Fa clamore in Germania la storia del RasenBallsport Leipzig, club che in sette anni ha scalato le categorie del calcio tedesco dai dilettanti fino alla Bundesliga, a cui ha ottenuto l'accesso lo scorso 8 Maggio con il secondo posto nella Zweite Bundesliga. Ma chi sono i protagonisti di questa storia e cosa significherà per il calcio tedesco? La storia del RasenBallsport Leipzig inizia nel 2009 a Markranstädt, piccolissima cittadina della Sassonia vicino a Lipsia, una delle maggiori città della Germania con i suoi 500.000 abitanti. La piccolissima società di calcio della città, l'SSV Markranstädt, viene acquistata da Dietrich Mateschitz, fondatore della Red Bull, che dopo gli esperimenti Red Bull Salisburgo, Red Bull New York, Red Bull Ghana e Red Bull Brasil, decide di dirottare le sue intenzioni sulla Bundesliga per entrare nel calcio che conta direttamente dalla porta principale, ovvero come proprietario di un club di calcio. La multinazionale austriaca dell'energy drink più famoso al mondo non è nuova a operazioni finanziare di questo tipo. La strategia della Red Bull è nota come “Content Marketing”, ovvero: utilizzare il contenuto di qualità, (in grado di educare, spiegare, divertire, informare, intrattenere) per attrarre visitatori, aumentare contatti qualificati e contratti, generare fatturato, fidelizzare i clienti e trasformarli in promotori spontanei del proprio brand. Il Content Marketing si differenzia dalle precedenti politiche pubblicitarie per il fatto che non vuole interrompere l'attenzione del consumatore e imporsi (come farebbe uno spot in tv) ma attrarre. La Red Bull, società lungimirante, ha perciò deciso d'investire buona parte del suo fatturato in operazioni sportive (ben il 30% del fatturato è investito in pubblicità). Come si traduce nella realtà tutto questo? Semplice, piuttosto che pagare per apporre il proprio logo su una macchina di F1, compra una scuderia; piuttosto che sponsorizzare una squadra di successo, si compra il titolo sportivo di un club trascinandolo dalle serie inferiori ai massimi livelli. In questo modo il tifoso viene fidelizzato attraverso la promozione di uno spettacolo. E' a tutti gli effetti una nuova frontiera del marketing sportivo di cui la Red Bull, per ora, è uno dei pioneri. Tornando alla nostra storia, quando nel 2009 Mateschitz decise di investire in un club di Bundesliga i primi contatti furono con la Dinamo Dresda, allora militannte nella 3.Liga (corrispettiva della nostra Lega Pro), ma nonostante il promettente bacino d'utenza l'idea venne scartata per l'assenza di uno stadio di alto livello e per le frange di tifo violento molto comuni nelle tifoserie dell'ex Germania Est (soprattutto neonazisti). L'attenzione viene quindi dirottata a Lipsia. Il perchè della scelta di Lipsia è abbastanza semplice, la città più grande della Sassonia è un capoluogo economico che si è imposto sulle vicine Ekfurt, Dresda e Magdeburgo, ha un bacino d'utenza di mezzo milione di abitanti ed è una città che sta vivendo una primavera culturale ed economica senza precedenti dalla riunificazione della Germania. Qui vale la pena analizzare il contesto di Lipsia e delle zone dell'ex DDR. Lipsia è una città splendida, tra le più importanti della Germania, che ha visto all'opera personalità del calibro di Wagner, Nietzsche, Bach, Leibniz e che ha visto la storia scorrergli accanto quando nel 1813 Napoleone perse la Battaglia delle Nazioni. Con la Seconda Guerra mondiale e la DDR Lipsia subirà un processo di involuzione e spopolamento. Con la riunificazione tedesca, tutta l'ex DDR ha vissuto più di un decennio di crisi in cui si è cercato di diminuire il gap con la Germania Occidentale, le ripercussioni sono anche state visibili nel mondo del calcio dove le squadre della Germania Orientale hanno sempre fatto misere apparizioni. E' inoltre dal 2009 che in Bundesliga manca un club orientale, l'ultimo fu il Fußballclub Hansa Rostock, città del Meclemburgo-Pomerania Occidentale. Tornando a Lipsia, la città è anche stata sede di alcune partite del campionato del mondo di calcio del 2006 e qui sorge, difatti, lo Zentralstadion (oggi Red Bull