto da valutare nel lungo periodo ma sicuramente interessantissimo come Elmas. Intelligente anche la scelta di Llorente a parametro zero, vista la fragilità strutturale di Milik e la difficoltà ad arrivare ad attaccanti di maggior prestigio.
Sono rimasti tutti i "nomi pesanti" della rosa ed i partenopei quest'anno possono contare su un Fabian Ruiz che ormai è una certezza e non più una scommessa e su un Ancelotti maggiormente rodato. Anche il minor dispendio di energie dato da un girone di Champions League meno proibitivo rispetto agli anni scorsi potrebbe dare una mano.
Mercato? Sicuramente positivo ma permane la sensazione di freno a mano tirato, di vorrei ma non posso. E la scelta di portare a casa solo uno fra Lozano ed James ne è la conferma.

La regina del mercato è però sicuramente l'INTER. Già la scelta di Beppe Marotta, fresco di separazione dalla Juve, è un mostrare i denti. L'ingaggio di un tecnico aggressivo e carismatico, sebbene non in cima alle preferenze di chi scrive, come Antonio Conte, poi è una dichiarazione di guerra al campionato.
Mercato iniziato subito col botto. In un amen si chiude per Stefano Sensi, regista messosi in mostra col Sassuolo ed entrato prepotentemente nel giro della Nazionale, a lungo vanamente corteggiato anche dal Milan. È poi la volta di uno dei migliori centrocampisti della Serie A, corteggiatissimo da tutte le big nostrane e non solo, ovvero Niccolò Barella. Nel frattempo viene ufficializzato anche l'arrivo a parametro zero di Diego Godin, espertissimo e roccioso difensore centrale, ex capitano dell'Atletico Madrid e dell'Uruguay, che va a completare una eccellente difesa a tre con Skriniar e De Vrij. Ma il meglio deve ancora arrivare ed ecco che, nonostante un tentativo di inserimento della Juve, si riescono a mettere le mani sul pezzo da 90. L'attaccante top che non deve far rimpiangere il separato in casa Mauro Icardi... signore e signori... Romelu Lukaku! La rosa viene poi completata con  Alexis Sanchez, in prestito, "el Nino Maravilla", giocatore per cui stravede chi scrive, purtroppo reduce da un paio di stagioni decisamente sottotono allo United. La batteria degli esterni è stata rinforzata da Valentino Lazaro, promettente ventiduenne nazionale austriaco, da Cristiano Biraghi, ex primavera nerazzurro, tornato a casa base dopo le annate positive alla Fiorentina.
Risolta, seppur al fotofinish, anche la telenovela Icardi. Alla fine ha prevalso il buon senso ed entrambe le parti hanno fatto un passo indietro. 
Mercato perfetto? Quasi! Sicuramente il salto di qualità c'è stato, eccome. Ad incidere sul voto le difficoltà in uscita che hanno portato ad una cessione solo a titolo temporaneo dei tre big messi sul mercato, ovvero Nainggolan, Perisic e Icardi, nonostante la diversità di motivazioni e situazioni, e la lunga trattativa per Dzeko, pare che fosse una precisa richiesta di Conte, terminata con la fumata nerissima e la scelta del bosniaco di rinnovare con la Roma. Non ha sicuramente giovato neanche la "guerra di nervi" con la Juve, accusata di giocare sporco su Icardi e su alcuni obbiettivi comuni alle due società.
Gap colmato? Probabilmente quello col Napoli sì. Non ancora quello con la Juve anche se la marcia di avvicinamento alla corazzata bianconera pare inarrestabile.
Uniche "pecche" una panchina non all'altezza dei titolari ed un girone di Champions League "da brividi" che potrebbe sottrarre energie preziose al campionato.

Se i primi tre posti appaiono ormai assegnati per il quarto, l'ultimo che significa Champions League, è bagarre.
Le squadre in lotta sono tante e non sembra esserci una favorita.
Il mio MILAN, gravato dagli arcinoti problemi con la Uefa, ha fatto un mercato sufficiente ma non certo brillante. Le principali lacune sono state colmate. Sono arrivati un difensore in grado di alternarsi con Musacchio in attesa del rientro di Caldara (Duarte), un terzino di maggiore spinta rispetto a Rodriguez (Theo Hernandez) un regista più integro e dinamico di Biglia (Bennacer), il vice Kessie (Krunic) ed un jolly offensivo (Rebic). Ci si è pure tolti lo sfizio di un giovane talento forse ancora un po' acerbo ma dagli indubbi mezzi tecnici come Leao.
Tanti giovani, quasi tutti under 25, nessun profilo di esperienza e nessun top.
La mancanza di uomini esperti e di un guizzo che facesse intravedere ai tifosi la luce in fondo ad un tunnel che dura da sette anni sono le principali pecche del mercato rossonero. 
Qualche tentativo in tal senso è stato fatto. Vedasi l'interesse per Modric, confermato indirettamente anche dalle parole di Boban, ed il lungo tentativo di strappare Correa ad una bottega notoriamente cara come l'Atletico Madrid. Probabilmente visti i buoni rapporti sia con Jorge Mendes che con il Real Madrid una chiacchierata per James Rodriguez c'è stata. Ma la trattativa è stata subito troncata sul nascere dalle alte richieste contrattuali del colombiano e dalla sequela di infortuni che ha colpito la "Casa Blanca".

