Il tema della sicurezza è negli ultimi tempi é sempre più al centro dell'attenzione nel Motomondiale, e nel week-end di Catalunya ha praticamente messo in secondo piano i risultati della pista.

Nella classe regina gli episodi incriminati sono l'apertura della zip della tuta e la perdita del parapetto da parte di Quartararo, penalizzato prima con tre secondi di ritardo rispetto al passaggio sulla bandiera a scacchi, poi con ulteriori tre posizioni, passando dal 3° (subito diventato 4°) al 6° posto finale. Dal mio punto di vista (ma anche avvalendomi del regolamento) la decisione adatta sarebbe stata la bandiera nera. Capisco potesse essere una penalità molto pesante, ma la sicurezza viene prima di tutto. E se Quartararo fosse caduto? In tal caso il rischio di farsi del male era maggiore, vista la mancanza dell'airbag. La direzione gara ha provato a non mostrarsi indifferente, infliggendo al leader del mondiale una penalità di tre secondi, personalmente l'ho trovata abbastanza inadeguata.
Ma non è finita qui, poiché, dopo qualche ora dal termine del GP (anche grazie ad un paio di team che sono andati a chiedere spiegazioni), la direzione gara ha provato a correggere il tiro, relegando Quartararo da 4° a 6°.

Gli episodi al limite (ed oltre) sono oramai all'ordine del giorno in Moto3, e ieri non ha fatto eccezione. Nell'ultimo settore del penultimo giro il leader del GP, Alcoba, ha rallentato bruscamente, in modo da non essere lui il traino del rettilineo. La situazione, oltre che poco sportiva, si è rivelata molto pericolosa, con metà griglia racchiusa in pochissimi metri. L'ex 125 spicca sicuramente per incertezza e spettacolo, ma, per come la vedo io, tutto questo viene dopo il rispetto e la sicurezza. Troppe volte si vedono piloti che sul rettilineo fanno zig zag per non farsi superare. Ricordiamo che alcuni di questi piloti nel futuro si troveranno a battagliare in MotoGP, pertanto urgerebbero delle tirate d'orecchie che servano da lezione per chi commette un errore, per lui stesso e per il rispetto altrui.

Negli ultimi anni la direzione gara raramente ha preso la scelta giusta nel momento giusto, penalizza prontamente i passaggi sul verde mentre tentenna su episodi ben più pericolosi.