Italia, Paese di santi, navigatori, poeti e... allenatori.
Sì, decisamente, e negarlo renderebbe un po' tutti noi ipocriti, a partire da me. E' un pò il sogno di ogni tifoso cimentarsi con la formazione delle propria squadra del cuore e non solo, quindi perchè nascondersi dietro un dito? Facciamolo senza vergogna, così, per gioco.

Partiamo però da un evento oggettivo: la non convocazione di Mario Mandzukic. Necessaria questa precisazione per poi costruirci attorno un bel castello di idee, più o meno realizzabili. Di grande importanza, inoltre, è considerare la gara d'andata, in cui il Tottenham, per chi non lo conoscesse, ha espresso chiaramente quella che è la sua conclamata, quanto interessante, natura.

Gli Spurs, per quanto belli e diretti in maniera egregia da Pochettino, non possono vantare alternative dal punto di vista mentale: il loro calcio è offensivo, spettacolare ed estremamente prolifico. Se gli vien concesso di attuare il proprio gioco, il Tottenham diviene un'arma da guerra così potente da non riuscir in alcun modo a schivare i suoi colpi, e ciò, nostro malgrado, l'abbiamo ben capito il mese scorso. Ritmo, tecnica e inventiva son le doti principali dei londinesi, che, mixate col fiuto del gol di quel talento chiamato uragano, possono trasformarsi in un ostacolo insormontabile per molti, forse anche per la Juve stessa.

Allegri ha affrontato la gara d'andata con una formazione sì offensiva, ma con un approccio opposto. Mi spiego meglio: il modulo lasciava intendere ad una gara d'attacco, con le solite tre mezzepunte atte a supportare Higuain, ma, di fatto, è stato uno schieramento totalmente votato al sacrificio, alla copertura e all'attuazione di movimenti non propri per giocatori dalle caratteristiche diametralmente opposte. Inoltre, il buon Max, ha lanciato sin dal primo minuto in campo tutti gli attaccanti a disposizione, non garantendosi in tal modo un eventuale cambio di marcia (o riassetto tattico) in corso d'opera. Errori, a mio modo di vedere, a cui spero di non assistere domani sera, nella maestosa cornice di Wembley. 

Ma come va affrontato questo Tottenham? Per me ci sono due strategie ben precise in grado di mettere in difficoltà gli uomini di Pochettino. La prima si basa su un concetto più vicino alla Juve vista quest'anno, la seconda invece sembra un'utopia, ma la tanto cara "Juve di Marzo" può questo ed altro.

Prima ipotesi: una formazione solida, con un centrocampo improntato al contenimento e con giocatori in grado di garantire continue ripartenze. Una sorta di 4-4-1-1, con l'iniziale rinuncia ad uno tra i tre attaccanti a disposizione, che potrà entrare a gara cominciata e spaccare la partita. Inoltre, il doppio esterno garantirebbe quella superiorità numerica sugli esterni, in quanto gli Spurs son soliti schierare soltanto due giocatori di fascia. Le tre mezzepunte (Alli, Eriksen, Son/Lamela) hanno compiti prettamente offensivi e quasi mai si defilano, concentrando le proprie forze verso il centro dell'attacco. Il Tottenham, come spiegavo prima, non ha vie di mezzo, non è un team in grado di "gestire", non è una squadra da questo punto di vista matura, ma basa tutto sulla qualità degli intepreti offensivi. E qui scatta la seconda ipotesi.

Seconda ipotesi: sembrerà assurda, in quanto la Juve di questa stagione solo per rarissimi tratti ha dato l'impressione di poter "comandare" le partite, di poter schiacciare l'avversario e di poter imporre il proprio gioco. Una gara prettamente offensiva però (a cui io non credo minimamente) potrebbe mettere in grossissima difficoltà gli uomini di Pochettino. Se il Tottenham ha un punto debole è sicuramente quello di non riuscir a contenere gli attacchi avversari: la difesa Spurs fa acqua da tutte le parti e non può certamente contare su interpreti di alto valore. Con Alderweireld ancora alle prese con gli infortuni, la coppia di centrali quasi sicuramente sarà composta da Sanchez e Vertonghen, due calciatori buoni ma che non possono essere considerati come un muro invalicabile per attaccanti come Higuain, Dybala e Costa. Il colombiano, in particolare, seppur pagato un botto e considerato una certezza per il futuro, a mio parere non sembra rispettare le premesse. Se a ciò aggiungiamo una coppia di esterni per nulla comparabili con quelli che ne hanno caratterizzato il recente passato (mi riferisco a Walker e Rose, uno andato al City e l'altro sempre mezzo acciaccato) ed un portiere con rendimento a fasi alterne, possiamo chiaramente affermare che non è la difesa il pezzo forte degli Spurs.

A prescindere dai due approcci, sarà fondamentale limitare l'azione di Dembelè, vero metronomo della squadra, e, al contempo, tentare di oscurare le linee di passaggio che conducono ad Eriksen, regista offensivo del Tottenham, dotato di classe immensa. Trattare l'argomento Kane mi pare superficiale: tutti noi conosciamo le doti del centravanti inglese, il suo fiuto del gol e la sua tecnica che l'ha portato in questi anni a mettere a segno innumerevoli reti.

In conclusione, la Juventus sarà chiamata ad una gara importante, da affrontare con l'attenzione giusta, con l'intento chiaro di superare il turno e di lottare fino alla fine, come è apparso sabato scorso. L'avversario è di quelli tosti, ma non insormontabili: ha spigoli che posson far male, ma risulta vulnerabile per tanti altri aspetti. In altri termini (e facendo gli scongiuri del caso), la qualificazione non è affatto impossibile.