Tanto tuonò che piovve! La decisione del tribunale di Madrid sulla questione Superlega era nell’aria già da un po’ di tempo in realtà, ma con oggi arriva la sentenza che riabilita ufficialmente i club fondatori nella loro posizione di partenza e soprattutto intima la Uefa a ritirare ogni tipo di minaccia nei confronti dei dodici club in questione. In particolar modo le tre Società (Juve, Barça e Real) che nonostante tutto non hanno mai abbandonato il progetto su cui si punta da anni, ma anzi lo hanno sempre difeso pur consapevoli dell’atteggiamento della UEFA e delle minacce economiche e legali avanzate proprio dell’ente europeo. I tre Club di cui sopra hanno adottato lo stesso atteggiamento del comandante del Titanic, non hanno mai abbandonato la nave, ed anzi hanno difeso a spada tratta anche gli altri Club che impauriti dalla brusca reazione del mondo del calcio hanno abbandonato troppo in fretta un progetto in cui hanno creduto e verso cui si sono impegnati, con un atteggiamento irriconoscente e irrispettoso verso quelle altre Società che come loro e con lo stesso peso economico e politico hanno siglato un contratto. 

Temendo il peggio si sono immediatamente piegati alle assurde minacce della Uefa che gli ha promesso perdono se si fossero tirate subito indietro. Una sorta di patteggiamento, simile a quello proposto dai pm ai pentiti di mafia o a chi commette un reato. Peccato che in questo caso l’unico reato sia stato quello di organizzare un torneo privato, con le proprie forze, senza andare a ledere in nessun modo né le singole leghe nazionali, né tantomeno le competizioni europee. Come se durante la festa del Santo Patrono, venisse vietato ad un cittadino di festeggiare il compleanno in casa propria. Nessun reato insomma e nessuna nave affondata a differenza del Titanic, anzi… 

La Superlega aveva ed ha l’obiettivo di interagire con queste competizioni un po’ come accade tra la Champions League e l’Europa League, non certo di sovrastarle. Di sicuro si potrebbe discutere sulle modalità di tale torneo, si potrebbe trovare un modo per renderlo maggiormente meritocratico, ma la posizione che ha assunto la UEFA di assoluta opposizione e chiusura totale al dialogo, non ha permesso nessun tipo di interazione. Oggi chi rischia delle gravi conseguenze penali infatti è proprio l’attuale organismo europeo, che deve rassegnarsi alla probabile costituzione e attivazione della Superlega, provando ad interagire con questa nuova entità, per non rischiare di perdere completamente credibilità e peso politico nelle decisioni del calcio europeo. Per restare in ambito calcistico, si può parlare dunque di una vera e propria rimonta europea compiuta dai Club fondatori nei confronti del potentissimo Organismo Europeo, venduto da tanti come vittima e agnello sacrificale di Perez e Agnelli, dimenticando che da anni detiene il monopolio di tutte le competizioni europee e gestisce le risorse economiche prodotte proprio dei maggiori club che vi partecipano, che di contro perdono ogni potere decisionale e organizzativo su l’evento di cui sono i principali protagonisti. Come versare dei soldi in banca e poi chiedere al cassiere, se posso ancora utilizzare quei soldi, in che modo, in che termini, ecc… 

Dopo le infinite critiche per l’europeo itinerante, svolto tra l’altro in piena pandemia, arriva dunque un’altra pesante sberla per la UEFA. La domanda che sorge spontanea è una: cosa farà adesso Ceferin?