Il 2021 è stato l'anno dell'esplosione (in classe regina) di Pecco Bagnaia, passato sì da qualche situazione avversa, ma soprattutto da diverse prestazioni più che convincenti, con una prima volta fondamentale per il suo futuro.

Dopo il biennio con Pramac, squadra che gli ha permesso di debuttare in MotoGP, e in particolare a seguito di un'ultima stagione piuttosto difficile condita da molteplici ritiri, è arrivata la chiamata del Team Factory, che nonostante le problematiche vissute vedeva in lui un talento con di fronte un ambizioso futuro. L'impatto iniziale in un week-end di gara come pilota della squadra diretta da Gigi Dall'Igna è stato buono, ottenendo in Qatar pole position e 3° posto, salendo per la prima volta nella categoria sul podio. Meno redditizio il bottino di sette giorni dopo sul medesimo circuito, quando porta a casa la sesta posizione finale. Da questo punto in poi si apre una breve serie di risultati positivi, nella quale ottiene due secondi posti e un quarto, rispettivamente a Portimao, Jerez (alle spalle del compagno Miller, completando lo storico uno-due Ducati sul circuito andaluso) e Le Mans, tris utile per avvicinarsi al leader Quartararo, ora con una sola lunghezza di margine.

Un importante punto di svolta (in negativo) per il campionato del chivassese è arrivato nell'appuntamento di casa al Mugello: scosso dalla tragica notizia della morte di Jason Dupasquier, informazione giunta nel paddock qualche ora prima del GP, la concentrazione mentale del classe 97' è venuta un pò a mancare, incappando in una caduta inaspettata quanto pesante, poichè al tempo stesso il rivale francese si aggiudica l'intera posta in palio. I tre fine settimana che precedono la pausa non lo vedono riscattare il deludente risultato toscano, realizzando un 7°, un 5° e un 6° posto, piazzamenti che lo vedono allontanarsi ulteriormente dalla testa del campionato.
Nonostante la pausa estiva, il difficile momento di Bagnaia persiste anche nella cornice verde di Spielberg, luogo in cui dopo una buona partenza è tra i maggiori piloti penalizzati dalla bandiera rossa esposta, poichè nella ripartenza riscontra delle difficoltà con la nuova gomma posteriore montata, circostanza che lo porta a tagliare il traguardo in undicesima posizione. Va decisamente meglio nella "gara 2", cogliendo il 2° posto in un GP a due facce: se nella prima parte si è infatti trovato a battagliare con Marquez e Quartararo per la vittoria, lo scenario muta drasticamente con l'avvento della pioggia, situazione in cui Binder, scegliendo di non rientrare ai box per il cambio moto compie una mossa coraggiosa quanto efficace, vincendo il Gran Premio. A causa di questa scelta l'italiano, rientrato come la maggior parte dello schieramento, non può far meglio che tagliare il traguardo alle spalle del sudafricano.
Come poche settimane addietro, a Silverstone riemergono delle problematiche con le carcasse Michelin, dunque perde posizioni su posizioni sino al 14° posto finale.
I deludenti mesi estivi del piemontese trovano finalmente tregua ad Aragon, tappa cruciale della sua stagione e non solo: nel sabato è tornato ad essere il più veloce a distanza di cinque mesi dall'ultima volta, mentre in gara assieme a Marquez dà vita ad un lungo duello "di passo", conclusosi con la vittoria del ducatista, che trova così il feeling con la vittoria. Il debutto sul primo gradino del podio di MotoGP, come spesso avviene, dà quell'importante slancio valido al pilota per vivere in maniera più serena i GP seguenti, avendo dalla sua una maggiore consapevolezza dei propri mezzi, ed è proprio ciò che è avvenuto: per Bagnaia si apre infatti un periodo d'oro, con pole e vittoria a Misano, mettendosi nuovamente tutti alle spalle sulla griglia di partenza di Austin (arrivando poi 3°). In questa fase del campionato riduce lo strappo su Quartararo, ma servirebbe comunque un'impresa per raggiungerlo in classifica. Nel secondo week-end di Misano agguanta la terza pole consecutiva, ma la sua domenica, nonostante a pochi giri dal termine fosse in testa e conservasse un piccolo vantaggio su Marquez termina in anticipo, e con essa la possibilità di vincere il titolo, ora matematicamente del transalpino.
A seguito del passo falso sammarinese la sua marcia inarrestabile partita ad Aragon riprende come se nulla fosse, dominando in lungo e in largo il secondo week-end lusitano dell'anno, e infine vincendo anche la tappa conclusiva di Valencia, risultato grazie al quale permette a Ducati di tornare davanti a tutti sul tracciato spagnolo dopo ben tredici anni.
Potremmo dunque suddividere l'analisi della stagione di Bagnaia in tre differenti fasi: nella prima la caratteristica maggiormente emersa è stata la costanza, senza però alcun acuto, nella seconda il periodo negativo durato da giugno ad agosto, in cui, podio a parte, sono stati diversi i GP sottotono, e infine la terza, dove al contrario della precedente ha vissuto un frangente brillante con quattro imposizioni, concludendo il campionato in netta crescita.
Ed è proprio da qui che il campione del mondo Moto2 2018 dovrà ripartire, sapendo di aver raggiunto una competitività e una maturazione certamente superiore rispetto al primo GP della passata stagione, prestazioni che gli permettono di partire in vista del 2022 con la carica di primo pilota della casa di Borgo Panigale, oltre che nuovamente col ruolo di contendente al titolo mondiale.