35 minuti e 12 secondi, tanto è bastato a mister Allegri per far riassaporare ai cronisti presenti in sala stampa e a tutti i tifosi il gusto e i sapori del mondo Juve.
Si presenta un po’ emozionato davanti ai microfoni. Per sua stessa ammissione sente la tensione come agli esordi, ma gli bastano poche domande per riappropriarsi del suo ruolo e mettere bene in chiaro quali saranno i presupposti su cui verrà fondato il suo secondo ciclo, che salvo sorprese si baserà su una programmazione quadriennale. Sembra che abbia ricevuto una soffiata sulle domande che gli verranno poste e anticipa puntualmente con delle risposte secche e a tratti spiazzanti gli interrogativi dei giornalisti. Così mentre ancora oggi in molti scrivono sugli attriti tra Davide Lippi (ag. Chiellini) e la Società, il conte Max lo ha già inserito in formazione, confermando il rinnovo del contratto. Poco dopo conferma anche Ronaldo, lodandolo per le sue doti, ma invitandolo finemente ad interagire di più con il gruppo, ridimensionando in un certo senso la sua immagine di intoccabile e anticipando la fine del monopolio sui calci di punizione e che i tiratori verrano scelti sulla base della distanza dalla porta e della porzione di campo.
Tuttavia il passaggio più importante è quello in cui a sorpresa di tutti e senza tergiversare, toglie la fascia di vice capitano a Bonucci (colpevole di aver lasciato la Juve sul più bello tre anni fa), e la mette sul braccio di Dybala. Un’investitura vera e propria che pone ufficialmente l’argentino al centro del progetto e lo elegge a simbolo e leader della squadra. Parla più volte di Rabiot e Mckennie, facendo capire che punterà molto sulla loro crescita e sui loro inserimenti sotto porta. A voler tradurre in termini tattici sembra voglia impostare dunque un modulo a tre centrocampisti, con il francese e l’americano nel ruolo di mezzala. Accenna ad un ampio turnover per via dei tanti impegni ravvicinati, ma non si sbilancia sull’utilizzo delle cinque sostituzioni che non ha mai testato. Inoltre, tra una battuta e l’altra con l’immancabile accento toscano, butta giù qualche numero, fissando l’obiettivo dei 75 goal da realizzare e ipotizzando la quota scudetto tra gli 84 e gli 86 punti.

Per finire in bellezza, mentre risponde all’ultima domanda, quasi senza volerlo cita il classico motto bianconero, ricordando a tutti che al di là del bel gioco, vincere è l’unica cosa che conta…