Ore 20:00 del 31/08/2021, le porte del calciomercato si sono appena chiuse e con loro finiscono anche i sogni e le speranze dei tanti tifosi juventini che nonostante le evidenti ed ostentate difficoltà finanziarie continuavano a nutrire improbabili sogni e colpi ad effetto nei cosiddetti “giorni del condor”. Purtroppo con le speranze non finiscono anche i tormentoni, così già da oggi si inizia a parlare di un probabile affondo su Icardi per gennaio e di una trattativa ben avviata su Vlahovic per giungo 2022. In fondo è anche il bello di questo sport, volente o nolente il calciomercato e i nomi che vi stanno dietro ci appassionano più di una finale vinta agli europei, sarà per quell’insana voglia sognatrice che ci portiamo dietro fin dall’infanzia. Nelle principali testate giornalistiche sportive è il giorno delle pagelle (ovviamente ampiamente insufficienti per la Juve), mentre nei blog e sui social impazzano giudizi negativi sulla nuova triade formata da Cherubini, Nedved e Arrivabene, con quest’ultimo ritenuto dai più troppo estraneo al settore. Probabilmente un fondo di verità c’è, ma mi sembra che le scelte fatte dalle Società – giuste o sbagliate sarà il tempo a dirlo – abbiano una visione incentrata più sul medio-lungo periodo che sull’immediato, in totale contrasto con quella che è stata la strategia adottata di recente, in cui si voleva una squadra pronta ed esperta fin da subito e che ha portato difatti all’acquisto di Ronaldo.
Forse proprio la cessione dell’asso portoghese segna la vera rivoluzione in casa Juve, con lui si perdono 101 goal in 137 presenze, ma si annullano anche gran parte dei debiti che hanno portato la Società piemontese a sacrificare talenti futuri sull’altare delle plusvalenze, che chiaramente non hanno portato nessun valore tecnico né tantomeno patrimoniale. Un meccanismo miope che non poteva che risolversi nel modo attuale, ovvero in un azzeramento totale dei valori e l’avvio di un anno zero, che dopo la chiusura del mercato sembra assomigliare sempre più ad un anno -1, un anno insomma in cui la politica di austerity adottata sembra dover porre le basi per quello che dovrebbe essere il vero anno di ripartenza (il 2022) con una campagna acquisti mirata e pianificato fin da ora. 

Lasciando da parte quel che è stato o che sarà il mercato dei bianconeri, è bene concentrarsi, secondo me, più sull’aspetto tattico di questa squadra e sulle scelte che si troverà a fare da qui a breve mister Allegri per cercare di risolvere l’ingarbugliata situazione in cui si trova sua squadra dopo appena due giornate. In un mio articolo del 30 luglio (più moduli, un unico obiettivo), evidenziavo i diversi moduli con cui secondo me si sarebbe approcciato il camaleontico tecnico livornese, in relazione chiaramente con le caratteristiche dei propri giocatori. La chiusura del mercato sembra oggi stravolgere un po' alcune scelte ed obbligare Allegri all’utilizzo di un unico modulo, già ipotizzato insieme ad altri due, ovvero il 4-2-3-1. Il solo acquisto di Locatelli a centrocampo - il reparto ritenuto più in difficoltà dopo la scorsa stagione - ci suggerisce di spostare gli equilibri di impostazione sulla trequarti di campo in cui la Juve gode di diverse pedine di altissimo livello. Questo modulo sarebbe stato impraticabile con Ronaldo in campo (se non schierato nel ruolo di prima punta, ruolo che non gradisce assolutamente e in cui è andato in difficoltà nelle poche volte in cui vi è stato schierato in questi tre anni), oggi invece ci permette di mettere Dybala al centro del gioco, come vero regista avanzato, e di dare allo stesso tempo a Chiesa tutto lo spazio necessario per mettere in mostra le sue caratteristiche di corridore e tiratore dalla distanza. Anche lo stesso Locatelli ne potrebbe giovare, giocando così in un centrocampo a due come fanno negli ultimi anni agli ordini di De Zerbi. Mentre per il ruolo di prima punta si andrebbero ad alternare Morata e il “nuovo” acquisto Kean, con quest’ultimo in grado di giocare anche come esterno offensivo, laddove a seconda della partita ci sia la necessità di spingersi più avanti. Di fatto la formazione tipo con i giocatori a disposizione, schierata in un 4-2-3-1, dovrebbe essere la seguente: Szczesny, Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Danilo, Locatelli, Rabiot, Chiesa, Dybala, Kulusevski, Morata. In realtà, anche nella prima giornata ha schierato una formazione simile, sotto forma di 4-4-2 in cui possiamo inserire questi stessi interpreti, ma secondo si dovrebbero sposare leggermente gli equilibri della squadra più sulla trequarti avversaria, in modo da alleggerire maggiormente i compiti di un centrocampo troppo precario. Allegri conosce tra l’altro benissimo questo modulo, con il quale ha raggiunto la finale di Champions giocata a calcio e sono sicuro che da allenatore intelligente qual è, tornerà presto a concentrarsi su questo modulo, congeniale alla rosa a disposizione, mettendo fine agli esperimenti fin troppo azzardati portati avanti negli ultimi impegni, in particolar modo contro l’Empoli.

Tornando alle politiche di mercato di cui sopra e alle sue recenti conseguenze, sono tuttavia convinto che la Juve abbia tratto un grande insegnamento da quello che è stato “l’affare” Ronaldo, ovvero che la storia e la tradizione va assecondata e non rivoluzionata. La Juve è sempre stato un club che forma i campioni in casa, li acquista a basso costo e li rivende quando hanno raggiunto il loro valore più alto, ma pur sempre nella fase ascendente (vedi le operazioni Zidane e Pogba), e mai decrescente come avvenuto con Cristiano.
Nel nuovo ciclo suggeriamo alla triade di tornare alle politiche gloriose del passato, così magari la nostra storia vedendosi rispettata ci tenderà una mano come fatto dal capitano Hans Land al tenente Aldo Raine nel celebre film “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino.