Una bella chiacchierata con Giovanni Tchetchoua, centrocampista classe ’00 della Virtus Francavilla Calcio militante in Serie C, che ha dedicato parte del suo tempo rispondendo ad alcune domande calcistiche e sul tema dei migranti.

Cosa ne pensi riguardo il fenomeno dell’immigrazione?
Io sono arrivato in Italia perché il presidente del Camerun ha creato delle leggi per sé, mio padre faceva l’ingegnere ed è venuto in Italia. Così dopo sette anni, ha portato con sé tutta la famiglia. Esistono diversi tipi di migrazione: chi è costretto perché deve scappare per diversi motivi e chi, invece, emigra per trovare più spunti.

Pensi che sia un fenomeno che porta cambiamenti positivi o negativi nella società?
Dipende dall'uomo in sé, perché nel mondo ci sono persone buone o cattive. Non è l'immigrato cattivo che fa la differenza o la cultura diversa, se l'uomo ha dei concetti di base sarà sempre ben visto da tutti.
L'immigrazione può essere solo positiva, se la gente ha intelligenza.

Hai mai subito episodi di razzismo dentro o fuori dal campo o problemi a causa del tuo colore della pelle?
Problemi no, ma ti dico: qualche settimana fa sono andato allo stadio con degli amici, ai miei amici hanno fatto passare tranquillamente il controllo, invece, hanno chiamato dei corpi speciali per farmi controllare.

E tu cosa hai pensato in quel momento?
Ormai sono abituato, non mi stressa più...

Pensi che l'Italia sia un paese razzista?
Dal punto di vista delle persone con la mia età no, perché i giovani sono più abituati rispetto alle persone anziane che non sono abituate a vedere i migranti.

Sabato 18 Febbraio è stato dato inizio al progetto Integration League, ideato per coinvolgere cittadini locali insieme a rifugiati e richiedenti asilo...  a tal proposito ti chiedo: cosa ne pensi di questo progetto che vede il calcio come modello d'integrazione?
Ogni attività sportiva è perfetta per l'integrazione perché entrare nello spogliatoio e conoscere persone nuove con un'altra cultura è qualcosa di oro. Gli ambienti sportivi ti insegnano tante cose, oltre a quelle sportive, anche quelli culturali e sociali.

A tal proposito ti chiedo, lo sport come può contribuire con il fenomeno dell'integrazione?
Penso che l'ambito sportivo sia il modo più giusto per l'integrazione.

Negli anni scolastici, se riuscito a conciliare il calcio con lo studio oppure hai dovuto abbandonare gli studi per inseguire la tua passione?
Fino al quarto superiore sono riuscito, ma quando giocavo all'Inter era molto difficile perché avevo allenamento ogni giorno.
Quando sono arrivato al Francavilla, sono entrato nel professionismo, è stato difficile conciliare la scuola con il calcio... perciò ho deciso di puntare sullo sport.

Prima abbiamo parlato di sport, a tal proposito ti chiedo: chi è stato il tuo idolo da bambino e chi è adesso?
Quando ero piccolo mi piaceva tanto guardare Ronaldinho, mio padre mi parlava di Okocha che è stato un famoso giocatore nigeriano molto forte... adesso, invece, a livello calcistico mi sono innamorato del basket. Ho iniziato a vedere Michael Jordan, ma ora mi piace Stephen Curry.

La Virtus Francavilla è conosciuta da anni per la valorizzazione dei giovani e perché riesce a far diventare grandi tanti calciatori... tra i talenti sbocciati basta pensare a Nzola, Folorunsho o lo stesso Partipilo. A tal proposito ti chiedo, quali sono le tue prospettive per il futuro?
Spero di puntare il più in alto possibile e di raggiungere l'obiettivo.

Secondo te, il calcio italiano è in crisi? Una possibile soluzione può essere quella di dare più spazio ai giovani del vivaio, invece, di investire su giocatori già pronti?
Quello assolutamente sì, però non si può parlare di calcio italiano in crisi.
Anche quest'anno si è visto che ci sono molti giovani forti. Però dare il calcio italiano in crisi non mi sembra il caso.