Josè Mourinho non poteva aspettarsi un inizio migliore sulla panchina della Roma. I giallorossi hanno avuto la meglio in tutte le partite ufficiali finora disputate, sia in Serie A che in Conference League, preliminari compresi. La squadra sta acquisendo convinzione di partita in partita e l'impressione è quella che lo Special One abbia ridato dignità ad un collettivo spento e spaesato. I tifosi giallorossi, tra i più passionali d'Europa, sono impazziti da quando è arrivato Mou nella capitale: i 30 mila spettatori allo stadio (sold out ai tempi del Covid) di giovedì 16 settembre ne sono la prova.

I giallorossi sono al momento i primi in classifica in Serie A, in co-esclusiva (termine che va di moda in questa Serie A multitelevisiva) con Napoli e Milan. La squadra riesce a crescere e allo stesso tempo a vincere. In questo senso la vittoria di misura con il Sassuolo, con l'eurogol del ritrovato El Shaarawy allo scadere, è stata la dimostrazione della forza mentale della squadra. 

I meriti. La Roma prima in classifica è un cantiere tutt'ora aperto e come recitano i contratti collettivi del lavoro, la responsabilità è tutta del datore di lavoro: Dan Friedkin. L'imprenditore statunitense, distrubutore di auto in tutto il mondo, ha avuto fiuto nell'accapararsi uno dei migliori giovani direttori generali, ovvero Tiago Pinto. La costruzione della nuova Roma ha molto di suo. La sua bravura è venuta fuori nel momento in cui è andato a Londra a prendersi Tammy Abraham, facendo dimenticare all'istante i sei anni di Dzeko nella Capitale. In questo contesto, Josè Mourinho sembra essere la figura perfetta per risollevare un ambiente demoralizzato e ormai orfano di trofei da 13 anni. Averlo scelto è al momento l'operazione più azzeccata della coppia Friedkin-Pinto e la causa dei sold out dell'Olimpico che sogna tituli.