Leggendo i giornali in questi giorni, si rimane quantomeno sconcertati: c’è chi pensa di abbattere San Siro, lo stadio dei milanesi, contenitore di una storia infinita.
Per eseguire ciò, sono stati presentati, dalle due società Milan e Inter, due progetti che prevedono entrambi la demolizione di San Siro, la costruzione in adiacenza di un nuovo Stadio e di due grattacieli nelle vicinanze, per ospitare enormi Centri Commerciali, di cui Milano non sembra avvertirne la mancanza.
Tutto questo assumendo a pretesto la presunta inadeguatezza dello stadio ad ospitare due squadre di prestigio come Milan ed Inter (inadeguatezza dichiarata e dimostrata da chi e come?) in quanto mancanti delle necessarie strutture di accoglienza (hospitality) per gli spettatori.

Sorge spontanea una domanda: con una ristrutturazione dello Stadio esistente non si potrebbe ottenere lo stesso risultato?

I due progetti presentati, ripetiamo, prevedono la demolizione di San Siro. Sono solo proposte, per ora fortunatamente ancora tali. Entrambi, tuttavia, sostengono presunti vantaggi sia nelle tempistiche di attuazione [1] che economici a favore della “demolizione e ricostruzione”, rispetto all’ipotesi “ristrutturazione”. [2]

Sorgono così molti dubbi: come mai tempi di attuazione con disservizi lunghissimi?
Quali sono i conti economici sui quali si basano questi assunti?
Come sono stati calcolati i preventivi di spesa?
Con quale grado di precisione sono stati elaborati?

Ma non parliamo solo di soldi! Le grandi opere vanno meditate, discusse e motivate, soprattutto se riguardano demolizioni di impianti centenari ancora perfettamente funzionanti.
E’ incredibile come si possa pensare di abbattere San Siro, il secondo stadio più bello del mondo, come definito dal Times di Londra nel 2009. Uno dei quattro stadi d’ Italia Classificati ai massimi livelli dell’UEFA (con l’Olimpico Grande Torino, Allianz di Torino e Olimpico di Roma) che potrebbe, per esempio, ospitare la finale di Champions League del prossimo anno.

San Siro nacque come un piccolo stadio su modello di quelli inglesi. Successivamente fu ingrandito e più volte ristrutturato aggiungendo degli anelli, uno sopra l’altro, in verticale, per aumentarne la capacità ricettiva. Insomma San Siro è un po’ come un’enorme Matrioska le cui “bamboline” si sono sovrapposte per gradi nel tempo, su quel “seme” catalizzatore, primo elemento costruito nel 1925, fino alla “Madre” esterna del 1990.

Proprio una Matrioska, quale simbolo della nostra vita: secondo l’antica tradizione russa vi sono raccolte storie, ricordi, relazioni, esperienze. Dunque San Siro, così come è stato realizzato, è un contenitore di arte e storia, costituendo quella “Scala del Calcio”, simbolo di Milano, alla pari del Duomo.

Chissà se oggi vi sono dei vincoli di salvaguardia architettonica su San Siro?
Chissà se in passato sussistevano e sono stati rispettati?

Probabilmente questi argomenti hanno un’importanza relativa, dal momento che si può oramai considerare San Siro come una Basilica costruita sulle fondamenta di un antico tempio. Pertanto ora è essenziale preservare il guscio esterno, la basilica, proteggendo nel suo interno tutti quegli aspetti che sa contenere.

Il suo nome originario riprendeva quello di un’antica chiesetta costruita nei suoi pressi, di cui si è perduta memoria. Oggi, come è noto, la sua denominazione è Stadio Giuseppe Meazza, campione milanese di tante epiche battaglie, così come sancito da una targa all’interno dell’edificio:

“A Giuseppe Meazza ………….. Il popolo di Milano intitola questo glorioso stadio, tante volte illustrato dai suoi gesti di atleta”.

Dunque, come dice l’epigrafe, la Città di Milano sente suo questo stadio. Con tutto rispetto per Giuseppe Meazza, San Siro è rimasto San Siro nella tradizione di molti milanesi: non si cambia nome ad un gioiello di Casa.

Sarebbe interessante conoscere che cosa dicono gli stessi milanesi a proposito di questi progetti. Anche tanti altri Italiani avranno molto da dire e da scrivere, si spera, su questa faccenda.

Si osservi quanto poco siano sensibili, a queste argomentazioni, le due Società che hanno costruito la loro fama mondiale in questo stadio, Milan e Inter, addirittura promotrici delle due proposte.

Siamo costretti a prendere atto della loro pressoché totale sordità in merito alle motivazioni magistrali e diametralmente opposte di altri grandi del calcio, con tradizioni pari alle loro.[3]

Proviamo a sentire come parlò il Presidente del Real Madrid il giorno della presentazione del progetto di ristrutturazione del Santiago Bernabéu:

“Questo è il luogo in cui il Real Madrid unisce le forze, in un sentimento che ci unisce da 117 anni. Un club di tutti e per tutti, che non teme l'impossibile e non si arrende mai.”

