Capire tu non puoi..
Tu chiamale se vuoi emozioni...
Tu chiamale se vuoi emozioni...

Così recita il ritornello della famosa canzone "Emozioni" del compianto Lucio Battisti.
Per ripercorrere il ritornello della carriera di Mario Balotelli e' sufficiente sostituire alla parola "emozioni" la parola "occasioni".
Sì occasioni... proprio quelle sprecate dal giocatore di origini ghanesi, ma bresciano d'adozione.

Talento precoce, ma altrettanto precoci sono stati i problemi disciplinari. Già a sette anni deve lasciare dopo soli tre mesi la U.S.O. San Bartolomeo, piccola squadra il cui campetto di trova ad un passo dalla tangenziale ovest di Brescia, a seguito della minaccia dei genitori dei suoi compagni di ritirare i propri figli dalla squadra se lui fosse rimasto.
Fatto sta che il nostro eroe passa al U.S. Oratorio Mombiano dove sotto la guida di Mr Giovanni Valenti viene subito aggregato ai ragazzi più grandi.
Dopo un interesse non concretizzatosi, pare sempre a causa di problemi disciplinari, di Atalanta, Brescia, Chievo e Verona si accasa al Lumezzane dove, dopo un anno di prestito ad una società satellite, nel 2001 entra ufficialmente a far parte del settore giovanile.
Nel 2006, a neanche 16 anni, il debutto in prima squadra in Serie C1, diventando il più giovane esordiente nella storia della categoria.
Nella stagione 2006-2007 il passaggio all'Inter, dove in breve diventa una delle colonne della formazione Primavera risultando decisivo, l'anno successivo nella conquista del Torneo di Viareggio, grazie alla doppietta nella ripetizione della finale contro l'Empoli.
Nel frattempo si conquista la fiducia di Roberto Mancini e già nella stagione 2007-2008 viene aggregato alla prima squadra. Il debutto in Serie A avviene il 16 dicembre 2007, a soli 17 anni, sostituendo David Suazo al 90° minuto di un Cagliari-Inter.
Appena tre giorni dopo la prima doppietta in Reggina-Inter valevole per gli ottavi di Coppa Italia. Il 30 gennaio 2008 Mario concede il bis e con un'altra doppietta a Torino contro la Juve regala ai nerazzurri il passaggio del turno. Nel frattempo riesce a ritagliarsi un suo spazio anche in campionato dove realizza tre marcature.
La stagione successiva, con Jose Mourinho in panchina, inizia in modo positivo con la prima marcatura in competizioni europee, ad appena 18 anni, diventando il più giovane marcatore in Champions League della storia dell'Inter. 
Purtroppo alla precocità in campo continua ad abbinarsi quella nei problemi disciplinari. Infatti in seguito alla partita contro la Roma viene deferito dalla procura federale per gesti offensivi nei confronti del romanista Christian Panucci.
La stagione successiva, nonostante il Triplete nerazzurro, è caratterizzata da una serie di comportamenti sopra le righe, fra cui un celebre servizio del programma satirico "Striscia la Notizia", dove dopo aver criticato neanche troppo velatamente Mourinho, accetta di buon grado il provocatorio invito dell'inviato del programma di indossare la maglia rossonera, che raggiungono il loro apice nella semifinale di Champions contro il Barcellona dove, più volte rimproverato dal tecnico portoghese per il suo atteggiamento molle e svogliato in campo, al termine del match getta a terra con rabbia a terra la sua maglietta.
Ormai il rapporto con l'ambiente nerazzurro è logoro ed il 10 agosto 2010 viene ufficializzata la cessione agli inglesi del Manchester City.
Anche al City è un alternarsi di buone prestazioni, di espulsioni, ben tre accompagnate da nove ammonizioni per un totale di dieci giornate di squalifica e di atteggiamenti eccessivi in campo e fuori, che i famigerati tabloid d'oltremanica non gli perdonano.
Anche il rapporto con Mancini, all'epoca sulla panchina della seconda squadra di Manchester, che pure aveva sempre creduto in lui, si guasta e nel gennaio 2013 un rimprovero per un errore in allenamento finisce quasi in scazzottata con il tecnico marchigiano che afferra Mario per la pettorina da allenamento, spintonandolo.
Ormai la misura e' colma e i Citizen mettono Balo sul mercato.
A puntarci fortemente stavolta è il Milan: Mario rientra perfettamente nel target del nuovo corso rossonero post Ibra, ovvero giovani, italiani, e tifa pure Milan, appartiene alla scuderia di Mino Raiola, potentissimo procuratore che da anni collabora attivamente con i rossoneri, e gode di vasti consensi presso la tifoseria milanista per cui il buon Silvio, nonostante qualche dubbio legato all'aspetto caratteriale, stacca volentieri un sostanzioso assegno per portarlo a Milanello. I maligni diranno che ciò è avvenuto in quanto si era in prossimità delle elezioni, ma tant'è...
I primi sei mesi rossoneri di Balo saranno decisamente positivi in termini realizzativi ed il Milan nonostante una squadra notevolmente ridimensionata rispetto al periodo precedente riesce a staccare il pass per i preliminari di Champions League.
Mario nel frattempo conquista anche stabilmente un posto in Nazionale.

