L'altro giorno guardavo affascinato il Bayern Monaco giocare contro l'Inter e in particolare la performance del trio di attacco Sanè-Manè-Coman e osservandoli giocare mi è naturalmente sorto un dubbio: in quanti di questi  tre sposterebbero gli equilibri in Italia? Probabilmente nessuno! 
Ma secondo voi uno come Vinicious Junior avrebbe convinto Allegri a farlo giocare? Uno sconosciuto Sanè avrebbe portato Inzaghi a preferirlo a Correa? Leao potrebbe mai sperare di aver un compagno di attacco veloce tanto quanto lui?

Siamo sinceri:  No No e No in Italia per tradizione non abbiamo mai fatto fatica a riconoscere il valore di un "bomber" come Lewandoski o Halland e nell'ultimo decennio, grazie a Guardiola, abbiamo imparato anche a dare il giusto peso e di conseguenza a dare possibilità di mettersi in mostra, a tutti quei giocatori dal fisico gracilino ma dal cervello e piedi buoni come Sensi, Locatelli, Asllani, Eriksen etc  fino ad arrivare ai nazionali Verratti e Jorginho.

Eppure in Europa non riusciamo ancora ad essere competitivi e secondo me uno degli aspetti caratteristici della scuola Italiana degli ultimi anni che ci ha impedito di vincere è che qui non si coltivano né si da mai importanza alla velocità, allo scatto. Per un Leao o un Dumfries in fascia si deve sempre compensare con un Giroud o Dzeko immobili e guai a dare la palla sulla corsa, mi raccomando sempre e unicamente sui piedi. E questo succede a tutti i livelli e in tutti i contesti, anche nei campetti amatoriali.

In Italia oramai tutti hanno imparato a far girare la palla "come il Barcelona", ma puntualmente si vede al massimo un giocatore dallo scatto fulmineo per squadra e quando questo prenderà iniziativa nelle sue accelerazioni, sarà puntualmente da solo e quasi mai seguito. Un po' come Salah quando giocava a Roma o Firenze e si pensava fosse solo "un fuoco di paglia" (ma dove pensa di andare quello lì). Quando in Italia un giocatore scatta le voci dagli spalti e dalle panchine sono sempre concordi: "Rallenta" "Dalla indietro" "Falla girare" "Ma dove vai che non c'è nessuno", mentre i compagni istruiti per essere pigri stanno a guardare e sperare al massimo in una super azione solitaria.
In Italia siamo lenti. Troppo lenti! 
Ridatemi i Martins e tenetevi i Correa.