Gennaio 2022

“Da bambino il mio unico desiderio era giocare a calcio e che i miei genitori potessero vedermi in tv. Quel che è venuto dopo, la fama, il denaro, i trofei… tutto fantastico, ma non paragonabile alla prima volta che mio papà mi ha visto in televisione”.

Comincio con questa bellissima citazione del leggendario Samuel Eto’o che spiega tutto il significato del calcio.
Eri meglio prima. Sì, hai sentito bene, eri meglio prima. Adesso sei diventato così complicato ed è diventato anche difficile capirti; forse sono io che ti vedo peggiorato oppure saranno stati tutti gli aggiustamenti che hai dovuto sopportare che ti danno l’impressione di essere strano e fai passare qualsiasi cosa succeda come una cosa comune. Var, cori/insulti razzisti, giocatori che pensano solo ai soldi, regolamenti non rispettati e il non puntare sulla crescita dei settori giovanili… queste sono le cose che rendono malato questo sport, ma vediamole insieme.

- VAR E REGOLAMENTO: l’introduzione del VAR ha significato un grande punto di svolta nel mondo del calcio: il suo utilizzo è stato approvato dall’International Football Association Board (IFAB) nel giugno del 2016 e, dopo alcuni esperimenti, la FIFA ne ha annunciato l’introduzione ufficiale in occasione del Mondiale del 2018 in Russia. Nel campionato di Serie A e nella Coppa Italia è stata introdotta a partire dalla stagione calcistica 2017/2018 dopo che a Giugno del 2017 ha ricevuto l’ok da parte della commissione del nostro paese. Dentro la VAR per un calcio nuovo e fuori gli arbitri da porta per un calcio vecchio. Cosa significa Var? Var è un acronimo di Video Assistant Referee, ossia “assistente video dell’arbitro” e indica un aiuto per il direttore di gara e i suoi assistenti tramite un supporto video che consente loro di confermare o meno un’azione da gioco.
Secondo il regolamento VAR, la moviola in campo non può dunque essere utilizzata in tutte le fasi di gioco, ma solo ed esclusivamente in questi casi, denominati “match-changing situations”: l’assegnazione di un goal; l’assegnazione di un rigore; l’espulsione diretta, dunque il rosso immediato non ottenuto dalla somma di due ammonizioni; lo scambio di identità, ossia quei casi in cui il direttore di gara si sbaglia e scambia il calciatore da ammonire o da espellere con un altro.
Inoltre, è necessario ricordare che l’utilizzo del var viene richiesto dal direttore di gara sul dubbio di un’azione. Il funzionamento di tale procedura è formato da tre diverse fasi: gli arbitri e gli assistenti addetti al sistema VAR informano l'arbitro riguardo a una decisione da rivedere; gli addetti al VAR rivedono le immagini video, spiegando all'arbitro cosa è successo; l'arbitro, per decidere, potrà rivedere il video a bordo campo.
Secondo alcuni, se in passato ci fosse stata la Var si sarebbero potuti evitare tanti errori arbitrali che in molte occasioni hanno alterato l’esito di una partita. Io non ne sarei così sicuro visti gli ultimi errori arbitrali che hanno condizionato molte partite come Milan-Roma dello scorso 6 Gennaio dove non sono mancate le proteste da parte della squadra ospite per la mancata concessione dei due rigori dopo i falli su Ibanez e Zaniolo.  

