Il Grande Torino può essere interpretato come un fatto storico ed umano inimitabile ed unico, avvenuto grazie ad una irripetibile serie di fatti ed avvenimenti concomitanti. Come ogni fenomeno storico è riproducibile in tutto o in parte, ma la sua nuova manifestazione non sarà mai una copia esatta dell’originale.

Il Presidente Urbano Cairo ha dichiarato più volte di aver assunto, da quest’anno, come modello di campagna acquisti per il Torino di oggi, quanto a suo tempo adottato dal Presidente Ferruccio Novo nella gestione del Grande Torino.

Al fine di cogliere lo spirito di questa politica di acquisto e comprendere come in effetti si è sviluppata, ripercorriamo la storia di allora, richiamando alcuni fatti salienti, nel contesto d’insieme della Squadra.

 

     Campione            Età/R   1942-43        1945- 46              1946 - 47               1947 - 48             1948/4-5-1949

Valerio Bacigalupo   25 P   Vado L.      Grande Torino    Grande Torino    Grande  Torino   Grande Torino

Aldo Ballarin            27 D   Triestina    Grande Torino   Grande Torino     Grande Torino    Grande Torino

Dino Ballarin            26 P    Rovigo       Clodia                  Clodia                   Grande Torino     Grande Torino

 Emile Bongiorni      28 A    CA Paris    RC Paris              RC Paris                RC Paris                 Grande Torino

Eusebio Castigliano  28 D   Spezia        Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino      Grande Torino

Rubens Fadini           22 A                      Gallaratese           Gallaratese             Gallaratese             Grande Torino

Guglielmo Gabetto   33 A    Gr. Torino  Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino Ruggeto Grava           27 A    Amiens        Rubaix                  Rubaix                  Rubaix   Grande Torino   Giuseppe Grezar       33 A    Gr. Torino  Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino  

Ezio Loik                   30 C   Gr. Torino   Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Virgilio Maroso         24 D   Giov. Torino  Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Danilo Martelli          27 C    Brescia          Brescia                 Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Valentino Mazzola     30 C/AGr. Torino   Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Tomeo Menti              30 A   Gr. Torino   Fiorentina             Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Piero Operto               23 D                        Casale                   Casale                   Casale                  Grande Torino               

Franco Ossola             29 A  Gr. Torino   Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Mario Rigamonti         27 C  Gr. Torino   Grande Torino    Grande Torino    Grande Torino     Grande Torino

Julius Schubert            27  C                     Slovan Bratislava  Slovan Bratislava Slovan Bratislava  Grande Torino

La tabella precedente, costruita sulla base di dati reperiti in letteratura, illustra chiaramente per il Grande Torino tre periodi con politiche di acquisto decisamente differenti, classificabili come segue:

1 . FORMAZIONE DELLA SQUADRA: dal 1939 (primo anno di Presidenza di Ferruccio Novo) al 1943 furono effettuati numerosi acquisti fondamentali, in particolare Gabetto, Grezar, Loik, V.Mazzola, Menti, Ossola , Rigamonti. Con questi Campioni, Novo giunse a posare la sua prima pietra miliare, il primo scudetto del Grande Torino.

2. CONSOLIDAMENTO: Nella prima parte del 1945 la Squadra fu ricostruita dopo la Guerra Civile in Italia, inserendo Bacigalupo, A.Ballarin, Castigliano, Maroso, completando così la formazione tipo che trionferà su tutti i campi italiani. Negli anni a seguire Novo supportò questa Squadra con alcuni campioni fra i quali Sauro Tomà e Danilo Martelli (1947)

3. RINNOVO: nel 1948 Novo si rese conto del trascorrere implacabile del tempo per i suoi Campioni (ormai trentenni). Allora dovette pensare a dei giovani acquisendone ben cinque.

 

Dunque il Presidente degli Invincibili, per tre anni circa, dalla seconda metà del 1946 fino al 1948, confermò l’intera rosa. Lo fece dopo aver avuto la certezza di aver costruito una Grande Squadra che dava garanzie di continuità e di qualità ampiamente adeguate, come fu confermato dal conseguimento dei campionati successivi.

