Ieri sera ho gioito per la splendida vittoria della Roma e per il suo grandissimo allenatore.
Il calcio offre spettacolo quando si vedono gli attori lottare ma questo non basta, serve un pubblico che partecipa, ma il componente principale è l'allenatore: la figura del trascinatore, dove i suoi gladiatori combattono per lui e vincono per lui.
Questo è Mourinho, e ieri sera mi ha fatto tornare alla mente il 2010 che sarà irripetibile per noi interisti.

Mai più si potrà ritornare a vincere in Europa dal momento che siamo in mano ad una presidenza che non vuole più investire, e tanto meno vendere la società, con una dirigenza incapace di scovare calciatori giovani a prezzi adeguati ma solo orientata all'acquisto di svincolati vecchi e sul viale del tramonto (vedi Vidal, Dzeko, ecc.).

Rammentiamo che prima di fare il contratto con Conte, l'Inter aveva avuto la possibilità di ingaggiare Mourinho con uno stipendio nettamente inferiore, ma quel grande dirigente ex juventino, non lo ha preso, forse preoccupato che avrebbe oscurato la sua immagine. Cosa sarebbe diventata la squadra nerazzurra con il ritorno del portoghese?
Per vincere, per lottare, per dare gioia ai propri tifosi, ci vuole un trascinatore, un uomo credibile alla squadra, un punto di riferimento della società, una persona in cui i tifosi credono: un condottiero. Un uomo che ti convolge nel progetto, che ti rende partecipe e in questo momento di grande tristezza riesce a darti voglia di abbracciare e di piangere di felicità.
Questo è Mourinho.
​Lo vedete l'attuale allenatore dell'Inter in questa figura? Lasciamo perdere.
Un altro sogno nel cassetto, forse è giunto il momento che il calcio non è più appartenenza ma è gioire per il vincitore, anche perchè i tifosi non hanno voce in capitolo, piombano sulle società imprenditori, fondi di investimento che interessa loro solo fare il business, circondati da dirigenti in grande sintonia  con i veri padroni del calcio: i procuratori.
Magra consolazione ma è così.