Ci siamo finalmente! L'attesa ti consuma dentro, ti fa venire mille pensieri, ti fa pensare ad infinite e suggestive ipotesi, che però svaniscono di colpo al fischio iniziale.

Inutile prenderci in giro, la partita di stasera appare chiaramente proibitiva e la qualificazione compromessa dal risultato rimediato all'andata. Già, quello 0-3 secco che non dovrebbe lasciar spazio a riflessioni, ma che invece provoca nelle menti di molti juventini anche qualche sensazione positiva. La Juve vista martedì scorso è stata la migliore della stagione, almeno fino all'espulsione di Dybala: in palla nonostante le pesanti assenze di Pjanic e Benatia, determinata a far bella figura, ma punita, forse in modo eccessivo, dai campioni di Zizou, a seguito di clamorosi svarioni difensivi.

Se spesso l'imperativo del tecnico bianconero è quello di gestire la gara, stasera non ci sarà ragione di farlo. Non abbiamo nulla da perdere, non ha senso mettersi in attesa del Real ed agire di conseguenza; oggi è fondamentale scendere in campo con la convinzione di poter fare la partita, di poter mettere in difficoltà i Blancos e, soprattutto, di poter sbloccare il match il prima possibile. A fronte di ciò, ecco perchè non terrei fuori nessuno dei jolly a disposizione in rosa, giocandomi sin dall'inizio tutte le carte di cui dispongo. Lasciare in panchina un elemento offensivo, per poi farlo entrare al 75' (come accaduto all'andata con Cuadrado), potrebbe risultare un errore da non ripetere assolutamente.

Difesa a 4 obbligata, con De Sciglio e Asamoah (assolutamente non l'infelice Alex Sandro, ombra di se stesso da inizio stagione)  sugli esterni, a fungere da tampone, lasciando alle due ali la libertà di attaccare, senza badar troppo ai ripiegamenti. Il recuperato (e spesso decisivo) Cuadrado largo a destra, con dall'altro lato l'imprevedibile Douglas Costa, che all'andata ha faticato in quanto relegato nella fascia opposta al suo piede prediletto e, dunque, costantemente accerchiato e limitato dai madrileni nei suoi movimenti a convergere.

Con i due funamboli a cercare il fondo, è però necessario conferire densità all'interno dell'area, dove verranno scodellati i palloni e dove, ultimamente, si è notata la scarsa presenza di maglie bianconere. Fondamentale schierare sin da subito il doppio centravanti, contando anche sullo spirito di sacrificio di entrambi gli interpreti offensivi, da sempre ben disposti al pressing sul portatore di palla e al modo di giocare funzionale per la squadra intera.

In linea mediana c'è ben poco da dire: Pjanic dovrebbe tornare ad occupare il ruolo di regista (seppur ben sostituito dall'interessantissimo Bentancur nella gara d'andata), con Khedira che, finalmente, pare aver ritrovato la verve dei giorni migliori, forse stimolato dalla sfida contro i suoi ex compagni. Gli inserimenti del tedesco e le geometrie del bosniaco potrebbero essere le armi giuste per scardinare la retroguardia dei Galacticos, orfana del capitano Sergio Ramos.

E proprio su questa defezione si dovrebbe puntare, in quanto, a sostituire l'esperto difensore, ci potrebbe essere il giovane Vallejo o, con meno probabilità, lo stesso Casemiro, che a centrocampo lascerebbe spazio all'ex nerazzurro Kovacic. L'assenza di Ramos, per quanto importante nei meccanismi difensivi, non va ad intaccare la solidità di una squadra che, specialmente in Champions League, appare come una montagna ardua da scalare. Tanti campioni a disposizione, verissimo, ma va dato grande merito a Zidane per come ne ha centellinato l'utilizzo in maniera certosina e per esser stato in grado di gestire le pressioni che, in piazze come queste, sono all'ordine del giorno.

In ultima analisi, si parte consci delle risicate probabilità di passaggio del turno, ma non sconfitti a priori. Se è vero che la Juventus è "un leone ferito", stasera vorrei vedere quella rabbia agonistica, quell'orgoglio, quel cuore e quella determinazione che ho potuto ammirare nella Roma di ieri. E pazienza se verremo eliminati, perchè nel calcio, così come in tutti gli sport, la sconfitta è una possibilità contemplata nelle regole del gioco; l'importante è saper di aver dato tutto fino alla fine, scansando così gli eventuali rimpianti per non averci creduto.