Ventinove e trentaquattro anni, questo c'è scritto sulla carta di identità di Pogba e Di Maria. Due arrivi che potrebbero stravolgere gli equilibri, fragili, della Juventus 2.0 di Massimiliano Allegri.
Il tecnico toscano, al suo secondo approdo in bianconero, ha trovato una squadra a metà, figlia di due progetti - Sarri e Pirlo - chiusi dopo una sola stagione.
Paradossalmente Allegri è riuscito a fare peggio dei suoi predecessori, perdendo tutto quello che c'era da perdere. A tal punto, l'esigenza di andare di forza sul mercato è diventata un obbligo per la società. Due giocatori a parametro zero, gli ennesimi dopo un'infinità di flop, chiedere a Ramsey e Rabiot, è così da un lato una grande mossa e dall'altro potrebbe rivelarsi un azzardo. Tecnicamente i due non si discutono, anche se Pogba ha avuto una tremenda escalation verso il basso delle sue prestazioni. Di Maria viene da una striscia importante di scudetti con il Psg ma nella testa del giocatore, oltre alla Juve, c'è il Mondiale con l'Argentina, competizione che lo terrà lontano da Torino un bel po'. L'impressione dunque, è quella che alla Juventus non basti far arrivare Pogba e Di Maria: c'è bisogno di più coraggio, di andare a sacrificare uno dei pochi gioielli rimasti - De Ligt e Chiesa in primis - per rivoluzionare definitivamente la rosa, senza dover lasciare per l'ennesima volta il lavoro a metà.

Intanto, in attacco il bomber Vlahovic è rimasto solo in seguito alle partenze, stando almeno a quello che è accaduto prima di fine giugno, di Morata, Dybala e Kean. Una serie di addii, ai quali si aggiunge Bernardeschi, che tramutano in deserto il reparto offensivo, tanto da lasciare Pogba e maggiormente Di Maria - visto che gioca più avanzato - più che mai al centro del progetto della Juventus.
Sarà per loro un nuovo inizio, saranno le matricole dei bianconeri e, all'alba della loro ultima grande occasione della carriera, dovranno far di tutto per non diventare delle meteore.