L'Europeo del 2012 lo vede fra capocannonieri del torneo e anche la successiva Conferation Cup del 2013 e' da protagonista nonostante un infortunio di natura muscolare lo costringe a saltare le ultime due partite.
Balo gioca nella squadra del cuore e sembra più maturo rispetto al passato tuttavia ben presto anche l'idillio col Milan finisce. Nonostante un buon numero di marcature personali la stagione 2013-2014 si rivela piuttosto negativa per i rossoneri, che chiudono ottavi fuori dalle competizioni europee e le voci di profondi contrasti con alcuni compagni di squadra non si placano.
Dopo un deludente Mondiale brasiliano il Milan, in forti difficoltà economiche, decide di ascoltare offerte per la sua cessione.

A dargli una nuova chance, complici i buoni uffici di Raiola, stavolta è il Liverpool.
La stagione coi Reds tuttavia si rivela una delusione assoluta, avara di gol, uno solo in Premier League, e di soddisfazioni.
La carriera del nostro eroe ormai 25enne non decolla, anzi subisce una pericolosa battuta d'arresto.
Tuttavia non manca chi è disposto a dargli un'altra opportunità. Infatti il Milan, alla ricerca di una punta low cost, e preferibilmente italiana, da alternare con il neo acquisto Carlos Bacca ne chiede il ritorno in prestito. Stavolta la tifoseria si divide fra i "Mario fans boys" e chi non condivide il ritorno di un giocatore dal carattere particolarmente difficile e che finora ha mostrato solo a sprazzi il suo talento.
Il ritorno rossonero complici qualche infortunio di troppo e pochi gol si rivela una minestra riscaldata insipida e malinconica e Balotelli fa mestamente ritorno nella città dei Beatles.
Ormai coi Reds è un separato in casa ed il buon Raiola si mette alla ricerca di una squadra disposta a scommettere nell'operazione - rilancio.
Tuttavia il treno dei top club sembra essere passato e il nostro Mario è costretto ad un notevole passo indietro. Infatti passa ai francesi del Nizza, squadra ambiziosa ma non certo fra le big continentali.
La prima stagione oltralpe sembra quella della rinascita. Balo in Costa Azzurra sta bene e con i suoi gol trascina il Nizza ai preliminari di Champions League. Anche la stagione successiva nonostante un campionato deludente della squadra si rivela particolarmente feconda in termini realizzativi.
Tuttavia, come direbbe il buon Giovanni Trapattoni, non dire gatto se non ce l'hai nel sacco. Infatti in quella che dovrebbe essere la stagione della conferma Balotelli trova poco spazio e diventano di dominio pubblico i suoi contrasti con il tecnico nizzardo Patrick Viera. 
A gennaio 2019 si svincola dal Nizza e si accasa a parametro zero all' Olympique Marsiglia firmando un contratto fino al termine della stagione.
Balo sembra avere sette vite come i gatti. Tuttavia la sua esperienza alle bocche del Rodano dura quanto un gatto in tangenziale. Il club marsigliese, complici una difficile situazione finanziaria ed una pesante squalifica rimediata nell'ultima apparizione in terra d'oltralpe, decide di non rinnovargli il contratto.
Mario ormai ha 29 anni e una notevole fama di piantagrane, in campo e fuori, e di incompiuto. Ormai anche Raiola ha perso le speranze e neppure i suoi potenti tentacoli sembrano impedirne l'uscita dal calcio che ancora qualcosa conta. La sua carriera sembra avviata verso una inesorabile parabola discendente ed i tempi appaiono maturi per il suo approdo in qualche campionato "minore" danaroso ma poco competitivo.
