L’Africa è un magnifico continente, ricco di umanità e risorse naturali, purtroppo martoriato da un’infinità di guerre tribali, causa di povertà e fame. Fra le sue ricchezze ci sono i suoi magnifici Atleti famosi in tutto il mondo per le loro prestazioni sportive e per la loro sensibilità ed empatia. Tra le varie discipline, il calcio è senza dubbio lo sport più popolare in quasi tutti i paesi d’Africa, ad esclusione forse del Sud Africa, dove sono molto popolari anche il rugby ed il cricket.

Il football fu introdotto in questo Continente circa 100 anni fa da coloni europei (in particolare inglesi) appassionati praticanti di calcio. Successivamente, circa 60 anni fa, molte Nazioni Africane raggiunsero l’indipendenza. Da quel momento nacquero squadre locali e nazionali che, a poco a poco, contribuirono a incrementare la diffusione di questo sport ed al suo sviluppo.

Per praticare questa attività sportiva bastano attrezzature molto ridotte: probabilmente il motivo della popolarità del calcio in queste terre.
In Africa si possono facilmente veder giocare dei ragazzini, in un campetto su cui semplicemente sono state segnate due porte con dei sassi e dove i piccoli calciatori si contendono una palla, spesso confezionata in casa. La passione che coinvolge pienamente questi ragazzini, è la stessa che anima i piccoli di tutto il mondo, quando hanno una palla da calciare.

I Missionari presenti in Africa possono testimoniare come tutti i bambini richiedano loro, in ogni occasione e con molto entusiasmo, ”palloni e magliette da calcio”, per quanto la loro comunità sia povera e bisognosa. Il calcio infatti possiede una potenza eccezionale: è un’isola felice, perché la partita è bensì gioco, ma è gara, competizione e soprattutto, incontro; la sua forza consiste nell’ allontanare qualsiasi problema, almeno per quei 90 minuti.

 

Cenni di storia del Calcio d’ Africa

La pratica di questo sport contribuisce non poco a superare barriere tribali e razziali, in quanto può unire, mitigando spesso pregiudizi e rancori. Proprio per questi fini la FIFA promosse la Coppa delle Nazioni Africane nel 1957. Oggi la Coppa d’Africa, così comunemente chiamata, è un trofeo molto ambito.
Dopo una partenza difficoltosa, la competizione si è allargata al punto da coinvolgere quasi tutte le Nazioni Africane.
Con lo sviluppo della Coppa d’Africa, anche la Coppa del Mondo di Calcio dovette tenere in grande considerazione il Calcio Africano, con le sue squadre emergenti. Infatti la prima Nazione Africana ammessa alla Competizione Mondiale di Calcio fu il Marocco a Mexico 1970 (ultima edizione della Coppa Rimet). Da allora i posti garantiti all’Africa in Coppa del Mondo sono passati da uno ai cinque attuali. Solo Europa e Sud America hanno rappresentative più numerose. Ciò è un chiaro indicatore della popolarità internazionale del Calcio Africano.

La capacità organizzativa di competizioni calcistiche ha in Africa dei notevoli punti di eccellenza come il Sud Africa, paese organizzatore della Coppa del Mondo nel 2010, ed il Qatar, il prossimo paese organizzatore del Campionato Mondiale di Calcio nel 2022.
Quest’ultimo avvenimento, in considerazione del clima desertico della Nazione ospitante, avrà delle caratteristiche molto particolari: sarà il primo Campionato del Mondo a svolgersi in inverno, dal 21 novembre al 18 dicembre.

Il Qatar è una regione molto vicina al Corno d’Africa ed il suo clima ha, per la maggior parte dell’anno, caratteristiche desertiche. Tuttavia, nel periodo in cui sono state previste le competizioni, il clima di quel Paese è mite. Nella capitale Doha la temperatura in inverno si aggira attorno ai 30°C. Tutti gli stadi saranno di nuova costruzione e verranno dotati, unici al mondo, di enormi impianti di climatizzazione. Questo per garantire una temperatura pari a 27°C, ritenuta ideale per il calcio. Il Qatar non ha una forte tradizione calcistica e questo sport non è molto praticato in quella Nazione.

A questo punto sorge spontanea una considerazione: non sarebbe stata migliore una scelta di una Nazione in cui il Calcio fosse largamente diffuso (magari Africana?) e che disponesse di valide infrastrutture?[1] Inoltre gli ingenti capitali impiegati per la manifestazione, non avrebbero potuto essere destinati ad una macroregione (il Corno d’Africa, in prossimità del Qatar) con dei problemi molto seri di sopravvivenza dopo guerre civili decennali? I quesiti, a quanto ci risulta, sono stati più volte posti al Comitato Organizzatore, ma per ora non hanno ottenuto risposte convincenti.