- RAZZISMO NEL CALCIO: che senso ha partecipare o inginocchiarsi alla giornata del Black Lives Matter se poi alla fine si verificano sempre eventi di razzismo? Il mondo del calcio, ormai da troppo tempo non riesce a liberarsi del problema del razzismo e non solo… ad accentuare il fenomeno del razzismo sono gli stessi tifosi non riescono a limitare i cori e gli striscioni a semplici “sfottò” innocenti, che rendono viva la rivalità tra le squadre e accendono l’atmosfera in mezzo al campo.
In Italia, ma non solo ci sono stati e ci sono ancora tuttora giocatori vittime di razzismo… si è parlato spesso dei vari provvedimenti che potevano essere presi in atto dall’arbitro in caso di comportamenti o gesti discriminatori: sospensione della partita con la possibilità di sconfitta a tavolino per la squadra dei tifosi razzisti. La verità è che nessun arbitro ha mai avuto il coraggio di prendere una decisione tanto estrema e, forse, è anche per questa ragione che il calcio non riesce a liberarsi di questo oscuro nemico. In Premier League, per esempio, la pena per chi viene pizzicato in comportamenti razzisti equivale spesso al daspo, ovvero il divieto di rimettere piede in uno stadio. In più la Fa, la Football Association, è da sempre in prima fila nella lotta al razzismo con iniziative e campagne di sensibilizzazione ad hoc. Perché il razzismo va combattuto sempre con forza in ogni ambito, sport compreso, per un mondo migliore per tutti.

- LE BANDIERE DI UNA VOLTA…: prima c’era Del Piero, Maldini, Zanetti; adesso chi c’è? Sì, c’è ancora Buffon... ma quando si ritirerà non ci sarà nessuno. Perché dico nessuno? Perché il calcio non è più quello di una volta, dove si giocava per la maglia e per raggiungere dei traguardi assieme, ma è diventato un chi offre di più nel pagarti lo stipendio. Infrangono sogni di bambini e mandano su tutte le furie chi aveva creduto in loro, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un sacco di retroscena e cambiamenti. Da Pellè fino all’ultimo Insigne che dopo aver trascorso tantissimi anni nella città che lo ha reso grande decide di cambiare località e trasferirsi al Toronto per essere pagato ancora meglio. Ormai il calcio è diventato solo un mondo pieni di soldi, con la capacità di far interrompere e dimenticare quelle storie d’amore che hanno portato numerosi ricordi e fatto sognare intere generazioni.

- REGOLAMENTI NON RISPETTATI: quante volte abbiamo detto che vogliamo vedere un calcio pulito e frizzante? Tante volte, ma vedere un << calcio pulito e frizzante>> non riguarda solo nelle partite anche nei regolamenti che questo sport impone. Da molti anni a questa parte i regolamenti sembrano essere passati inosservati per molte società che non ricevono nemmeno una punizione per le regole non rispettate; uno dei regolamenti che ormai passa inosservato e che si fatica a rispettare è quello del Fair Play Finanziario che riguarda il non far estinguere i debiti delle società calcistiche. Un altro regolamento che negli ultimi 2 anni è entrato in vigore nel mondo del calcio è quello che riguarda il Covid-19; anche con quest’ultimo si fa fatica a rispettarlo e molte società trasgrediscono ciò che egli dice. Un caso che nelle ultime settimane ha fatto molto discutere è quello legato al match dello scorso 6 Gennaio Juve-Napoli dove la formazione partenopea ha schierato titolare tre giocatori che erano stati messi nelle ore precedenti in quarantena fiduciaria dall’Asl, uno dei quali è risultato positivo dopo lo svolgimento della partita.

- NON SI PUNTA PIU’ SUI SETTORI GIOVANILI: dire che il calcio ha una malattia mi sembra troppo, però è la verità. Questa malattia si chiama giocatori già pronti e si può curare solo puntando sulla crescita dei settori giovanili. Sarà la crisi economica legata alla pandemia, molte società stanno riscoprendo l'importanza dei settori giovanili. Per far sì che i giocatori prelevati dai settori giovanili facciano vedere quello che hanno imparato, bisogna avere pazienza e tempo; pazienza nel prendere giocatori tardivi e tempo per aspettarli perché se un ragazzo è bravo, non va abbandonato alla prima difficoltà. Certo, puntare sui settori giovanili vuol dire investire soldi… ma se escono giocatori importanti, entrano soldi che possono essere investiti di nuovo.

Ma nonostante tutto... se il calcio risulta essere lo sport più popolare e più praticato dell'intero globo terrestre, un motivo ci sarà!