C'è un preambolo d'obbligo in questo momento: la Juventus è campione per la settimana volta di file e, stando così le cose, lo sarà per ancora molti anni.
Questione di struttura societaria, di programmazione, di potenza mentale ed economica. Questione, anche, della pochezza di idee delle rivali: non è un caso che questa squadra debba ogni anno crearsi dei record da battere pur di continuare a vincere. Non c'è nessuno che abbia creato un piano strutturale e pianificato per mettere i bastoni tra le ruote alla vecchia signora.

Arriviamo, però, adesso al centro del discorso.
Il day after della vittoria bianconera ha portato, come da tradizione, una sequela infinita di scuse e dichiarazioni che amplificano in modo esponenziale la mia visione del futuro citata sopra. Analizziamo quindi, le scuse più gettonate e sfatiamole una per una.

Sarri: "Questo sport è diventato un business per tutti, ricordiamoci che questo era uno sport. Se si lascia solo il business tutto può finire”. Bella scoperta mister, soprattutto se lo capisce dopo che il suo conto in banca è diventato di svariati zeri. Il calcio di oggi non è solo business, le suadre sono ormai delle aziende e come tali devono basarsi su piani industriali pluriennali. Devono essere capaci di diversificare gli investimenti dai quali derivano altrettanti guadagni. Chi non ha ancora capito questa modalità, non potrà mai competere con chi la attua dal lontano 2006; in ritardo rispetto al resto d'Europa, ma con largo anticipo rispetto alle compagini italiane. Se mister Sarri è stanco di questo calcio, che rinunci pure a tutti quegli zeri e si dedichi all'Aldobrandesca; squadra del mio paese, militante in terza categoria. Le assicuro che li, di soldi, non ce ne sono.

De Laurentiis: "Datemi il fatturato della Juve e vinciamo 10 scudetti". Mio caro presidente, mi dia tutti i suoi soldi e anche io potrò godermi la vita con serenità. Cosa mi risponderebbe a questa richiesta? Sicuramente mi ribadirebbe il fatto che ciò che si è creato, è stato frutto di sacrifici e di genialità, quindi mi spronerebbe a fare altrettanto. 
Il fatturato della Juventus non è qualcosa sceso dal cielo. Come detto in precedenza, è frutto di un lavoro progettuale partito direttamente dalla Serie B a Rimini. Una "disgrazia" economica come quella retrocessione, ha fatto numerosi danni, ma anche qualcosa di buono: ha tracciato una nuova linea economica e societaria di cui ora si raccolgono i frutti. 

De Laurentiis: "Ricordo che hanno avuto in regalo 2/3 dello stadio, che ebbero circa 75 milioni per costruirlo, poi gli furono concessi ettari di terreni...". Detto fra me e lei Presidente, una società che indica per il 9 anno consecutivo il Barbera di Palermo, come stadio per le licenze Uefa risponde perfettamente a questa dichiarazione. Che in 9 anni, la società che rappresenta la seconda potenza del campionato, debba elemosinare un'ennesima deroga dalla UEFA è quantomeno imbarazzante per il Napoli, ma anche per tutto il movimento calcio Italiano. La Juventus, l'Atalanta, l'Empoli, l'Udinese, hanno dimostrato che chi realmente vuole costruire uno stadio di proprietà in Italia può farlo. È vero che, se nel progetto questo rappresenta solo il 17% della struttura (come richiesto dalla Roma), si capisce benissimo che lo stadio è solo uno specchietto per le allodole e gli intenti veri sono prettamente commerciali. La Juventus ha attivato dei debiti importanti per poter sfrutture il suo gioiello; sta applicando la stessa strategia per la Continassa, restituendo alla comunità un'area ormai lasciata alle intemperie. Questo vuol dire programmare e fare ciò che si promette; tutte le altre cose sono scuse che lasciano il tempo che trovano.

Marco Giordano: "Juve, ti piace vincere facile: ora però è il momento di cambiare la Serie A". Con tutto il rispetto, questo articolo l'ho trovato veramente comico. Nulla di strano, perchè rispecchia la qualità più pura degli italiani: ribaltare la realtà, per descriverne una alternativa. Alla fine la colpa della depressione del nostro movimento, diventa la Juventus. Troppo forte, troppo ricca e troppo potente per questo campionato. Da altre parti si sarebbe presa come esempio e come traino, da noi invece si cerca qualsiasi cosa per denigrarla. Posso capire la frustrazione, posso capire la scusa dell'arbitro... ma dire che il problema del nostro campionato sia una Juventus troppo forte, è quasi comico. Gli adetti ai lavori, se veramente vogliono il bene del movimento, non posso rendere così semplicistico ciò che non lo è. Perchè il tifoso medio alla fine ci crede e, chi vive di espedienti e scuse, non potrà mai creare l'impero di Google. Prima si prende coscienza che, per quanto possa essere brutto, i bianconeri sono esempi da seguire e prima il dominio della Vecchia Signora finirà. Fino a quel momento, state tranquilli, che questa è la strada per ottenere il contrario.

Concludo citando un utente del sito, trovato in un commento, juve85: "il momento di cambiare la Serie A, è proprio la frase emblematica del perdenti-pensiero, ovvero, costruire a tavolino un modo per far perdere la Juve." 
Parole sante.

#FinoAllaFine