Arena, in foto) impianto da 44.000 posti. Lipsia si è subito dimostrata la città ideale per un nuovo club di calcio ai massimi livelli: seguito, impianto e facili entusiasmi, probabilmente dettati da un sentimento di revancismo socio-economico. L'unico problema per Mateschitz sarà, anche in questo caso, la tifoseria, in particolare quella del Sachsen FC, seconda squadra di Lipsia e prima idea del miliardario austriaco. Fu allora che si decise per l'acquisizione dell'SSV Markranstädt, squadra militante tra i dilettanti e di portarla allo Zentralstadion. Anche in questo caso ci furono proteste da parte dei tifosi e atti di sabotaggio ma stavolta nulla poté fermare la Red Bull. Si decise di puntare sui giovani (anche adesso l'RB Lipzeig vanta, a parte tre giocatori, solo classe '90, fonte trasfermarkt) e vennero acquisite le giovanili del Sachsen FC vicino al fallimento. La squadra c'era, lo stadio pure, mancava un nome nuovo e poiché le leggi tedesche proibiscono l'uso del nome di un club sportivo a scopo pubblicitario, si optò per RasenBallsport (letteralmente "gioco di palla sull'erba") Leipzig, così da avere un richiamo al prodotto della casa madre: RB. Difatti il soprannome della squadra è Die Roten Bullenœ ("i tori rossi", appunto). L'operazione di Mateschitz era completa, la squadra in sette anni sarebbe giunta in Bundesliga con l'ambizione (dichiarata) di un posto champions entro 10 anni e concorrere per il campionato tedesco contro il Bayern Monaco. Quello che oramai doveva essere palese ai vertici della Red Bull, è l'avversione del tifo e del mondo del pallone per un club di questo genere. Molte se non tutte le tifoserie tedesche si sono scagliate contro la squadra di Lipsia, espressione di un calcio defraudato dell'appartenenza alla città e ai cittadini. In un match dell'RB Leipzig in casa dell’Union Berlin, i tifosi berlinesi si sono presentati allo stadio vestiti di nero e hanno onorato un silenzio di 15 minuti per la “morte del calcio”. In Germania le società di calcio sono controllate dalla regola del "50+1", ovvero dall'azionariato diffuso degli associati a un club di calcio per più del 50% delle quote societarie (il Bayern Monaco è controllato da questo sistema per il 75% delle sue quote). Nell'RB Lipzeig ciò non avviene e la Red Bull ha aggirato il problema non solo affidando la maggioranza delle quote a una società terza creata apposta ma anche scoraggiando l'azionariato popolare fissando a 800 euro la partecipazione annuale alla società (il Bayern Monaco chiede 60 euro). La regola dell'azionariato popolare tedesco è molto ammirata al di fuori della Germania ma al suo interno molti club la guardano con disappunto. Basti pensare all'Hoffenheim gestito dal fondatore del gruppo SAP o lo Schalke gestito dalla Grazpom. La verità è che l'azionariato popolare scoraggia i grandi investimenti da parte dei magnati, poiché non sono sicuri di poter gestire il loro investimento in prima persona. Mateschitz sembra essere il nuovo volto della Bundesliga che verrà, il campione degli scontenti del "50+1", l'antagonista dell'azionariato popolare e mentre la Federcalcio Tedesca chiude un occhio su ciò che sta accadendo in Sassonia ci si prepara a nuove prospettive per il calcio tedesco e a uno scossone mai avvenuto prima, perché è solo questione di tempo prima che la regola del "50+1" venga portata all'attenzione della Corte di Giustizia Europea, la quale, probabilmente, la giudicherà incompatibile con i principi economici dell’Unione. L'altro lato della medaglia è ovviamente affidato ai tifosi dell'RB Lipzeig che hanno fatto notare come la Red Bull abbia riportato il calcio ad alti livelli a Lipsia, di come abbia allontanato le fasce violente di stampo neonazista vicine al calcio della Germania dell'Est e come abbia reso accessibile un intrattenimento mai visto prima d'ora in Sassonia. La Red Bull nel frattempo fa spallucce e continua decisa verso il suo obbiettivo, al di là delle polemiche e del terremoto che il calcio tedesco dovrà affrontare. Per approfondimenti: http://www.rivistaundici.com/2016/05/11/red-bull-lipsia/ Qua sotto la protesta dei tifosi dello Union Berlin