 

Il Calcio d’Africa e il Camerun

Tornando a parlare esclusivamente di calcio, è doveroso citare le cinque compagini africane in cui questo sport si è maggiormente sviluppato. Esse sono il Ghana, il Camerun, il Marocco, il Senegal, la Costa d’Avorio. Sono queste le Nazioni più famose a livello internazionale, sia per la loro costante e spesso vittoriosa partecipazione alla Coppa d’Africa, sia per le numerose partecipazioni in Coppa del Mondo. Inoltre sono molti i campioni di quei Paesi che possono vantare una fama internazionale e spesso militano in squadre di primo livello mondiale.

Fra le cinque Nazioni dell’Africa, in cui il calcio si è maggiormente sviluppato, il Camerun, o meglio La Repubblica del Camerun[2], è probabilmente la più nota e la maggiormente rappresentativa. Questo Paese è situato a ridosso dell’Equatore sul Golfo di Guinea ed è un ex colonia francese; ha conquistato la sua indipendenza nel 1960. La lingua ufficiale è prevalentemente il francese. E’ una delle più solide e pacifiche repubbliche africane ed ha un clima prevalentemente equatoriale. In questo contesto, il Calcio ha potuto svilupparsi serenamente ed efficacemente.

Il Camerun può annoverare sette qualificazioni alla fase finale di Coppa del Mondo e cinque Coppe d’Africa, più di ogni altra squadra Nazionale Africana. 
Con la storia calcistica di questo Paese, attraverso le sue imprese più note e la conoscenza dei suoi campioni, è possibile cercare di comprendere più a fondo la realtà sportiva del continente africano.
I calciatori del Camerun divennero famosi nel mondo per fascino, simpatia e soprattutto caparbietà. Sono ovunque rispettati per la loro fama di squadra molto difficile da battere, come dimostrato in diverse occasioni.
Nel 1982 in Spagna furono ammessi per la prima volta alla Coppa del Mondo.
Con i loro primi passi nel calcio mondiale, riuscirono a fermare gli Azzurri sul pareggio, nella fase a gironi, tra le molteplici prodezze di un giovane portiere: Thomas N’Kono!
Chi non è più giovanissimo avrà ancora negli occhi la partita tra Italia e Camerun ai Mondiali di Spagna. L’Italia era reduce da due pareggi con Polonia e Perù. Per passare sicuramente il turno, gli Azzurri dovevano vincere. Si rivelò un incontro difficilissimo e rocambolesco, come se la palla non volesse entrare in porta; l’Italia riuscì a sbloccare il risultato solamente al 16° della ripresa con un magistrale colpo di testa di “Ciccio” Graziani. Il portiere dette l’impressione di poter parare il tiro, ma scivolò leggermente sul piede di appoggio, perse il tempo per lo stacco e, finalmente, la palla si infilo nel sette. Goal!
Non ci fu neanche il tempo di gioire ed un solo minuto dopo, al 17° s.t., il Camerun pareggiò con Grégoir M’Bida. La partita scivolò inesorabilmente verso l’epilogo fra una parata impossibile e l’altra del portiere del Camerun, Thomas N’Kono. Alla fine la partita terminò in pareggio: 1 a 1! Fortunatamente l’Italia si qualificò per la differenza reti.
Il Camerun invece fu eliminato senza essere mai sconfitto. Ma la propria fierezza e tenacia gli valse l’appellativo di “Leoni Indomabili”, coloro che fermarono gli Azzurri, quegli stessi Azzurri che, pochi giorni dopo, sconfissero la Germania, conquistando la loro terza Coppa del mondo.

Passati pochi anni, all’edizione della Coppa del Mondo di Italia 90, la Nazionale del Camerun guidata da Roger Milla e ancora da Thomas N’Kono, riuscì nell’impresa di: battere l’Argentina di Maradona (campione in carica) nella partita d’esordio ed eliminare la Colombia agli ottavi, rimanendo sconfitta, ai quarti di finale, dall’Inghilterra di Gascoigne per due rigori assegnati contro, nei tempi supplementari!

Quel Camerun lasciò un segno indelebile sul calcio degli anni '90.
I Leoni Indomabili dimostrarono ancora una volta il loro valore a livello mondiale.


N’Kono e Milla

I due giocatori più rappresentativi per l’affermazione del Camerun a livello internazionale, furono il portiere N’Kono e il centravanti Milla, entrambi molto famosi e trascinatori della loro squadra. Giocatori importantissimi che si fecero valere notevolmente anche oltre i confini del Continente africano.
Il calciatore che fermò gli Azzurri nell’82, in Spagna, fu proprio il portiere Thomas N’Kono. Chi ha avuto la fortuna di conoscere Thomas N’Kono, dice che oggi è un uomo sulla sessantina, piacevole e sorridente, dall’empatia immediata. La sua umiltà e serietà professionale possono essere un ottimo esempio per le future generazioni.

Thomas N’Kono, il bravissimo portiere del Camerun, ebbe un’ottima e lunghissima carriera internazionale, militò in Camerun, nell’ Espanyol, infine terminò in Sud America nel Bolivar, all’età di 43 anni! Successivamente, per molti anni allenò i portieri dell’ Espanyol.

