Il campionato è agli sgoccioli e i giochi sembrano fatti. Il Milan si avvia a vincerlo, salvo ribaltoni dell’ultimo momento, tutto sommato con merito, mentre all’Inter e al Napoli resta il rammarico per una occasione persa. I rimpianti tuttavia mi sembrano più giustificati sull’altra sponda del Naviglio, in quanto l’Inter aveva una rosa sufficientemente attrezzata per bissare il successo dello scorso campionato, il tutto, si capisce, nell’ottica della generale mediocrità della serie A attuale.
Il Napoli, come società, ha raccolto quanto seminato, come squadra ha raggiunto quello che era alla sua portata; partito a razzo, con 8 vittorie consecutive contro avversarie per lo più di classifica medio-bassa, spesso ancora in cerca della quadra, ha poi avuto diverse battute d’arresto, come le hanno avute anche Milan e Inter, ma più numerose, subendo più delle concorrenti l’impatto delle assenze per infortuni, che hanno avuto una congiunzione astrale particolarmente negativa nel mese di dicembre, ma che in genere hanno rivelato una fragilità soprattutto casalinga, con ben 5 sconfitte tra le mura amiche, che si è palesata soprattutto nell’incapacità di contenere le ripartenze di avversarie non irresistibili (Spezia, Empoli, Fiorentina), sommata a quella di penetrare difese molto arroccate.

Il Milan è stata la squadra più regolare, forte di una rosa completa, composta di ottimi giocatori in ogni ruolo, con alternative all’altezza per ciascuno di essi. Si pensi che ha sostenuto a lungo l’assenza di Ibrahimovic e di Kjaer grazie all’ottimo apporto di Giroud (campione del mondo non a caso) e alla giovane esuberanza di Kalulu, ha sopperito senza battere ciglio all’infortunio di Rebic con la qualità di Leao, in altre occasioni ha dovuto fare a meno di Brahim Diaz o di Kessie, potendo contare su Bennacer e su Saelemakers, tutta gente che sa giocare.

Il Napoli, credo, è la squadra più eterogenea del campionato. Possiede diversi ottimi giocatori, di cui in particolare due di superba qualità, Koulibaly e Osimhen, che potrebbero tranquillamente figurare nei top club europei. Accanto a questi ne vediamo altri che lasciano alquanto perplessi: quante squadre di serie A hanno un terzino sinistro più veloce di Mario Rui, in grado di piazzare dei cross dal fondo più efficaci di lui? Ritengo la maggioranza; senza contare che in fase difensiva l’apporto del Portoghese sulle palle alte è nullo, data la sua statura. Quella del terzino sinistro è una piaga del Napoli che sembra insanabile, dato che ne è affetto da 4 anni; ogni estate la società è lì lì per acquistarne uno, poi si tira indietro, in nome del bilancio.
In attacco, in supporto di Osimhen, il Napoli ha due punte esterne, Insigne e Politano, che complessivamente hanno segnato, tolti i rigori, 4 gol ! Dello scugnizzo, alla sua ultima stagione nella squadra della sua città, i limiti ormai li conosciamo: il più piccolo giocatore della serie A (1,63 m x 59 Kg ), non abbastanza veloce per non subire fisicamente gli avversari, un solo piede che lo rende prevedibile. L’altro, il buon Matteo, sembra ricalcarne i contorni peggiori: anche lui non brilla in fisicità ne’ in velocità, ha un solo piede, peraltro con meno tecnica e fantasia. Ma le note più dolenti dell’attacco vengono dalla panchina: quando il Napoli ha dovuto fare a meno di Osimhen (e non è accaduto poche volte) è dovuto ricorrere a Petagna, un centravanti che vede la porta come l’astigmatico vede l’ultima riga dell’optometro, oppure ha schierato Mertens che però obbligava la squadra a giocare in maniera completamente diversa, oltre a costituire il terzo attaccante under 1,72 m.
Non è andata meglio quando è mancato il terzino destro Di Lorenzo; al suo posto ha giocato il volenteroso Zanoli, ragazzo della Primavera, per di più mancino; Malcuit quando ha giocato ha fatto anche peggio.
Ci volevano proprio tanti soldi per attrezzare questa squadra con qualche elemento più presentabile? I rimpianti per uno scudetto che, obbiettivamente, si poteva vincere, può averli solo la società, non la squadra, che ha fatto quanto ha potuto.

Spalletti ha raggiunto l’obbiettivo della Champions mancato lo scorso anno per la testardaggine del suo collega Gattuso. Neanche il tecnico toscano tuttavia ha brillato per intuizione, preferendo Politano a Lozano, complici anche gli infortuni del Messicano, ma soprattutto per aver insistito sul ruolo di Zielinski, accorgendosi tardivamente che il Polacco non possiede le qualità del trequartista. E’ andata meglio quando nei panni del suggeritore si è calato Mertens, ma non illuda la goleada contro il Sassuolo, non è pensabile giocare sempre con le tre punte più Mertens. L’ottima coppia di centrocampisti, formata da Fabian Ruiz e Anguissa, si è trovata non di rado in questa stagione in difficoltà a reggere l’intero reparto, che rendono molte delle ragioni delle inopinate sconfitte in casa. Il centrocampo ha bisogno anche di elementi di corsa, se si vogliono sostenere le tre punte.
Cosa dire alla società in funzione della prossima stagione?
Cosa devono dire i tifosi innamorati di questa maglia, che porta il colore del cielo estivo, e di questo stadio, che porta il nome del più grande di tutti?
Nulla, meglio nulla. Si rischia solo di ripetersi.

02/5/2022

Timeodanaos