Premetto, sono amatore del calcio e tifo Juve praticamente da sempre, tuttavia ho sempre avuto una sorta di rispetto cavalleresco misto alla fascinazione per il Milan e per i colori rossoneri.
Sono cresciuto tifando Juve, ma guardando lo spettacolo degli olandesi, le prodezze di Donadoni, la solidità di Tassotti, Baresi, Costacurta, Maldini, senza dimenticare Albertini, Ancelotti e tutti gli altri interpreti del ciclo sacchiano.

Era facile in quegl'anni invaghirsi di quella squadra che tornava sul tetto del mondo con un presidente che arrivava in elicottero inforcando i Ray-Ban per discutere di calcio con l'allenatore. Soprattutto perché la Juve andava male, molto male, erano gli anni di Alenikov e Zavarov, e dopo di Maifredi con Luppi e De Marchi, mentre il Milan schierava Desally e Papin, Boban e Weah, e sopra tutti, il GENIO Savicevic.

Insomma bisogna riconoscere che il 30ennio berlusconiano del Milan è stato auspicabile per qualsiasi tifoso e ogni appassionato di calcio di quegl'anni non può non riconoscere a quelle formazioni di essere state galattiche.

Anche il Milan ha poi avuto le sue transizioni, con Terim, con Tabarez, con il Capello bis, fino a che Ancelotti e alcuni acquisti stellari non lo hanno riportato in cima al mondo con una formazione ad albero di natale in cui Seedorf non poteva fare il trequartista perchè c'erano Kakà e Sheva a servizio di Inzaghi, insomma, tanta roba.

Da molti anni comunque i rossoneri non azzeccano una squadra degna dei fasti del passato, la squadra scudettata di Allegri passava per Ibra per ogni finalizzazione, anche dei centrocampisti, Nocerino fece credo 10 goal, ma non aveva un gran gioco, e le squadre successive hanno evidenziato una carenza di fondi figlia anche delle spese pazze degli anni 90, quando Brian Laudrup veniva comprato per essere il 3° numero 10 in rosa.
Quest'anno, con la nuova proprietà, molti tifosi si sono illusi che il vento fosse cambiato, sono arrivati giocatori buoni con prospettiva e curriculum e si è puntato su un mix di giovani e meno giovani.
Dopo l'euforia iniziale però i nodi sono venuti tutti al pettine in maniera pesante. La squadra non ha un verso.
In primo luogo manca un bomber vero, le prime 5 della classe hanno tutti almeno un attaccante da più di 20 goal a stagione, da Higuain (o Dybala) a Immobile, da Icardi a Dzeco, fino a Mertens ( e forse Insigne). Il diavolo invece giostra tra Kalinic, che nella stagione migliore al primo anno a Firenze dovrebbe aver segnato circa 17 goal e comunque è un attaccante da 15/18 goal a campionato, a André Silva che ne ha fatti 18 in portogallo dove però segnare è più facile. Non ci fosse stata l'esplosione di Cutrone a inizio stagione il bottino sarebbe ancora più magro.
Gli acquisti di Borini e il prolungamento di Suso potevano indurre a pensare ad un tridente veloce, con un giocatore tecnico (Silva) a fare da riferimento centrale, mentre Chalanoglu e Kalinic sono giocatori che giocano per vie centrali, palla a terra, a suggerire o tirare il primo, a inserirsi o portar via il difensore il secondo.
Kessié dovrebbe mettere i km che Biglia non può avere, ma Biglia dovrebbe mettere il fosforo che manca all'ex atalantino, entrambi però avrebbero bisogno di un giocatore portato a difendere e raccordare i reparti recuperando palla, un Gattuso insomma, però in campo, non in panchina.
Bonucci preferisce giocare a tre, per affrontare l'attaccante in seconda battuta, con il suo senso dell'anticipo, ma se viene puntato uno contro uno non è un difensore insormontabile, i suoi lanci inoltre sono utili per scavalcare un centrocampo folto, ma devono cogliere il movimento senza palla di giocatori bravi a inserirsi (Marchisio, Vidal, Pogba) che il Milan non ha, o una torre che fa sponda (Mandzukic) altro giocatore che il Milan non ha.

Insomma, gli ingredienti presi da soli non sono disprezzabili, ma non possono essere mischiati tutti insieme, come il pepe e il cioccolato, bisogna scegliere una filosofia di gioco e perseguirla lasciando le varianti per cambiare a partita in corso.

In questo Montella sta fallendo, ovviamente non sappiamo quante pressioni riceva per far giocare i nuovi acquisti e quanto possa trovare difficile amalgamare giocatori così eterogenei, ma proprio perchè, come ha detto lui, si gioca la carriera, dovrebbe avere il coraggio di mettere in piedi una "banda" che sappia suonare uno spartito, anche semplice, ma almeno all'unisono, foss'anche un 4-4-2 coi reparti corti un terzino bloccato e l'altro che sovrappone ad un centrocampista che viene in mezzo, con una punta fissa e una che gira attorno a cercare lo spazio, un difensore che esce sul portatore e l'altro che copre dietro, come si faceva quando avevamo studiato di meno ma vincevamo di più.