Un solo punto in due partite, questo è l’amaro bottino che porta in dote la squadra di Allegri dopo la seconda giornata di campionato, che vede quasi tutte le big a punteggio pieno e ben più avviate rispetto alla Juventus, non solo in termini di punteggio, ma soprattutto da un punto di vista tecnico-tattico.
È chiaro che al di là del valore della rosa, o meglio dei singoli elementi che la compongono, i bianconeri siano considerati tra i favoriti nella corsa al titolo, ma è altrettanto vero che rispetto alle altre “7 sorelle”, la Juventus è oggi la squadra che si porta dietro l’eredità più pesante in termini di ricostruzione, non a caso si trova ad affrontare il terzo cambio in panchina in tre anni.

Lo scorso anno doveva rappresentare l’anno zero per i bianconeri che invece si ritrovano a vivere un anno zero-bis appena un anno dopo, come testimoniano l’aumento di capitale (proprio come all’inizio dell’era Andrea Agnelli), l’avvicendamento nelle posizioni manageriali e non ultimo la cessione di Ronaldo, o meglio la sua fuga maturata in appena due giorni e che sta continuando ad amplificare lo sconforto all’interno della tifoseria bianconera dopo la clamorosa debacle contro l’Empoli, in quell’Allianz Stadium che una volta rappresentava un fortino inespugnabile per chiunque vi venisse a giocare.
Probabilmente proprio l’addio improvviso (anche se vociferato) dell’asso portoghese ha destato un po' di confusione e appannamento all’interno della mente dei calciatori scesi in campo. Se è vero infatti che sono stati persi 5 punti su 6 è anche vero che i due risultati raccontano due storie e due approcci completamente differenti.
La trasferta di Udine seppur più insidiosa ci ha fatto vedere una squadra che è scesa bene in campo, con il giusto approccio, andando subito avanti di due goal e con potenziali azioni per chiuderla. Purtroppo però due gravissimi infortuni di Szczesny e una segnalazione VAR un tantino egocentrica hanno finito per compromettere il risultato finale.

Tutt’altra storia invece ci racconta l’anticipo di sabato sera, in cui la squadra leggermente trasformata da Allegri e forse un po' turbata, non è mai riuscita ad incidere a livello di gioco, subendo il posizionamento della squadra toscana (ben messa in campo da Andreazzoli) in tutte le porzioni di campo. Nessuna differenza rispetto alle partite della stagione precedente, in cui salvo qualche rara eccezione (vedi la gara di ritorno del girone di Champions contro il Barcellona) non ha mai mostrato un’anima. E qui mi ricollego all’eredità di cui sopra. Allegri si è trovato difatti ad allenare una squadra totalmente differente rispetto a quella che aveva lasciato, non tanto negli uomini, quanto nella mentalità e nel DNA che sembra essersi completamente dissolto. A sua discolpa e dei suoi predecessori, c’è comunque da evidenziare pesantemente il declassamento tecnico del centrocampo bianconero, zona di campo in cui ogni squadra fonda il proprio gioco e le proprie vittorie. Passare da un rombo con Pirlo, Marchisio, Vidal, Pogba e successivo centrocampo a tre con Matuidi, Pjanic, Khedira ad un centrocampo totalmente asimmetrico con i vari: Ramsey, Rabiot, Bentancur ecc… spiazzerebbe chiunque, anche un tecnico esperto e dall’animo sereno come Allegri.

Chiaramente siamo ancora alla seconda, c’è tanta strada da fare e non siamo qui per drammatizzare la situazione come si legge oggi in numerosi blog, ma la strada di risanamento che si troverà a percorrere la squadra bianconera è una strada lunga, tortuosa e in salita, occorre tanta pazienza ma soprattutto la consapevolezza che non siamo ancora una squadra (cit. Chiellini durante la sfida con l’Empoli) e che pertanto non possiamo ancora competere con chi sta costruendo da almeno due anni ha già vinto. Purtroppo anche la terza di campionato potrà rivelarci ulteriori dispiacere, non solo perché dobbiamo affrontare il Napoli in territorio campano, ma perché dovremmo farlo senza l’anima sudamericana di questa rosa che pertanto sarà priva dei vari: Dybala, Cuadrado, Danilo, Alex Sandro, Bentancur. Alla luce di ciò prevedo una formazione obbligata, schierata con un 3-5-2 di antica memoria con i seguenti interpreti: Szczesny, De Ligt, Bonucci, Chiellini, Chiesa, McKennie, Locatelli, Rabiot, Bernardeschi, Morata, Kulusewski (o Kean).

Intanto in piena fase di costruzione, arriva puntuale la solita pausa delle nazionali, una pausa più per Allegri che per i giocatori, visto l’elevato numero di calciatori bianconeri convocati dalle rispettive nazionali.
Speriamo allora in una buona pausa di riflessione.