Come nel celebre film del mitico Massimo Trosi, la Juve ricomincia da tre. Arrivano finalmente i tre punti nel difficile campo spezino e colpevolmente solo alla quinta giornata di campionato. Una vittoria che serve solamente a muovere leggermente la classifica e a provare a dare un po' di morale alla rosa bianconera, che rischia per lunghi tratti l'ennesima delusione stagionale. La prestazione continua a manifestare rilevanti disagi tattici, che vanno dal reparto difensivo (per la prima volta negli ultimi dieci anni la porta juventina viene violata 8 volte in cinque partite), alla mancanza di gioco collettivo, ad una scarsa tenuta fisica. A cospetto del risultato, la sfida di ieri rappresenta un notevole passo indietro rispetto alla partita col Milan e con il Napoli, in cui nonostante un solo punto raccolto, si era visto un gioco più propositivo e organizzato.

La Juve ha sicuramente raccolto molto meno di quanto prodotto in questo primo inizio di campionato e se analizziamo i goal presi ad Udine, Napoli e con il Milan in casa, potrebbe avere sicuramente 5/6 punti in più attualmente in classifica. Per questo motivo non mi unisco al coro dei tanti che invocano il prematuro esonero di Allegri (sarebbe una follia), ma non posso non notare l'atteggiamento confuso e arrugginito de tecnico toscano in queste prime uscite stagionali. Oltre alle discutibili decisioni di formazioni e soprattutto sostituzioni, da lui stesso criticate, appaiono fuori luogo alcune uscite durante le conferenze pre e post gara. In particolar modo la critica mossa a Federico Chiesa, reo - secondo il tecnico livornese- di non aver ancora capito la differenza tra la Juve e gli altri club. Mi sento di affermare senza paura di essere smentito che l'esterno ex viola, ha incarnato da subito lo spirito juventino, già all'esordio con la maglia bianconera in cui lo scorso anno sfoggiò il suo primo assist e lo vide imporsi come miglior giocatore della stagione juventina insieme a Cuadrado. Ieri ha dato nuovamente prova della sua caparbietà e personalità, segnando il goal del pareggio che ha dato via alla rimonta del match, proprio grazie alla grinta che possiede e lo caratterizza.

Oggi il figlio d'arte rappresenta insieme a Dybala, il vero top player di questo club e non si capisce perché dopo sei partite Allegri non abbia ancora provato come modulo il 4-2-3-1 che potrebbe valorizzare al massimo le caratteristiche dei due assi juventini, spostando oltretutto l'equilibrio del gioco in una zona più alta del campo, alleggerendo allo stesso tempo il reparto di centrocampo, considerato vero punto debole della rosa. In attesa che questo modulo venga almeno provato, e nella speranza che quella di ieri possa essere la prima di tantissime vittorie stagionali, consiglio al conte Max di tenere le mani giunte e pregare in Chiesa.