Come ogni giorno, mi diverto moltissimo a leggere articoli ricorrenti e strampalati su questo sito, che alla fine apprezzo e seguo con molta attenzione. In risposta al suo articolo di oggi, direttore, dove auspica all'introduzione della superlega, per tornare ad avere un campionato combattuto, a mio modesto parere ci sta tutto il modo di pensare prettamente italiano. Quando ci si imbatte in qualcuno più organizzato le cose sono due: o si elimina (vedi calciopoli), o si elimina (vedi calciopoli di nuovo). Rispolvero calciopoli, perché proprio da quel periodo (si parla di dieci anni fa ormai) si era capito quanto la società Juventus fosse avanti rispetto alle altre: terza in fatturato mondiale, dietro soltanto Real e Manchester; con un'organizzazione tale da potersi permettere di autofinanziarsi e vincere comunque in Italia è qualcosa pure in Europa; pronta a costruirsi un nuovo stadio (progetto presentato nel 96); l'unico modo che conosciamo noi italiani é distruggere, invece di seguire la locomotiva ormai partita e avviata, che avrebbe potuto trainare tutto il movimento, in seguito anche alla vittoria del mondiale. Con qualche anno di ritardo la Juve si ripresenta come la stessa locomotiva di dieci anni fa e noi cosa facciamo?! Mettiamo al comando del calcio italiano un imprenditore di imprese di pulizie che arriva sistematicamente 10 in campionato, 8 se va bene; nello stesso tempo ci facciamo rappresentare da un vecchietto di 70 anni razzista e con le idee ancorate al primo secolo d.C. Se poi l'unica cosa buona fatta dal duo é chiamare un allenatore proveniente dal progetto Juventus... Beh questo ci deve far pensare. Sicuramente molti storceranno il naso. Vedranno questo articolo come filo-juventino e quindi da cestinare in partenza... Se si lasciasse da parte il tifo è si pensasse al bene comune, non ci sarebbe bisogno di iscrivere la Juve ad una superlega, perché il campionato più bello del mondo lo avremmo in casa. Con profonda stima Federico