Dunque assumere, per quanto possibile, il modello corrispondente al Grande Torino della seconda fase, significa letteralmente essere convinti di avere una squadra ottimale che occorre consolidare. Si ritiene improbabile che il Presidente Urbano Cairo intenda precisamente questo... Infatti questo Torino non ha ancora fornito tutte le conferme necessarie, sebbene le speranze e le aspettative siano alte. E’ possibile che Cairo pensi ad un rafforzamento della squadra utilizzando il modello adottato dal Presidente Novo nella fase di consolidamento.

Fin qui abbiamo parlato di campagna acquisti molto particolari, ma, come è noto, il modello Grande Torino, per funzionare al meglio, aveva bisogno di ulteriori e diverse prerogative.
Per comprendere quale fosse il contesto in cui il Presidente Novo agì, occorre conoscerlo a fondo, mentre in questa sede è possibile solo accennarlo.
In primis occorre citare il tipo ed il metodo dei suoi acquisti. Furono acquistati i giocatori più forti disponibili, segnalati frequentemente da Vittorio Pozzo. Furono operazioni come quella che portò al Torino campioni come Loik e V. Mazzola nel 1942 dal Venezia, portata a termine con un ingente somma (1.200.000 Lire) e due contropartite tecniche (Mezzadra e Pedron), bruciando sul tempo la concorrenza.

Questo però non sarebbe stato sufficiente. Infatti il Presidente Novo, seguendo il suo stile originale, gestì il Grande Torino, non limitandosi all’acquisto di giocatori eccellenti, ma dedicando molto tempo alla cura delle relazioni fra i componenti della sua squadra.
I rapporti personali nel Grande Torino erano sinceri ed aperti. Ogni calciatore poteva far affidamento sul Presidente, per eventuali consigli o pareri. La vita dell’atleta e quella dell’uomo non erano disgiunte. F. Novo conosceva uno per uno i suoi ragazzi; i giocatori strinsero amicizie profonde fra loro, tanto da decidere, in qualche caso, di condividere la stessa abitazione. Venne così a crearsi una sorta di comunità dai membri molto uniti.
In campo non erano solamente dei calciatori, ma anche degli amici, molto affiatati, perfettamente in sintonia; riconoscevano in Mazzola il loro Capitano. Al momento opportuno Valentino Mazzola si rimboccava le maniche. Tutti interpretavano perfettamente il significato di quel gesto simbolico, solitamente provocato o seguito da un altro fatto emblematico: il suono della Tromba del trombettiere del Filadelfia, che dava la carica.
Ogni giocatore immediatamente cambiava modo di interpretare la partita: iniziava così il Quarto d’ Ora Granata, cui nessun avversario poteva resistere.
I fattori principali che giocarono a favore della squadra degli Immortali, furono quindi due: uno tecnico e l’altro umano, senza dimenticare la scelta di un ottimo allenatore e del modulo WM. Questi elementi furono probabilmente quelli  alla base del successo del Grande Torino.

Occorre però considerare che il contesto sociale e sportivo di allora era molto diverso da quello di oggi.
L’epoca del Grande Torino era molto particolare, i valori umani e di solidarietà fortemente sviluppati, le persone diverse dall’oggi (erano anche gli anni della sana rivalità tra Bartali e Coppi). Oggi l’organizzazione del mondo dello sport e del calcio in particolare è cambiata, vi sono procuratori e mogli procuratrici, regolamenti complessi, nonché Sponsor, diritti televisivi, ecc.
Dunque è possibile che il Presidente Cairo, si ispiri, mutatis mutandis, al modello Grande Torino cercando di perseguire la creazione di valori societari moderni e originali, quali quelli fin qui dichiarati da lui e dal suo staff, vale a dire: adottare una rigorosa politica di bilancio, realizzare strutture di allenamento per le formazioni giovanili, ampliare (forse) il Filadelfia, dotandolo di servizi(mensa) per i calciatori e del Museo della Leggenda Granata; fare in modo (in futuro) di acquisire la proprietà di uno Stadio e varare future politiche di marketing adeguate.

Questo insieme di azioni, collegata a una selezione di giocatori effettuata secondo criteri sia tecnici che umani, può costituire un modello Grande Torino, seppur con i necessari adattamenti. Le note doti imprenditoriali del Presidente Cairo, le sue potenzialità indubbie, come la tenacia e la caparbietà, consentiranno di assumere con successo il modello descritto e, probabilmente, altri ancor più ambiziosi, portando a Torino campioni orgogliosi di indossare la maglia granata.