Dopo lo strazio della partita di Benevento, cerchiamo di analizzare cosa non va in casa Juventus.
Partiamo dall’origine. Doppia A esonera Sarri e si guarda in giro. Il suo preferito Zidane rifiuta. Guardiola costa un botto. Lotito non libera Inzaghi. Lo spazientito presidente preme sull'acceleratore del piano Pirlo-Under23. Il Maestro accetta senza fiatare. Pochi giorni prima, lo stesso “tecnico” si era dichiarato entusiasta e onorato dal percorso di crescita. Una settimana alla guida della squadra B e viene promosso al piano superiore. Cosa convince il Barbuto ad intraprendere una missione cosi' rischiosa? Cosa gli fa credere di essere pronto ad allenare una compagine che domina il campionato italiano da 9 anni? Un giallo misterioso degno del miglior Hercule Poirot.

Pirlo e' un visionario del calcio. Dicono che abbia scritto una bellissima tesi partecipando al corso allenatori di Coverciano. Un pamphlet innovativo. Entusiasmano l’occupazione degli spazi, la riconquista della palla, la difesa alta. Concetti affascinanti, ma difficili da mettere in pratica e che richiedono tempo. Sarri ci ha provato: pressing e difesa a zona spostata a ridosso della linea mediana. Ha fallito clamorosamente e per questo, ma non solo, e’ stato esonerato pur avendo vinto lo scudetto. Il Maestro sta incontrando difficolta', si lamenta, ma non desiste anzi insiste. La sua idea potrebbe essere vincente, ma si vince poco, men che meno si convince.

Il rapporto coi giocatori e’ amichevole. Tratta tutti alla stessa maniera come quando faceva il calciatore. Parla e spiega, coinvolge. I suoi ex compagni sono contenti. In allenamento ci si diverte. Pirlo come Julie Andrews nel musical the Sound of Music (Tutti insieme appassionatamente). Inizia a cantare e tutto il gruppo lo segue nel creare una melodia accattivante. Eppure si vede una squadra che si specchia, si compiace, cerca di fare risultato col minimo sforzo, alla minima difficolta’ si squaglia. Non ci sono tracce di intensita’, determinazione, cattiveria agonista. Il serafico Capello Scintillante dice che i giocatori non hanno personalita’ e che vengono da squadre minori. Parole che ricordano quelle pronunciate dall’ "odiato" Conte. L’ idillio prefigurato e’ gia’ frantumato? Non si registrano reazioni da parte della truppa. Pirlo accusa e nessuno si sente chiamato in causa.

Analizzando il team che lo supporta, pare di vedere una vecchia puntata della Corrida. Il suo vice e' il fedele amico Baronio, allenatore della primavera del Napoli retrocessa, poi notiamo un analista promosso assistente di campo e l’ ex Tudor che ha allenato l’ Udinese da cui e’ stato esonerato. Col senno di poi non sarebbe stato meglio contare su una figura professionale piu’ solida e affidabile? Ad esempio uno dei vice di Conte: Alessio o Carrera, Juventini e preparati. Ooops, ho nominato il leccese di nuovo. 

Il 4-4-2 e’ la sua scelta. Modulo che in fase di attacco dovrebbe diventare un 3-2-5. Giocatori sulle corsie laterali allargate contro difese arroccate. E sull’altare del modulo vengono sacrificati Ramsey e Texas, il Padoin di Dallas, trasformati in esterni. Benta e Rabiottolo sono mezzali, Sospiro Fragoroso li vede centrali, come Arthurino soffice come un Formaggino, che di mestiere fa la mezza punta di possesso. Teoria affascinate, realta’ deludente: pochi goal e zero cross dal fondo.
Stupisce l’insistenza su un giocatore che faticherebbe a fare il titolare in serie C. Frabotta e’ un giovane volenteroso che cerca di sopravvivere a una tempesta perfetta. Mentre Pellegrini dopo una stagione titolare al Cagliari viene mandato a fare (ulteriore) esperienza a Genova.

Ultimo caso quello del fenomeno Ronaldo. Lasciato a casa per il Black Friday a smanettare alla Playstation e tenere compagnia a Giorgina che si sentiva sola. Prima versione: ”Ronaldo e’ stanco”. Si va e si pareggia, un punto che amareggia. Correzione: ”Piccolo infortunio”. Gestione sbagliata? Ci fosse stato Moggi cosi’ non sarebbe andata.

Gli errori si accumulano come i punti persi. Ma il preferito dai Barbieri italiani non vacilla, forte del suo ego, piu’ grande della Mole e dell’appoggio del presidente. Teoricamente lo Scudetto e’ ancora li’, la difesa e’ la meno battuta e col tempo si potrà’ migliorare. Gli alibi sono molteplici: gli infortuni, la pandemia, i problemi contrattuali. Dovrebbero valere anche per gli avversari. La squadra e’ costruita male. Mancano una punta e terzino sinistro. Una certezza come un decisione del fisco. Allegri e Sarri hanno avuto una rosa perfetta? Per cinque anni il domatore di cavalli ha chiesto un trequartista. A tutta risposta hanno messo in pista un Hernane(s) che si era fermato a Roma sponda laziale.

Forse l’inesperienza e’ un dazio da pagare. Ma senza risultati e’ dura perseverare. Pirlo ha il diritto di sbagliare. A noi quello di criticare. Temo il futuro, nelle ultime 17 partite, mai la Vecchia Signora ha vinto due volte di seguito. La striscia non accenna a terminare.