Il campionato ha dato il suo verdetto: la Juventus, a meno di asteroidi stile Armageddon, è campione d'Italia per la settimana volta consecutiva. Tutto bellissimo, tutto stupendo, tutti contenti.

Sono stato un grande detrattore della Vecchia signora quest'anno e continuo per la mia strada anche nell'epilogo finale; non c'è niente di straordinario in questo scudetto. Non basta aver superato per l'ennesima volta quota 90 punti, non basta aver segnato quasi 100 gol, non basta veder alzare quella coppa per la settimana volta consecutiva. Ritengo quella di quest'anno una delle Juventus più brutte degli ultimi decenni, assimilabile a quella di Maifredi e di Ferrara/Zaccheroni; per carità vincente, ma con il potenziale umano, la vittoria sarebbe stata il minimo sindacale. 

Onore al Napoli per aver tenuto testa alla compagine bianconera, ma il fatto di non averci creduto e di non aver avuto la forza mentale di reggere le pressioni, è un macigno che gli uomini partenopei si porteranno dietro per molto tempo. L'ultima deriva, poi, delle dichiarazioni post Inter-Juventus, certifica l'arretratezza del movimento calcio italiano. Se gli uomini di Sarri, invece di perdere energie nervose in progetti complottistici, avessero mantenuto la distanza di un punto dalla Juventus fino alla partita di domenica prossima con la Roma, molto probabilmente si sarebbero aggiudicati il campionato. La compagine bianconera, infatti, è arrivata a questo finale di stagione in una condizione mentale (più che fisica) a dir poco imbarazzante e la pressione del fiato sul collo sarebbe stata difficilmente gestibile, anche per dei professionisti navigati come quelli juventini.

Quindi, alla fine, se è vero che questo scudetto lo poteva solo perdere la Juventus, il Napoli si è scavato la fossa da solo. La Juventus c'ha veramente provato in tutti modi, complicandosi la vita in più di un'occasione, ma tutto ciò npon è bastato. D'altronde quando affronti lo scontro diretto come la partita della vita, inevitabilmente ti senti appagato del grande risultato raggiunto; così si comporta una squadra provinciale, così è accaduto per il Napoli. La differenza grande tra una dominatrice e una comparsa sta in quest'ultimo dettaglio.

La mia ultima considerazione di fine campionato non può non essere, però, per la scia polemica degli ultimi giorni. Ho sentito parlare di Calciopoli 2.0, di radiazione, di "non è cambiato niente"; in quest'ultima frase mi ci ritrovo molto. Effettivamente non è cambiato niente; non ha cabiato niente la VAR, prima idolatrato a salvatore dell'egemonia juventina, ora scaricato per non aver assolto al suo obiettivo. Si perchè la VAR, benchè se ne dica, è stata messa li proprio per questo: per riequilibrare le forze del campionato. Ora la stagione è finita e il campionato è stato vinto, per molti, dal potere forte.  Non è cambiato niente, quindi, perchè chi perdeva 10 anni fa continua a farlo; chi nascondeva il proprio insuccesso dietro Calciopoli, continua a farlo. Non è cambiato niente perchè la Juventus (campione) è davvero sola contro tutti.

P.S. Sembra che ad Insigne abbiano chiesto: "Avete giocato questo campionato come fosse la lotta per lo scudetto e lo avete perso". "Ci siamo abituati" è stata la sua risposta.