In un’intervista di qualche anno fa, Thomas raccontò il metodo di allenamento che inventò Vladimir Beara, il suo primo allenatore, per affinare la tecnica del portiere del Camerun. Si servì di un semplice attrezzo, un muro con diverse sagome disegnate, ciascuna delle quali contrassegnata con un numero. N’Kono doveva calciare contro il muro nella sagoma con il numero indicato dall’allenatore e respingere il tiro di rimbalzo. Fu così che Thomas imparò a parare anche con una mano sola, in uno stile non convenzionale, ma molto efficace. N’Kono racconta, fra l’altro, di dovere la propria disciplina da atleta ancora a Beara. Una volta Thomas non si presentò all’allenamento, senza avvisare, perché troppo stanco. Per questo Beara lo pose a lungo fuori squadra. Quando mesi dopo, imparata la lezione, Thomas rientrò contro la Nigeria, diventò il titolare inamovibile della sua Nazionale.

N’Kono era un portiere eccezionale, dotato di un imponente e a fisico, di agilità felina e di caparbietà e tenacia invidiabili. Divennero molto famose le sue parate su rigore, compresa quella in seconda battuta dopo un incredibile balzo da terra. Interpretava ottimamente la parte di Leone Imbattibile e costituiva un punto di riferimento eccezionale per tutta la difesa e per tutta la Nazionale del Camerun.

Il suo Palmares è ricchissimo con due Palloni d’ oro d’ Africa, due Coppe d’ Africa con il Camerun. Portiere ammirato ben oltre i confini del suo continente, fu soprannominato lo “Yashin d’Africa” ed anche “Le Chat Noir”. Gigi Buffon ha chiamato il proprio figlio Thomas in suo onore.

Un altro incredibile calciatore del Camerun fu Roger Milla. In realtà il suo cognome era Miller, ma venne soprannominato Milla o Millà, più facile da pronunciare per i francofoni.

Milla era un centravanti eclettico, molto veloce e dal fisico eccezionale, dribbling secco, tiro fulminante e preciso. Grazie al suo tempismo e alla sua scaltrezza, metteva spesso in difficoltà le difese più arcigne, con rapidi contropiede. Non di rado queste azioni erano condotte da lui in solitaria, riuscendo a carpire il pallone agli avversari sfruttando le sue capacità atletiche e di agilità. Esultava ai suoi goals in modo spettacolare con acrobatici salti mortali e la famosa Makossa, danza eseguita a ridosso della bandierina del calcio d’ angolo, con cui divenne famosissimo ad Italia 90.

Questa danza in seguito divenne uno spot pubblicitario per una nota multinazionale produttrice di bevande.

Militò prevalentemente in club francesi di ottimo livello fra cui il Monaco, il Valencienne ed il Bastià.
La sua carriera in Nazionale fu lunghissima, esordì nel 1978, a 26 anni, e disputò l'ultimo incontro con i "Leoni Indomabili" sedici anni dopo, a 42 anni durante i mondiali di Los Angeles del 1994.

In quella manifestazione realizzò due prestigiosi records: mise a segno il goal del più anziano calciatore di tutti i tempi, in coppa del mondo e fu anche il primo calciatore africano a giocare in tre campionati mondiali diversi (1982 – 1990 – 1994). Molto famosa è la sua doppietta contro la Colombia grazie alla quale il Camerun superò gli ottavi di finale ad Italia 90.

Vinse la Coppa d’ Africa con N’Kono nel 1984 e nel 1988.

Contribuì alla vittoria del Camerun alle Olimpiadi di Sydney 2000.

Nel 1973 e nel 1990 fu eletto Calciatore africano dell’anno.

Il suo palmares è ricchissimo di altri titoli internazionali.

A 44 anni pose fine alla sua carriera di calciatore, intraprendendo quella di dirigente sportivo e allenatore di calcio.

 

N’Kolo e Milla! Compagni di innumerevoli match, vinsero, soffrirono e gioirono insieme, contribuendo con i loro famosi compagni della Nazionale del Camerun alla notorietà della leggenda degli “Indomabili Leoni”. Questi “Leoni” si esaltavano alle parate acrobatiche e feline di N’Kono e quando uno di loro segnava un goal esplodevano dalla gioia saltando altissimo sopra le spalle del marcatore. Contemporaneamente, sulle tribune, esplodevano di gioia anche i loro tifosi, in una festa dai colori sgargianti con una musica africana dai ritmi frenetici.

Il loro trucco, forse, era non prendere troppo sul serio il Calcio, ma considerarlo per quello che realmente è, o dovrebbe essere: un gioco, un gioco molto divertente e appassionante!

 

 





[1] Ciò avrebbe costituito, rispetto al Qatar, un impatto ambientale decisamente inferiore con una cementificazione minore ed un considerevole risparmio di energia (e di emissioni di CO2), coerentemente alla sensibilità internazionale, attualmente molto aumentata per le evidenti ripercussioni sul clima dell’inquinamento ambientale.

[2] il cui nome deriva dalla denominazione portoghese di un fiume sulla costa “Rio de Camaraos” (Fiume dei gamberi), da cui Camerun.