Nella scorsa stagione nella seconda parte si è vista una Juve brillante, con idee chiare tranne per un dettaglio: la panchina corta.
Partiamo dal modulo: 4-2-3-1 sembrava un modulo perfetto e allora si è pensato di comprare dove servivono ricambi, con Douglas Costa e Bernardeschi per Mandzukic e Cuadrado, con Matuidi da aggiungere a Pjanic, Marchisio e Khedyra.

Poi però è successo qualcosa all'interno dello spogliatoio. Daniel Alves se ne è andato e lo stesso ha fatto Bonucci. La società si è trovata spiazzata e in emergenza ha preso De Sciglio e Howedes.
E' stato fatto un tentativo anche per Spinazzola, ma giustamente l'Atalanta ha fatto valere il contratto stipulato per il giovane terzino con la società bianconera.
Comunque Allegri sembrava che avesse trovato il bandolo della matassa, ma all'interno dello spogliatoio c'è ancora qualcosa che non va.
Barzagli non può più rendere come una volta, a destra ancora non è stato trovato il sostituto di Alves, il centrocampo ancora non convince, il gioco latita e per ultimo Alex Sandro gioca come se fosse prossimo ad una cessione.
Non è più lui. La Juve non decolla, non per una questione tattica o tecnica, ma di stimoli.
Troppe disattenzioni, sembra che la testa di alcuni giocatori sia altrove. Ricordo bene la prima Juve di Lippi, ci fu la svolta in quella stagione contro la Fiorentina in casa per 3 a 2 con gran gol di Del Piero. 

Chi lo sa, magari questi stimoli si possono ritrovare in Champions, dove hanno un conto aperto. Ci vuole una scossa.