Purtroppo le difficoltà del mercato in uscita hanno condizionato pesantemente la campagna acquisti e sottratto le risorse che avrebbero consentito di mettere le mani su un profilo di target superiore. I giocatori palesemente fuori dal progetto alla fine hanno fatto le valigie ma che fatica! Strinic alla fine e' stato svincolato, per consentire l'uscita di Laxalt si è dovuto sottostare alle condizioni imposte da Cairo, la situazione di Silva si è sbloccata solo a pochi minuti dal gong...
Di diversi giocatori, non titolarissimi ma che in teoria avrebbero potuto portare soldi freschi, il solo Cutrone ha accettato di accasarsi altrove. Gli altri, Calhanoglu, Castillejo e Rodriguez, hanno preferito incatenarsi ai cancelli di Milanello. 
Da parte della Società vi è stato più di uno scrupolo alla cessione dei titolari a, meno di offerte fuori mercato, che evidentemente non sono arrivate. Ciò in parte per ragioni di "opportunità politica", Donnarumma, in parte per la paura di non trovare sostituti idonei a costi ragionevoli, Kessie. Inspiegabile agli occhi di chi scrive la scelta di continuare a puntare su Suso nonostante il cambio di modulo che lo penalizza e la notoria discontinuita' dello spagnolo. Probabilmente le offerte pervenute non erano così importanti, nonostante l'arrivo a parametro zero permetterebbe di fare plusvalenza con qualsiasi cifra, e/o i potenziali acquirenti sono stati scoraggiati dalle altissime richieste di ingaggio del "cardellino" e del suo agente Lucci.
Completa il quadro un allenatore nuovo, alla prima occasione importante dopo tanta gavetta in provincia che deve ancora trovare la quadra a livello di assetto tattico.
Sarà dura e una tifoseria depressa e divisa al suo interno di certo non aiuta a caricare l'ambiente.

Se Atene piange, Sparta, pardon Roma di certo non ride. Per i giallorossi è l'anno zero.
Via Totti e De Rossi e tutto nuovo. Dirigenza ed allenatore. Purtroppo l'azionista di riferimento James Pallotta, in assenza di qualificazione alla Champions League, ha preferito concentrare il grosso delle risorse sul nuovo stadio di proprietà del Club, per cui a breve verranno avviati i lavori, mettendo in difficoltà il nuovo uomo-mercato Gianluca Petrachi. Manolas è stato sostituito dal giovane ex Atalanta Gianluca Mancini e dall'esperto Chris Smalling, in prestito dallo United. La fascia destra è stata rinforzata con l'arrivo dell'ex Juve Leonardo Spinazzola. Il grande colpo dello scorso anno, rivelatosi invece un sonoro flop, N'zonzi è stato sostituito dal connazionale Jordan Veretout, giocatore che già conosce la Serie A e maggiormente abituato ad una stagione di lotta e di governo. L'altra grande cessione è stata quella di Stephan El Shaarawy. 
Un mercato abbastanza sottotono salvato dal guizzo finale del nome top ovvero l'ex Arsenal Henrik Mkhitaryan.

Un allenatore interessantissimo ma neofita della Serie A, una difesa post Manolas piuttosto ballerina, Mancini appare ancora acerbo, le condizioni e l'impatto con il calcio italiano di Smalling sono da verificare e Spinazzola ha dimostrato una preoccupante propensione agli infortuni, ed una piazza già di per sé umorale in aperta polemica con la proprietà per l' addio delle " bandiere" le principali pecche dei giallorossi.
Probabilmente la differenza la faranno la vena realizzativa di Dzeko e la definitiva esplosione, o meno, di Zaniolo e Under, tutti e tre freschi di rinnovo contrattuale.

Più tranquilla l'altra sponda del Tevere. Il mercato in entrata della Lazio è stato decisamente dimesso ma sono rimasti tutti i big. Confermato anche l'allenatore Simone Inzaghi. I biancocelesti possono contare su un sistema di gioco ormai ben collaudato ed oliato in cui ognuno sa esattamente quali sono i suoi compiti e come svolgerli.
Pecche: una rosa con poche alternative ai titolarissimi, qualche frizione fra il vulcanico presidente Lotito ed il tecnico Inzaghi e la discontinuità strutturale di alcuni big Luis Alberto e Milinkovic- Savic su tutti.

L'Atalanta per una volta ha deciso di non smantellare e di giocarsi le sue chances in Champions, non solo esserci giusto per timbrare il cartellino ed incassare il ricco premio di partecipazione. 
La rosa è stata puntellata con alcuni elementi di qualità ed esperienza come Kjaer e Muriel ed un prospetto interessante ed in ascesa come l' ucraino Malinovskyj.
Controindicazioni? Oltre alle notorie partenze diesel di Gasperini ed alla Champions che indubbiamente sottrarra' energie preziose al campionato probabilmente la consapevolezza di non poter fare di più di quanto è stato fatto l'anno.

Infine non vanno sottovalutate due outsider, si fa per dire, come Fiorentina e Torino.
I viola sono un'incognita. Una nuova proprietà col braccino meno corto dei Della Valle, la permanenza di Chiesa e la mossa mediatica dell'arrivo di Ribery, seppur ormai decisamente stagionato, hanno galvanizzato l'ambiente. Tuttavia il mercato appare un po' incompleto, manca soprattutto il classico giocatore che la butti dentro quando le cose si mettono male, ed è tutta da verificare la posizione di Montella, allenatore scelto dalla vecchia proprietà e protagonista di un avvio decisamente negativo.

Il Torino ha cambiato poco e l'aver iniziato troppo presto la preparazione e la stagione  per via dei preliminari di Europa League alla lunga può pesare. Ma ha un buon attacco, sebbene chi scrive non straveda per il "Gallo Belotti" ed il "Terrorista Zaza" e le squadre di Mazzarri fanno della compattezza e della solidità il loro marchio di fabbrica.


Insomma, la lotta per il quarto posto è più che mai aperta e serrata! 
Chi la spunterà stavolta?