Voglio presentarmi a tutti voi cari amici e lettori di Vivoperlei, e come farlo se non parlando della mia fede calcistica? Molti adesso penseranno che io sia tifoso di una delle prime quattro squadre d'Italia, mentre non sanno lontanamente di che squadra io possa essere.

Tutto parte dal lontano 1996, quando ero poco più che un quattordicenne e seguivo il calcio italiano poco e niente, non mi piaceva quel modo troppo difensivista che si attuava in quegli anni, già, quelli del 'Catenaccio', quindi mi focalizzai su altri campionati.
Ricordo che una sera c'erano le Nazionali e mi capitò di vedere la Norvegia nelle qualificazioni ai Mondiali di Francia '98, dove tra i tanti nella rosa c'erano Tore André Flo e Ole Gunnar Solskjær, ma il nome che adesso vi dirò sicuramente a molti non dirà niente: Mini Jakobsen.
Non credo ancora siate arrivati alla squadra per cui faccio il tifo, se non cercando il nome di questo giocatore su Wikipedia. 

Mini Jakobsen era un centrocampista tuttofare, e proprio da quel centrocampista rimasi folgorato letteralmente.
Giocava la palla in un modo molto diverso da come era il calcio di allora, si muoveva come un fuoriclasse tra i tanti giocatori freddi e algidi della nazionale norvegese. Quindi guardando il mio album delle figurine delle nazionali scoprii la squadra di Mini Jakobsen e ne diventai tifoso. Qual era la squadra? Beh oggi la più forte di Norvegia: Rosenborg.
Già, suona strano per molti che un italiano tra tanta scelta e squadre fortissime possa tifare Rosenborg, quando in Italia ci sono club gloriosi come Milan, Inter e Juventus (in ordine di Champions), eppure la seguo sempre e comunque.
Certo la difficoltà sta nel non poter vedere le partite del mio club preferito, se non se capita in Champions o Europa League, visto che sulle piattaforme italiane come Sky i campionati sono  quelli più importanti, ma mi certifico ogni domenica per controllare come sia andata.

Io sostengo il Rosenborg dal lontano 1996, quando quel Rosemborg conquistò il suo quarto scudetto di fila e ne avrebbe vinti poi altri otto di fila arrivando alla bellezza di 12 scudetti di fila dal 1992 al 2004.
Ma il percorso del Rosemborg non fu come sembra tutto rose e fiori, visto che nel 2004 il tecnico Age Hareide dopo solo una stagione alla guida dei bianconeri venne chiamato a guidare la nazionale della Norvegia e lasciò un Rosenborg che stava seguendo un percorso di crescita, questo portò la squadra si a vincere lo scudetto 2004, ma non stravincendolo come gli altri anni, ma a pari punti contro il Valerenga, e solo grazie alla differenza reti (+18) - e sopratutto al suo attaccante Frode Johnsen che mise a segno 19 reti - riuscì a vincere il titolo, altrimenti sarebbero stati dolori.

Come molti non sapranno il campionato norvegese non è lungo come quello italiano, visto che in primis il campionato comprende 16 squadre, e i campionati non si vincono quasi mai a 80-90 punti ma possono bastare anche 50-60 punti per laurearsi campione di Norvegia. Il Rosenborg è ad oggi la squadra più forte di Norvegia con i suoi 26 scudetti, ma come detto non è stato sempre rose e fiori, infatti dal 2004 al 2007 ebbe un crollo di una importanza nazionale, visto che il tecnico in carica Per-Mathias Høgmo nella stagione 2005-2006 per ragioni di salute dovette lasciare la panchina a campionato in corso a Knut Tørum, e il Rosenborg ne accusò inizialmente il colpo,anche se poi in quel finale di stagione entrò nella storia, visto che la squadra bianconera riuscì a riprendere e superare il Brann in classifica proprio nello scontro diretto, ma quella stagione verrà ricordata sopratutto per quello scontro diretto, chiamato dai media norvegesi "il più grande scontro dopo la Battaglia di Stiklestad" - la più grande battaglia della storia di Norvegia - dove il Rosenborg s'impose per 3-1 in casa del Brann e si portò in testa alla classifica e battendo il Viking laureandosi a due partite dalla fine del campionato Campione di Norvegia per la ventesima volta nella storia riportando il titolo dopo una anno di transizione (2005) in cui non si era imposto.
Negli anni la società è cresciuta ed è divenuta proprietaria dello stadio in cui gioca dall'inizio degli anni 60, il Lerkendal Stadion (negli anni è stato rimodernato anche davanti alla richiesta della UEFA di portare lo stadio nella norma richiesta).

