La Juve archivia il 7° successo consecutivo in campionato e il 4° in Coppa Italia.
Sicuramente i bianconeri hanno avuto lunghi tratti della stagione in cui non hanno giocato bene e sono andati in difficoltà, ma non hanno mai perso contatto dal Napoli e hanno sempre dato l'impressione di poter schiacciare sull'acceleratore per concretizzare il sorpasso al momento giusto.
La Juventus ha inoltre dominato la parte centrale del torneo, infilando un filotto di vittorie impressionante, rimanendo anche a rete inviolata e costruendo quel tesoretto di punti che alla fine si sono rivelati fondamentali.

Mentre Roma e Inter perdevano contatto, solo il Napoli è sembrato poter tenere il passo, seppur dovendosi liberare della "zavorra" di dover giocare ogni 3 giorni.
Alla fine però i valori dei giocatori e della rosa nel suo complesso sono emersi, e proprio quando il Napoli sembrava, con Koulibalì, aver piazzato il colpo del K.O., la Vecchia Signora si è rialzata domando, prima nella testa e poi nelle gambe, la velleità dei partenopei.

Adesso i detrattori possono parlare di tutto, dei turni sfalsati, degli orari, del fatturato, della Champions, degli arbitri, ma quello che rimane è una società difficilmente avvicinabile in Italia per programmazione e lungimiranza.
Una squadra che è partita con il progetto dello stadio di proprietà 20 anni prima degli altri, che ha fatto 2 re-brand con tanto di campagne marketing, che ha accentrato su di sé la funzione retail merchandising e che con il moltiplicarsi del fatturato ha saputo costruire una squadra vincente mattone dopo mattone.
Senza spese folli per giocatori ultra pagati, senza fare avventure su calciatori con poche stagioni all'attivo ma con cartellini da gioielleria, senza figurine né prime donne ma con un gruppo solido, fatto di atleti seri pronti ai sacrifici, al lavoro e alla cultura del mettersi completamente in discussione.

Dopo il disastro della Juve di Blanc la famiglia Agnelli e la dirigenza hanno saputo ripartire con serietà e programmazione oltre ad uno occhio, attento, al bilancio.
Onore al merito ai vincitori quindi e chissà che gli altri non imparino, se non ad innovare, quantomeno a copiare i comportamenti virtuosi.