Invece a sorpresa la Serie A gli concede un'ultima, ennesima, opportunità. Ovviamente non si tratta di un top club, che si guardano bene dall'ingaggiarlo, nonostante un timido sondaggio del Napoli ed il tentativo di Raiola di un Milan ter, ma del neo promosso Brescia.
La squadra è modesta e c'è da lottare per strappare con le unghie e con i denti una difficile salvezza però è la squadra della sua città di elezione, dove vive la famiglia che lo accolto nel suo seno come un figlio e gli ha dato la stabilità affettiva e materiale che i suoi genitori naturali non potevano garantirgli. La piazza lo accoglie con entusiasmo e rimane in Italia gli permette di rimanere agganciato al treno della Nazionale, sulla cui panchina siede il suo mentore Roberto Mancini. Le premesse per una Balofenice che rinasce dalle propri ceneri ci sono tutte.
Invece anche l'esperienza bresciana si rivela una cocente delusione. Le polemiche legate a comportamenti sopra le righe fuori dal campo non si placano, vedasi la folle goliardata estiva in cui ha convinto un ragazzo in cambio della somma di 2000 euro a buttarsi in mare in sella ad uno scooter beccandosi una pesante multa, la squadra non ingrana rimanendo inchiodata ai bassifondi della classifica nonostante ben tre cambi di guida tecnica ed il contributo di Balo, che nelle intenzioni doveva essere il trascinatore delle Rondinelle, è minimo.
Ai primi di marzo la pandemia da coronavirus ferma il campionato ma non la parabola discendente di Mario. Alla ripresa degli allenamenti Balotelli, novello Franti di deamicisiana memoria, fa registrare qualche assenza ingiustificata e parte lo scambio di accuse con i vertici societari. Le recenti parole del presidente Cellino lasciano intendere che l'esperienza dell'attaccante con le Rondinelle sia giunta al capolinea e che si rischi anche qualche strascico poco piacevole.

Quale futuro per Balotelli? Io credo che ormai anche Raiola si sia rassegnato all'inevitabile e che stia utilizzando i suoi buoni uffici per organizzare l'approdo di Mario in qualche campionato danaroso ma poco impegnativo dove quello di Balotelli possa essere ancora un nome spendibile e dove possa ottenere il massimo risultato (segnare un buon numero di gol) col minimo sforzo. Considerando la fine del cuccagna monetaria nel campionato cinese e l'austerità a sfondo religioso dei paesi arabi che mal si concilia con il carattere esuberante del nostro amico tale campionato potrebbe essere la Major League Soccer statunitense.
L'alternativa potrebbe essere la Turchia ormai diventata il cimitero degli elefanti del calcio Europeo. Dove quantomeno potrebbe disputare la Champions League ma dove il clima generale extracampo gli suggerirebbe di adottare, per una volta, un basso profilo.
Sebbene lui si ritenga vittima di un certo razzismo di fondo e di una sorta di persecuzione mediatica la realtà è che il suo talento precoce, il suo sentirsi profondamente italiano nonostante la pelle nera, la potenza di Raiola ed una certa simpatia nell'ambiente di cui sembra godere nonostante tutto gli hanno assicurato infinite occasioni, forse anche più di quante si sarebbe effettivamente meritato... occasioni che ha malamente sprecato una dopo l'altra...
E comunque, nonostante tutto, probabilmente anche la sua caduta sarà in piedi e con le tasche piene!