Certo il Rosemborg se in Norvegia è fortissimo, visto che non servirebbe un esperto per capire che in Europa arriva con la consapevolezza di non poter mai vincere, ma come si dice punta sempre ad entrare in Champions, cosa che negli anni '90 era quasi un appuntamento sicuro, negli ultimi 21 anni è entrata sette volte al girone dove è poi uscita puntualmente ogni anno, il sogno ora sarebbe quello di riuscire a superare il girone, forse ci sarebbe una festa a Trondheim (città natale del club) per un obiettivo che verrebbe aggiunta agli almanacchi della società.
Il campionato norvegese porta la prima classificata non direttamente ai gironi, ma la squadra campione di Norvegia deve andare ai playoff di Champions League, quindi il Rosemborg parte ogni volta dal Primo turno preliminare, quindi diciamo che per entrare in Champions nei gironi deve superare una sorta di spareggio continuo: primo turno, secondo turno, terzo turno, spareggio. Quindi partendo da giugno fino ad inzio agosto una squadra che non fa parte dei grandi campionati Europei (Italia, Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Portogallo) deve giocare la bellezza di 8 partite (andata e ritorno) in più delle squadre Europee e sperare di riuscire sempre a passare il turno per entrare in Champions.
Quindi potete solo immaginare come arriva spompata una squadra. Il Rosemborg sono la bellezza di sette anni che non riesce ad entrare in Europa che sia per la porta principale della Champions e nemmeno da quella secondaria Europa League. Quest'anno per un pelo non è riuscita ad entrare nella fase a gironi battuta sul filo di lana dalla Dinamo Zagabria e quindi ha salutato con l'amaro in bocca la possibilità di rientrare in Champions dopo 12 anni. Quest'anno sia in Europa League in un girone molto difficile con gli olandesi del PSV, con i portoghesi dello Sporting Lisbona e gli austriaci del LASK. Un girone proibitivo, abbiamo perso le prime due 1-0 in casa del LASK e 1-4 in casa contro il PSV, ora sarà la volta di andare in Portogallo a tentare di limitare i danni, anche se già immagino il risultato finale, anche se mi appello alla divinità della fortuna e la forza dei Berserkr (guerrieri norvegesi - ancora oggi non abbiamo la sicurezza che siano esistiti) che portino la forza nelle gambe dei nostri 'guerrieri' e che riescano a caricare questa squadra che dovesse perdere in Portogallo sarà fuori al 90%.

In campionato invece va ancora peggio, ci troviamo al quarto posto a 13 lunghezze dal Molde e nell'ultima di campionato abbiamo perso con il modesto Hagesund per 2-1 in trasferta. La società negli ultimi tre anni ha portato alcuni giocatori molto importanti, su tutti Nicklas Bentdner (ex Arsenal,Juventus), ha riportato in prestito un giovane davvero molto interessante: Edvard Tagseth 18enne centrocampista norvegese che il Liverpool ha portato nel 2017 nelle sue fila dell'Under 18, ma quest'anno è stato in prestito e già si sta facendo notare.
Altri due nomi interessanti arrivati dal mercato estivo sono: David Akintola esterno d'attacco nigeriano velocissimo e molto tecnico arrivato dal Midtjylland e Jörn Johnsen attaccante dell'AZ-Alkmaar.Quindi la squadra è stata puntellata a dovere, molto bene la crescita di alcuni giovani come: Björkas Skrogstad un simil Federico Bernardeschi dei primi tempi di Fiorentina.

Forse quest'anno sarà davvero difficile portare a casa il titolo di campioni di Norvegia, anche se ogni anno alla fine c'è quel periodo positivo che ci da una spinta e ci riporta a ridosso dei primi due posti.
Mah che dire, speriamo bene e sopratutto in una risalita sia in Europa League (molto difficile) che in Campionato e che la prossima volta fosse la volta buona per entrare fnalmente in Champions League.