Non sono un estimatore dell'Allegri allenatore; uomo di petto e forte carisma, ma troppo pragmatico e aziendalista per i miei gusti.

Eppure oggi è l'argomento del giorno: giornali, tifosi e esperti del settore si riempiono la bocca vertendo sempre sul solito argomento. Si deve cambiare per raggiungere l'agognata Champions, mancante ormai da veramente troppo tempo alla Continassa. Ci vuole propositività, ci vuole spensieratezza, ci vuole qualità e ci vuole spregiudicatezza. Tutte doti sconosciute (o quasi) al tecnico livornese. 

Eppure, da supporter juventino, credo che si debba cambiare per dare qualcosa indietro al tifoso medio. Non di certo la coppa dalle grande orecchie (anche se un regalino così lo accetterei volentieri), ma vedermi restituito almeno lo spettacolo per cui pago profumatamente ogni mese. Il pallone vecchio stampo, e alla portata di tutti, è finito.
Trent'anni fa vedere una partita di calcio non pesava economicamente come andare a vedere la prima alla Scala. Poteva permetterselo l'operaio, come l'avvocato di grido. Giustamente il calcio si è adeguato ai tempi che corrono; i prezzi anche. Dopo numerose vittorie, il tifoso bianconero ha fatto lo step successivo; il successo non basta più, adesso è arrivata l'ora di vedere la qualità: quella vera.

Inquadrato in questo contesto sociale, è facile capire perchè lo juventino contesti l'operato di Allegri: un vincete sì, ma un "brutto" vincente. Personalmente, tante volte quest'anno ho cambiato canale, prediligendo partite senza senso della Premier: un altro calcio per intensità e divertimento per lo spettatore. Perchè alle fine, dopo numerose vittorie consecutive, questo cerca il vero bianconero: semplicemente il divertimento. Che questo poi non possa coincidere con le vittorie, è un postulato tutto da dimostrare. Non vedo perchè l'estetica non possa far rima con concretezza; di conseguenza, non vedo come quest'ultima non possa portare alla vittoria. La bellezza dello sport è che non c'è mai nulla di scontato; non esiste una regola che possa portarti automaticamente a sopraffare l'avversario.: non è importante la meta, ma il viaggio che fai per raggiungerla. Le vittorie di per se' riempiono di milioni i proprietari e le bacheche delle società.

Io però, ad oggi, non ho ricevuto nessuno scudetto ad attendermi sull'uscio di casa.  
Ho ricevuto però, sistematicamente, la tassa mensile di Sky per vedere lo "spettacolo".

Quindi, mio caro Allegri, grazie di tutto. Ma io, oggi, voglio andare al Circo... de "la vittoria è l'unica cosa che conta" mi sono sinceramente stancato.