Nella fitta pioggia di Marassi il Torino, domenica pomeriggio, non è riuscito nell’impresa di riprendere la marcia interrotta con il Lecce.
Dopo le due prime belle giornate con il Sassuolo e l’Atalanta, la manovra granata non ha ripreso fluidità ed efficacia e i suoi attacchi si sono infranti contro l’arcigna difesa dei blucerchiati. Nemmeno l’innesto nel secondo tempo di forze fresche e dalla capacità creativa sono valsi al Torino per conseguire un meritato pareggio.

Chi ha negli occhi la partita con il Lecce e quella di oggi con la Sampdoria, inevitabilmente si domanda: perché si è rotto il bel giocattolo nuovo chiamato Toro?
Com’è possibile che una settimana di sosta in più, qualche chiacchiera di troppo per il caso N’Koulou, abbiano inciso pesantemente sugli equilibri della squadra? Dov'è finito il Torino delle prime giornate roccioso e sicuro, quasi grintoso, mentre adesso non riesce a produrre bel gioco e stenta a tirare in porta? Questo si chiedono in molti, e si domandano anche il perché.

Non servirà a molto, ma occorre provare a chiedersi la ragione di questa involuzione di gioco, sulla base di quanto visto o si può intuire e supporre.
La preparazione non è stata ideale, incominciata in anticipo per l’EL e con molti elementi occupati con le rispettive Nazionali che si sono potuti inserire solo a ritiro terminato da tempo, così come Verdi e Laxalt, acquistati all’ ultimo minuto.
Se per i primi non si poteva fare altrimenti, per gli altri due, almeno per Verdi, acquistato alle condizioni economiche dettate dal Napoli, perché non si è potuto provvedere due mesi prima, consentendo il suo pronto inserimento in squadra in tempo per l’EL? Solo il Presidente Cairo può rispondere, avrà avuto i suoi buoni motivi, anche se per i più resta un alone di mistero attorno alla vicenda.
Nelle due settimane di sosta per la nostra Nazionale, sembra si sia cercato di correggere la preparazione, sottoponendo i giocatori a carichi pesanti, senza avere il tempo di ridurli gradatamente, per dare scioltezza. In effetti contro il Lecce quasi tutti erano molto lenti come “imballati”. Se così fosse non sarebbe un male, vorrà dire che in futuro avremo più preparazione atletica, anche se sarà costata due sconfitte.

Un’altra problematica consiste nelle cosiddette “catene laterali”. Per intenderci, sembrerebbe che le mezzali si siano dimenticate di effettuare il gioco d’appoggio con l’esterno; le ben note triangolazioni lungo la fascia, dovrebbero liberare l’esterno per il cross, con lo spazio dovuto, senza essere pressato dall’uomo. A sinistra Aima evidentemente fuori forma, non riusciva quasi mai a dialogare con Meitè (a sua volta da tempo fuori forma) né tantomeno a raggiungere il fondo, mentre a destra si è assistito a grosse sgroppate di De Silvestri senza sbocchi degni di nota.

Con la Samp, entrati Verdi e Laxalt, finalmente si è visto interpretare questa tattica di gioco a beneficio evidente delle manovre in attacco. Eppure ci si chiede: stare sulla fascia è il gioco in cui Verdi rende di più? E’ stato schierato come mezzala/ala sulla fascia sinistra, dimostrando la sua versatilità. In questo modo, però, non ha potuto costruire degli assist, delle palle filtranti (come un trequartista) perché disciplinatamente rimaneva decentrato sull’ala, limitandosi a effettuare lanci in profondità, quasi esclusivamente con cross dalla tre quarti. D’altra parte da quella posizione non poteva fare altrimenti.

Quando è entrato Berenguer, Verdi ha potuto andare verso il centro, centro - destra, ma ormai il tempo era quasi scaduto.

Infine, riprendendo un concetto espresso dal Mister, il Toro con i Blucerchiati, dopo il goal, ha giocato abbastanza bene, ma è mancato nell’ultimo passaggio. Forse perché le fonti del gioco sono state bloccate (poiché le catene d’ala non sempre hanno funzionato o Verdi è entrato troppo tardi).

Si perdonino queste riflessioni, seppur condivise con molti supporters a fine partita. Forse le vere cause del momento non positivo sono altre, e se non sono queste sarebbe interessante conoscerle. In ogni caso domenica si sono viste anche buone giocate, come quelle di Baselli, con molti recuperi provvidenziali. Verdi e Laxalt hanno fatto vedere di essere validi. Lyanco, sfortunato sul goal, ha tenuto bene il centro della difesa: giovane molto interessante.


Ma adesso… chi aggiusta il giocattolo rotto?

Mr. Mazzarri… ci pensa Lei vero? Solo Lei è in grado veramente di vedere dove si inceppa il gioco dei suoi ragazzi. Magari potrà aiutarla il Presidente Cairo che sa dare serenità all’ ambiente, anche concludendo, appena possibile, quei rinnovi contrattuali, anche il suo, che da tempo sono da concludere. Il Presidente vorrà vedervi all’ opera contro il Milan, così come tutti noi; siamo ansiosi di vedere giocatori dare tutto il proprio impegno con umiltà (come ha detto Baselli) onorando quella maglia che dovrebbero sentire tutti come una seconda pelle.

Il momento è critico... l’intera società, dal Presidente, al Mister, alla squadra e ai tifosi e supporters, giovedì, volendo, potrebbero diventare all’Olimpico un Grande Torino, un monolite granata per respingere il pericolo, per riportare tutti insieme alla vittoria il nostro Torino.

Quando il Toro riprenderà a marciare spedito, recuperando Ansaldi di cui si sente molto la mancanza anche come mezzala, dopo che l’inserimento dei nuovi sarà completato, forse si potrà contare su di una squadra ben forgiata, capace di fornire prestazioni ad alto livello, regalandoci le attese soddisfazioni.