Se ne son sentite tante, sin dall'apertura della sessione estiva di calciomercato, e continuano a balzare agli occhi le sentenze di tifosi dell'ultim'ora e di pseudo-esperti del settore, ma la realtà che si sta delineando è decisamente un'altra. 

E' stato un mercato travagliato, delicato, anche drammatico per certi versi quello della Juventus, tra addii che spezzano il cuore e arrivi non troppo graditi ai più. Le partenze di Dani Alves e Bonucci hanno segnato la linea, che mai è stata messa in discussione in casa bianconera; il dictat è il seguente ed ha valenza per tutti: chi non è contento di stare alla Juventus non è obbligato a starci.

Salutati i due protagonisti del reparto arretrato, forse ci si attendeva qualche arrivo top e non di certo De Sciglio. Ragazzo a modo, ma non un nome che scalda i cuori dei tifosi, i quali, ancora adesso, non riescono a vedere in lui un degno interprete di quel ruolo. Se una defezione c'è stata nell'interpretazione del mercato, è di certo questa, condita poi dal carico messo da Allegri con l'esclusione dalla lista Champions di Lichtsteiner. Mercoledì rivedremo Sturaro, ma questa è un'altra storia.

Il peso dei nuovi acquisti però, nonostante i dubbi dei soliti miscredenti, si sta facendo sentire, specialmente nel settore fulcro del gioco di ogni squadra: il centrocampo. Mi riferisco principalmente a Blaise Matuidi, inseguito ormai da anni e finalmente approdato a Torino. Il suo apporto sta diventando (se non lo è già) fondamentale per gli automatismi della Juventus: un pressing estenuante, una capacità polmonare invidiabile, un agonismo che mancava da qualche anno e una disciplina tattica maniacale, arricchita da doti tecniche non trascurabili affatto. Un colpo di mercato che, inizialmente, non ha soddisfatto le richieste dei supporters, i quali preferivano certamente un mediano dal piede sublime; ma si sa, nel calcio bisogna andare sia di fioretto che di sciabola.Il mix perfetto se pensiamo che Blaise divide il centrocampo con Pjanic. 

Il bosniaco quest'anno pare esser rinato dopo la stagione scorsa a tratti opaca; l'altalenante rendimento di Miralem quest'anno può esser colmato da un altro nuovo arrivo, che ha già avuto modo di dimostrare ciò di cui è capace. Un acquisto passato in sordina, al riparo dai riflettori e da qualsivoglia aspettativa, al fine di tutelare il giovanissimo Bentancur e concedergli un inserimento sereno ed una maturazione tranquilla.

In ultimo, ma non per grado di importanza, ecco finalmente colui che è stato l'obiettivo principale di mercato, tanto voluto quanto pagato. Dopo qualche tentennamento iniziale, com'è normale, ha fatto capolino tra gli undici titolari il funambolo venuto dal brasile, quello che, tra doppi passi, sprint ed elastici, ha già messo in chiaro la sua voglia di divertirsi e di farci divertire. Douglas Costa, al massimo della forma sia fisica che mentale, può essere davvero quel colpo in grado di far sognare i tifosi bianconeri; offensivamente è quasi imprendibile, tuttavia pecca ancora nella fase di ripiegamento, pagina fondamentale del calcio voluto da Allegri.

Un'ampia rosa, spiccatamente di qualità, che comprende anche quel Federico Bernardeschi che ha tanta voglia di mettersi in luce e di spaccare tutto. Lo ha dimostrato senza troppi giri di parole dopo esser subentrato a Cuadrado nel derby; tanta corsa, tante belle giocate e tanti tiri verso lo specchio della porta. Arriverà il momento della gloria anche per lui, in una stagione lunga e dispendiosa che vedrà anche il rientro di quello che sarebbe dovuto essere il crack dell'anno passato: Marko Pjaca.