Premessa doverosa: odio il buonismo fine a se stesso. Non concepisco il motivo per cui un "imbecille" sia diverso da "Napoletano di m....", oppure un "terrone" sia diverso da "polentone". Questa regola della discriminazione territoriale ottiene esattamente il risultato opposto: quello di discriminare già in partenza una ben definita categoria di persone. 

Detto questo, reputo veramente disgustosi i cori di piccoli giocatori della Juventus
. Non perchè sono di discriminazione territoriale, ma perchè sono offensivi come concetto. Il calcio, soprattutto a quell'età, deve essere divertimento, gioia di vivere e dare calci ad un pallone. C'è sempre tempo, in seguito, per ambire ai soldi e infarcire la propria vita di cattiveria agonistica. Sono indignato, sì, ma non stupito: se è vero che lo sport è lo specchio della società, questo episodio non serve altro a rimarcare la deriva culturale e sportiva a cui stiamo andando incontro. La mancanza della famiglia, oltre ad essere un danno per la società civile, si ripercuote inevitabilmente nello sport e nel calcio. Cosa possiamo chiedere a questi ragazzi di 15 anni? Di non fare e dire cose con cui vengono bombardati tutti i giorni dalle telelvisioni e negli stadi? Si può dare una colpa a dei ragazzi a cui mancano le basi dell'educazione?

Indubbiamente il gesto va punito, anche solo per dare un significato simbolico all'evento. Poi però bisogna iniziare a lavorare ai fianchi a questa maleducazione. Bisogna che gli attori principali (giocatori, presidenti, giornalisti, opinionisti) facciano la loro parte nel cambio di mentalità. Se il calcio viene visto con odio e sospetto, che cosa possono assorbire queste giovani promesse? Ricordo a tutti che dichiarazioni belligeranti sono all'ordine del giorno: abbiamo avuto un presidente federale omofobo e razzista e abbiamo fatto passare il tutto come uno scivolone scherzoso. Questo ultimo episodio palesa ciò che tutti sanno, ma che nessuno vuole ammettere: siamo un paese razzista, alla deriva e senza una base culturale per le nuove generazioni. Stiamo creando i presupposti per la fine del vivere civile, nel calcio e nella vita di tutti i giorni. Non è mai troppo tardi... ma io non sono stupito.