Passata la delusione azzurra, eccoci di nuovo alle prese con quei problemi che tutti pensavamo di aver accantonato, confidando nell'intervento del tempo che, evidentemente, non è in grado di curare tutti i mali.

Partiamo da un presupposto, che trasformo in domanda: ma è più importante la partita da giocare, come ha sempre sostenuto il tecnico fino a poco tempo fa, o ha maggiore rilevanza quella di Champions, perchè così mi pare di aver capito dalle ultimissime esternazioni. Coerenza sempre o mai?

Ragionamenti cervellotici a parte, ecco che continuo a non capire la natura di un turnover parziale, sconclusionato e che, di fatto, non risparmia a nessuno dei soliti noti l'onere del sudore in campo.

Buffon e Barzagli, confinati in panca perchè "reduci dalla deluzione in Nazionale da smaltire"; perfetto, ma Chiellini invece? E' un nazionale svedese? Regole ad personam, che invece avrebbero potuto portare ad un più consono impiego di Benatia, il quale invece ha appena conquistato la qualificazione mondiale col suo Marocco da protagonista.

Se i titolarissimi son da preservare per la sfida di mercoledì col Barcellona (poveri noi), non riesco a comprendere bene la scelta no-sense di Pjanic, Khedira, Mandzukic e Cuadrado in campo e non accomodati al calduccio accanto a Dybala. Il bosniaco, reduce da un fastidioso infortunio muscolare, poteva benissimo esser risparmiato, al pari del colombiano, che nei giorni scorsi aveva lamentato un seccante problema fisico; Khedira e Mandzukic sono gli irrinunciabili del Mister, il quale, pur di fronte all'ennesima prestazione opaca (per esser gentili) dei due, non riesce neanche a tirarli fuori dal campo, lasciandoli letteralmente passeggiare per tutti i 95 minuti.

Ma non doveva giocare Marchisio, per riprendere la condizione? Ma non poteva essere inserito Matuidi sin dall'inizio, per non dar fiato alle manovre doriane, ottimamente congegnate dallo stratega Giampaolo? Ma non poteva partire titolare Douglas Costa, ben più fresco e fisicamente a posto rispetto a Cuadrado o a Mandzukic stesso? Misteri che ci porteremo ancora per qualche giorno, finchè i pensieri europei non pervaderanno la nostra mente e allora tutto tornerà nel dimenticatoio.

In merito a queste mie esternazioni, già so che verrò accusato, come avviene di consueto, di sostenere la squadra col titolo di "tifoso occasionale"; me ne farò una ragione, in quanto non credo che tifare significhi essere sempre e comunque d'accordo con scelte, a mio parere, del tutto insensate e incoerenti, bensì voglia rappresentare un supporto costante fino al termine della gara, per poi, con quanta più lucidità possibile, affrontare i problemi che ci portiamo dietro sin dalla notte di Cardiff.

Sì, non ha senso nascondersi dietro al dito e ai numeri delle passate stagioni quando poi son mesi che non si offre una prestazione convincente, anche a fronte di un mercato importante e dispendioso. Quanto ancora dovremo attendere per rivedere una Juventus competitiva, agguerrita e coraggiosa? Al momento questa è una squadra che rappresenta in tutto e per tutto il suo tecnico: smarrita, senza idee e totalmente concentrata a cullarsi sugli allori dei fasti passati, come se nel calcio, così come nella vita, si possa sempre campare di rendita.

Poco mi importa se nella prima frazione di gioco ci siano stati errori di valutazione (anche clamorosi) da parte del direttore di gara, il quale ha prima annullato una rete al generoso Higuain (uno dei pochi a salvarsi) per un sospetto fuorigioco e poi, soprattutto, ha rifiutato colpevolmente persino di attendere un responso VAR, per un fallo di mano in area di Strinic su cross di Cuadrado, decretando col duplice fischio la fine del primo tempo. La logica del sospetto non fa parte della mia coscienza: non mi riguarda il luogo di nascita dell'arbitro, nè la sua fede calcistica.

Ciò di cui invece mi interessa è interrogarmi in merito al carattere perduto di questa squadra, incapace di risollevarsi e di ritrovare la garra smarrita in Galles. Minimizzare il tutto, rimandare il discorso a marzo/aprile e parlare dei successi di Allegri è solo fumo negli occhi, è solo un metodo insulso per mascherare l'inaccettabile regressione di una formazione che non riesce più a ritrovarsi e che, inevitabilmente, ha bisogno di una guida forte, di carattere e decisa a centrare l'obiettivo.

Dunque, deciso a prescindere che il bel gioco non è materia che fa per noi (come se non avessimo gli uomini per farlo) e che "se volessi assistere ad uno spettacolo andrei al cinema", adesso dovremo anche adeguarci alle conseguenze che scaturiranno da tutto ciò?

Io non ci sto a questo disfattismo, non mi rassegno alla logica del non-gioco, non posso pensare che questa squadra poi, tra due mesi, si ritrasformerà nel bel cigno che tutti eravamo abituati a vedere. Si prenda atto adesso, non domani, di ciò che la Juve ha offerto in questi ultimi 3 mesi e, a prescindere dal distacco dalla prima (che a breve si ridurrà drasticamente, per vicende già note e prevedibili) e dalla qualificazione quasi ottenuta al girone di Champions (pur con prestazioni mediocri), e si ragioni su di un eventuale cambio di marcia, oppure si lasci tutto com'è, non declinando tutte le responsabilità del caso ad ignoti o alla mala sorte e iniziando ad immaginare questo come un anno di transizione.