Il campionato recentemente concluso e la fase finale della Champions sembrano dare un’indicazione chiara: la vittoria del fisico sulla tecnica, dell’organizzazione sull’individualità. Atalanta, Lipsia, Lione giocano un calcio semplice, ordinato, equilibrato. Nelle loro rose nessuna star, ma tanti giocatori buoni e intercambiabili. Giocatori che fanno squadra, scelgono soluzioni lineari e cercano la profondità.

E’ un calcio opposto alla filosofia bianconera, basata sul collezionare una serie di figurine difficilmente assemblabili. Probabilmente qualcuno a Torino ha sofferto della sindrome dei Galacticos.

Eppure ci sono segni di cambiamento. In primis la decisione di svecchiare la rosa e poi il tetto salariale. Via Higuain, Khedira, Matuidi e i lungo degenti Costa e De Sciglio. Assurdo pagare a delle riserve come Rugani e Danilo stipendi da titolari.

Il nuovo tecnico ha fatto delle richieste precise: due terzini, un centrocampista e un attaccante. Gosens (buono per il 3-4-1-2 e per il 4-3-3-) e un terzino destro. Sarri voleva il suo pupillo Jorginho e l’ex Milik. Due giocatori mediocri e costosi. Pirlo cambia strada, vuole gente giovane o giocatori maturi di un centro livello.A centrocampo una vecchia conoscenza dei tempi del Milan (Locatelli). In attacco si sfoglia la margherita.Vuole valutare i giovani dell’Under23 che possano far parte della prima squadra: Fabrotta, Peeters, Fagioli e magari un ritorno di Hans Nicolussi Caviglia reduce da un’ ottima stagione nonostante la retrocessione del suo Perugia.Energie fresche visti i molti ex a fine corsa.Il Maestro sa quello che vuole, le voci di mercato sembrano confermarlo. Pochi obiettivi, ma buoni, invece del solito tourbillon di contatti e trattative, cambi di marcia repentini e decisioni improvvise.

Pirlo non è ideologico, è pratico come lo sono le squadre che stanno rivoluzionando il calcio mandando a casa i maestri di calcio, i divi della pelota, i santoni del possesso. Speriamo che questi primi segnali siano confermati con arrivi di giocatori funzionali e da un assemblaggio rapido.

La Juve dell’ultima Champions vantava fuoriclasse come Vialli e Del Piero e gregari nobili come Di Livio e Torricelli. Una squadra costruita dal sapiente Moggi e guidata dal pragmatico Lippi. Una via di mezzo tra la Juve attuale e le squadre rampanti già proiettate nella prossima stagione.

Sarà questa la soluzione ai problemi tecnici e finanziari della Vecchia Signora?