Ho da poco letto la notizia (vera o presunta) che la Juventus sia sulle tracce di Antonio Conte in sostituzione di Massimiliano Allegri per la prossima stagione.

Ho avuto modo più volte di esprimere il mio riconoscimento a Conte e al lavoro svolto per tirarci su dalle sabbie mobili. Nonostante la sua "fuga", per me è stato, rimane e rimarrà uno dei capitani più importanti della Juventus; dietro ad Alex e Gigi ovviamente. Il mio scetticismo, quindi, verso il cavallo di ritorno Conte, non si basa sulle scorie e la delusione di 4 anni fa. Il motivo è più tecnico, qualitativo e di interpretazione del calcio come gioco e spettacolo. 

Il curriculum di Antonio parla chiaro: dove è andato, è riuscito a risollevare emotivamente l'ambiente, portandolo molto spesso ad un successo il primo anno; solo alla Juventus, è riuscito a vincere per più di un anno consecutivo. Questo, se può essere relegato ad un caso statistico, inquadra invece un'attitudine fondamentale dell'allenatore pugliese: la sua dottrina è l'organizzazione e la voglia di rivalsa. Delle qualità che ritrova perfettamente in squadre in difficoltà e che non conoscono ancora il suo metodo. La sua prima Juventus, la Nazionale e il Chelsea, avevano tutti lo stesso comun denominatore: erano squadre in crisi, senza identità, con un parco giocatori mediocre qualitativamente ma dal grande bagaglio emotivo e caratteriale. Quando ci sono questi requisiti, Antonio amplifica e sfrutta queste qualità per tirare fuori da ognuno il 130%.

La Juventus di adesso, per fortuna, non possiede più queste peculiarità; è ben inserita (ormai stabilmente) nelle prima 6 d'Europa, è dominante in campionato e sta apportando una politica di mercato improntata alla qualità e non al misero numero della rosa. Sta piano piano accrescendo il suo appeal post Calciopoli e sta recuperando il terreno perso in quella nefasta estate del 2006. Antonio ha dimostrato quest'anno al Chelsea, che il suo problema non è avere i 100€ da spendere al ristorante, ma di saper disporre di questi soldi impostando il suo meotodo di lavoro differentemente. Gestire Matri o gestire Higuain, benchè si pensi che il calcio sia un gioco semplice, è profondamente diverso. Una grande squadra ha bisogno, ancora prima che di un allenatore, di un gestore delle risorse capace di estrapolare il meglio dal parco giocatori, cercando di fare meno danni possibili. L'esempio migliore di questa caratteristica, ancora prima di Allegri, è Zinedine Zidane: il francesce ha capito che nel calcio moderno la tattica è importante, ma non fondamentale. La chiave giusta, nelle grande squadre, è far coesistere i grandi giocatori e farli remare tutti quanti, per una stagione, dalla stessa parte. Conte, purtroppo, questa qualità non ce l'ha.

Credo che un Conte-bis possa risultare un passo indietro, rispetto alle reali necessità e ambizioni di questa Juventus. Se proprio si deve sostituire Allegri (che ho aspramente criticato quest'anno), si deve fare con qualcuno che abbia conoscenza del panorama europeo. Qualcuno che riesca a far capire alla società, ma specialmente all'ambiente, che è ora di uscire dai confini nazionali, anche sacrificando lo scudetto al quale siamo abbonati.
Molti juventini baratterebbero tre anni di non vittorie, per quella coppa dalle grandi orecchie; io per primo. Vengano, quindi, gli Zidane e gli Ancelotti. Antonio Conte, rimanga pure dove è.