Venerdì 22 Aprile all'attenzione della Lega Calcio è stata recapitata la decisione (storica) da parte di Gabriele Gravina di aprire la Lega Pro alle seconde squadre dei club di serie A per la stagione 2017-2018 (ma anche con un'opzione per anticipare il tutto alla prossima stagione). Per chi non sapesse quali sono le modalità e le condizioni di questa concessione eccole qui elencate: 1) Partecipazione della Squadra B dei club professionisti di A al campionato di Lega Pro. 2) I punti conquistati dalla Squadra B valgono per la stessa e per l’avversaria, ma, al termine del campionato, la squadra B non verrà né promossa né retrocessa. 3) L’organico di ogni squadra B deve essere comunicato alla Lega Pro al termine della sessione estiva e invernale del mercato. 4) Se l’organico riserve della prima squadra risulta insufficiente, via libera all'integrazione con i ragazzi del settore giovanile. 5) Addio al campionato Primavera. 6) Rispetto delle regole della Lega Pro: rinuncia ai contributi, esclusione dal voto in assemblea, indicazione del terreno di gioco. 7) Modalità d’iscrizione: le società che intendono partecipare al campionato di Lega Pro con la squadra B, pagano la quota alla stessa Lega. 8) Stranieri: sì ai giocatori comunitari, no ai giocatori extracomunitari che in Lega Pro non possono giocare. La questione è dibattuta e avversata da quanti hanno interesse nel mantenimento dello status quo e sono favorevoli alle multiproprietà. Non è un caso se l'assemblea di Lega che Martedì 26 Aprile si è riunita per approvare l'istituzione delle squadre B in Lega Pro abbia poi rimandato la decisione a Giovedì prossimo. Sembra infatti che ci sia (come anticipato dalla Gazzetta dello Sport) una parte della Lega favorevole alla proposta (immaginiamo Juventus, Roma e i club che condividono le loro posizioni oltre ad Albertini), una parte della Lega indirizzata a una "Serie A Under 21" che abolisca la suddivisione territoriale per far scontrare tra loro le squadre più forti (e questa dovrebbe essere la posizione di Lotito e della maggior parte della Lega) e infine dovrebbe esserci la proposta di Galliani che preme per una lega Under 23 sul modello dell'Elite Development System inglese. Proviamo per un attimo a valutare i pro e i contro della proposta di Gravina, ma prima cerchiamo anche di capire chi è l'attore protagonista di questa sceneggiatura. Gabriele Gravina è diventato presidente, per la durata di 6 mesi circa, della Lega Pro nel Dicembre del 2015 dopo una lunga esperienza da Presidente di Club in Lega Pro e Serie B, nella Commissione della UEFA per l'Assistenza Tecnica ed Amministrativa e come capo delegazione della Nazionale Under 21 ai campionati europei del 2004, 2007 e 2009 oltre che ai giochi olimpici di Atene 2004 e Pechino 2008. La sua nomina di Presidente della Lega Pro è stata successiva a quella di Macalli di cui è stato sempre un forte oppositore, per questo Lotito si è schierato contro di lui alle elezioni spingendo per la nomina del suo uomo di fiducia Raffaele Pagnozzi. Questo è l'uomo che sta attualmente facendo tremare i sostenitori dello status quo del calcio italiano. Quali sono i benefici che spera di ottenere dall'apertura alle squadre B? Innanzitutto i benefici sarebbero di natura economica, conditio sine qua non per qualsiasi rinnovamento di un'istituzione economica come l'azienda calcio. Con l'istituzione delle squadre B la Lega pro riceverebbe un'enorme visibilità dovuta alla curiosità dei tifosi delle squadre di Serie A, senza parlare dell'interesse dei tifosi di quelle società di Lega Pro che hanno un bacino di utenza importante come Lecce, Foggia, Piacenza, Benevento e altre che andrebbero ad aumentare gli indici di ascolto. La bontà dell'operazione (dal punto di vista economico) è notevole, difatti se si prende in esame il comunicato di Sportitalia dopo la diffusione della Finale di Tim Cup Primavera che evidenzia la media di circa 400.000 spettatori e lo si mette a confronto con, ad esempio, Udinese-Verona della 27° giornata (media di 18.590 spettatori), si può capire l'importanza della mossa di Gravina. Possiamo invece ipotizzare del perché Albertini sia favorevole all'adozione delle squadre B, all'ex giocatore del Milan sta a cuore la crescita di giovani talenti italiani in ottica nazionale e vede nelle squadre B la possibilità di formare i giovani direttamente tra i professionisti di modo che il salto dalla primavera al mondo dei grandi non sia troppo traumatico, evitando quella lunga lista di talenti scomparsi alle soglie del professionismo a cui ci siamo abituati da anni. Inoltre il sistema permetterebbe di evitare la pratica comune delle squadre di Lega Pro che prendono con sé giovani dalle primavere delle grandi squadre senza farli giocare, tenendoli in rosa per i contributi che la Lega elargisce loro con le politiche giovanili. D'altro canto ci si può porre la domanda "quanto è stimolante e formativo un campionato che non si vince e non si perde?" (ricordo che le squadre B non potrebbero né avanzare di categoria, né retrocedere). La riflessione è giusta e vale la pena di porsela nonostante i numerosi pro dell'operazione. Ben sapendo dell'opposizione di Lotito e dei suoi sodali possiamo immaginare che quest'ultimo punto sia stato una concessione alla dirigenza del calcio italiano, come d'altro canto lo è il fatto che le squadre B andrebbero a sommarsi ai club di Lega Pro e non a sostituirli e come lo è pure il non aver diritto di voto all'interno delle istituzioni calcistiche. Questo compromesso però potrebbe non bastare se, come sembra, in Lega ci sia un sostanziale rifiuto alla realizzazione di questo progetto, che d'altro canto sarebbe una concessione molto importante di Lotito ai suoi detrattori in Lega Pro e in Serie A minando alla base l'establishment del potere (ricordiamo l'enorme importanza che hanno avuto i club di Lega Pro per l'elezione di Tavecchio a capo della FIGC). Quale sarà il futuro della proposta di Gravina? Vedremo mai l'attuazione di un sistema simile o andremo verso la realizzazione di un modello di tipo inglese? Voi cosa ne pensate?