La Coppa Italia non è nemmeno approdata in Semi finale che già molte teste, coronate e non, sono cadute ai suoi piedi.

La formula del nuovo trofeo TIM - con lo scontro secco fino ai quarti  - riduce il numero di partite e dovrebbe, almeno in teoria, poter dare spazio a sorprese nel passaggio del turno più difficili da concretizzarsi con il doppio confronto.

Quest'anno in effetti possiamo tranquillamente dire che qualche testa la Coppa Italia l'ha mietuta.
Sono cadute nella trappola del turno secco quasi tutte le prime della classe, l'Inter beffata nel derby, il Napoli purgato in casa dall'Atalanta, la Roma sconfitta da un Torino che però non ha fatto molta strada in più.

Le ragioni sono diverse e molteplici, il Napoli non ha una mentalità da scontro diretto, lo ha detto il suo allenatore, gli mancano probabilmente le risorse nervose per gestire le partite da dentro o fuori e gli manca una duttilità tattica, corredata di uomini chiave in panchina, per riprendere il filo di un discorso quando questo sia mezzo compromesso.

L'Inter attraversa un brutto periodo psico- fisico e ha trovato un Milan alla canna del gas cui è riuscito il colpo di coda per rimanere a galla. Per i rossoneri ormai Coppa Italia e Europa League sono gli obiettivi primari anche per gettare le basi della prossima stagione, essendo il campionato molto compromesso.

La Roma è stata sfortunata ma lo sfogo di Monchi di ieri dimostra il limite capitolino ancora una volta, bastano alcune buone prestazioni e a Roma già si festeggia lo scudetto, il rilassamento conseguente toglie punti e opportunità ai giallorossi che si ritrovano ogni anno con "zero tituli".

La Juve e la Lazio invece fanno eccezione, la Lazio perchè nella coppa italia crede e perchè ha un organico con più soluzioni valide, adesso che ha ritrovato solidità in difesa sarà difficile affrontarla nella gara doppia. 

La Juve perché a torino si lavora sempre sodo per vincere tutto. 
Anche quest'anno i bianconeri, non trascendentali ieri, non hanno comunque fatto sconti, hanno fatto ruotare gli uomini, alcuni dei quali si capisce come mai giochino poco (Marchisio evanescente, Sturaro due amnesie gravi, Rugani colpevole sul palo di Niang), hanno vinto con il minimo sforzo - e qualche polemica - e hanno passato il turno agilmente con un derby vinto due a zero in cui si poteva solo farsi del male.
Il responso per gli uomini di Allegri è un laconico "bene ma non benissimo", Dybala continua a essere discontinuo, Douglas Costa fa vedere cose eccellenti ma anche cross da oratorio, Mandzukic segna di rapina ma si mangia almeno 3 gol che un vero bomber dovrebbe insaccare. Bene invece Pijanic, padrone del centrocampo, bene Higuain che dà subito profondità e verticalità alla squadra, immenso Chiellini che da qualche partita sembra non voler sbagliare nulla.

Il Toro invece, può solo aggrapparsi alla VAR, al fallo di Kedhira e al palo di Niang. perchè nulla in più si è visto. Mihaijlovic è uno di quegli allenatori che la mette molto sull'agonismo e ieri si è capito perchè. Le sue squadre non hanno idee, non hanno geometrie, i reparti sono lunghi, il centrocampo muscolare scelto ieri faticava a fare uno stop, i terzini non sono mai saliti in sovrapposizione per consentire a Berenguer e I.Falque di accentrarsi, Nyang non ha fatto una sponda per un taglio degli esterni, l'impostazione dalla difesa di N'Koulou è scolastica se non peggio.

Rugani e Sturaro ce l'hanno messa tutta, ma proprio tutta per tenere in partita i granata, il primo quando si è fatto scappare Nyang servito direttamente dal portiere, mentre il secondo ha sbagliato un anticipo di testa regalando un assist a Baselli che ha tirato frettolosamente e male.

Oltre a questo, Toro non pervenuto se non per  un paio di evitabili fallacci di Burdisso e la solita scenata del mister serbo che lascia il campo, poi lo stadio, poi il Toro senza grossi rimpianti da parte di Cairo se non per gli stipendi ancora dovuti.
L'Atalanta, ormai non più rivelazione da due stagioni, approda meritatamente in semifinale dove cercherà di guadagnarsi il posto in finale e un quarto di nobiltà.

Adesso ricomincia il campionato, ma i verdetti dei quarti di Coppa a fine stagione peseranno su tutti quelli che nn saranno nei primi 2 posti della classifica.