117 anni …!!!

Dal 1925 ad oggi ne sono trascorsi di meno, ma sono tantissimi per le numerose generazioni del Milan come dell’Inter, sempre legate a San Siro!

Quello stesso giorno, al Santiago Bernabeu, fece eco al Presidente il Sindaco di Madrid: “Oggi siamo di fronte a uno dei più grandi progetti per il futuro del Real Madrid e della città. Noi saremo sempre vicini alle realtà calcistiche come Real, Atletico e Rayo Vallecano. Il calcio oggi è un fattore decisivo ...”.

Analogamente Jordi Moix, vicepresidente dell’area patrimoniale al Barcellona, ha presentato ai media il progetto del “Nou Camp Nou”. Sul web, Moix parla della storia del club, dei suoi valori spiegando i dettagli del rimodellamento urbano che vivrà il Camp Nou.

Le Amministrazioni di Madrid e Barcellona [4] “sentono” la ristrutturazione del loro Stadio principale, come un progetto strategico per la loro città, che evidentemente condividono e appoggiano, con un palese senso di appartenenza.

Due grandi città non subiscono ma fermamente vogliono un’opera così importante, che segnerà con un tratto indelebile il loro tessuto urbanistico. Non si tratterà, per loro, di un terribile vulnus, come sarebbero i due grattacieli, le cui fondamenta sorgerebbero da un tremendo “buco” nella storia e nella cultura di Milano.

Non hanno costruito grattacieli a Groud Zero a New York, non hanno costruito grattacieli a Parigi in Place de la Bastille!

Intanto non si ode nessuna voce dal Comune di Milano! … unico esclusivo proprietario di San Siro

Se, come è stato riportato dal web e dai giornali, tutto questo ha anche solo una possibilità di diventare realtà, di che cosa staremmo parlando? Di che cosa ci staremmo preoccupando?

Non sono certo le tesi di inguaribili romantici a deviare il corso della storia.

In questo caso forse si è di fronte all’ennesima applicazione della logica del profitto, che abbatte simboli, storia e tutto quanto c’è da distruggere, solo ed esclusivamente affinché qualche tasca si arricchisca.

Siamo di fronte alla desueta logica della cementificazione per creare un nuovo stadio ed i suoi grattacieli, con il conseguente inquinamento dell’ambiente dovuto anche alla creazione di enormi rifiuti. Pensate a quante tonnellate di macerie da smaltire per l’abbattimento di San Siro: un’ enorme cava in Milano!

Per contro, pensate all’eccezionale quantità di denaro che verrebbe mossa da questo possibile scelta. Sussiste forse il ragionevole dubbio che si verifichi il più orribile “assalto alla diligenza” dei conseguenti appalti?

I progettisti sostengono che San Siro, abitato solo durante le partite di calcio, costituisca per il resto del tempo un vuoto per la città.

Pensiamo quindi all’illusorio e fuorviante sillogismo con cui sono proposti questi progetti, affermando, sostanzialmente: San Siro è un vuoto in città, bisogna eliminare i vuoti della città, quindi bisogna eliminare San Siro!

E’ evidente, invece, come, abbattendo San Siro, si creerebbe un buco nero nella cultura di Milano che nemmeno i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale riuscirono a provocare.

Possiamo dire che stiamo parlando di sport, di uno stadio, del rimodernamento della “Scala del Calcio”? E’ difficile poter affermare ciò, vero?

Occorre essere lucidi per riuscire a intuire la logica del profitto!?

 

….. Allora, mio caro Vecchioni, da buon “milanese”, cosa ne pensi di ‘sta storia, in questi giorni mentre leggi i giornali?

Sai, di “Luci a San Siro” come le tue, non volevi accenderne più. Promettesti di spegnerle per sempre, ma in senso metaforico, chiedendo scusa a Milano... perché “stavi scherzando”.

Invece questi non scherzano…
Forse, caro Roberto, è giunto il momento di pensare veramente “ai tuoi vent’anni”, perché se ti demoliscono San Siro, nessuno te lo darà indietro, come fu per la tua “600 e la ragazza che sai tu…”, e veramente “Luci a San Siro non ne accenderanno più...”.



 

[1] In caso di ristrutturazione previsti ben 4 anni di inagibilità della struttura!

[2] Per altro  la ristrutturazione è sostenuta da molti progetti recenti che giacciono nei cassetti del Comune di Milano e delle società proponenti.

[3] Del resto gli attuali proprietari di Milan e Inter, venendo entrambi da molto lontano, possono non essere molto interessati alla storia ed alle tradizioni delle loro due società… Meditate, meditate…

[4] In molti casi, in altri luoghi d’ Europa, le società calcistiche come Marsiglia, Athletic Bilbao, Real Sociedad, hanno deciso di ristrutturare i loro stadi in nome di una continuità con la loro storia, trovando tempi e modi per non lasciare inagibili a lungo i loro stadi nel corso dei lavori. Altro che 4 anni di disservizio, come sostenuto dai promotori del progetto, per scartare l’ipotesi ristrutturazione!