Come ogni bella storia, anche la più sublime, siamo giunti inevitabilmente ad un punto di non ritorno. Un naturale epilogo che tutti noi affezionati juventini speravamo arrivasse il più tardi possibile, ma che è giusto affrontare, possibilmente nel modo migliore, per ripartire sin da subito a grandi livelli.

Se le variabili hanno importanza fondamentale, le basi son rilevanti in maniera esponenziale: ricominciare con un gruppo nuovo, ma senza una solida società alle spalle condurrebbe a poco o nulla, ed il Milan attuale ne è prova lampante. La passione della famiglia Agnelli, con Andrea in prima fila, le competenze ed il carattere di Nedved e l'acre e certosino lavoro di Marotta e Paratici saranno le fondamenta della Juventus che verrà, di cui già parzialmente si conoscono i lineamenti.

Ma prima di passare alla valutazione di possibili innesti e cessioni dolorose o meno, è di vitale interesse determinare chi sarà il timoniere di questa ambiziosa nave. Il ciclo Allegri, a meno di clamorosi colpi di scena, dopo anni di avvincenti trionfi, critiche al quadrato e lacrime a fiumi, dovrebbe concludersi al termine dell'attuale stagione. Si sarebbe potuto chiudere a Cardiff, in quella notte maledetta, e forse sarebbe stato un bene per tutti; i fantasmi gallesi perseguitano ancora tecnico e tifosi e sono strascichi non facili da scrollare di dosso.

Detto ciò, chi potrà essere il prescelto per ricoprire un incarico così delicato e prestigioso? Il nome più di moda al momento è quello di Simone Inzaghi, autentico mattatore che quasi a sorpresa è riuscito a prendersi la Lazio ed a condurla, nel giro di neanche due anni, ad affermarsi come una realtà in Italia e come una pretendente al titolo in Europa League. Stuzzicante l'idea di Inzaghino, il quale potrebbe portar con sè anche dei fedelissimi come De Vrij e, soprattutto, Milinkovic-Savic, molto apprezzato, tra l'altro, dalla dirigenza bianconera.

Da non trascurare, ma alquanto inverosimile, l'approdo di Carletto Ancelotti, per il quale sarebbe un ritorno dopo quella che si può facilmente definire come la sua più brutta stagione da allenatore. Una annata da dimenticare, con errori tecnici non propri all'allenatore di Reggiolo (chi potrà mai dimenticare Henry terzino sinistro!?) culminati con la terrificante quanto sfortunata "giornata di pioggia" in quel di Perugia.
Una minestra riscaldata che, nella stragrande maggioranza dei casi, non porta mai ai risultati insperati; stesso discorso vale per Antonio Conte, ancora tanto amato dalla tifoseria, ma aspramente criticato per il suo essere burbero e, specialmente, per la modalità in cui ha, vigliaccamente, abbandonato la Signora a pochi giorni dallo start del campionato. Anche se da due anni in Inghilterra, di lui non si può esattamente affermare che si sia comportato da gentleman.

Guardando invece all'estero, sono due le strade che mi piacerebbe che la Juve percorresse, anche se ritengo altamente improbabili e spudoratamente proibitive: Unai Emery e Jurgen Klopp. Lo spagnolo, tatticamente impeccabile, sembra non essere più a suo agio a Parigi, in cui recita un ruolo secondario a fronte dei talenti recapitatigli dallo sceicco, i quali pare si avvalgano di totale anarchia, in barba al tecnico. Emery è ricordato come trionfatore in quel di Siviglia, dove, con una squadra meno esaltante rispetto all'attuale PSG, è riuscito a portare a casa diversi titoli europei; profilo molto interessante, come quello del tedesco Klopp, che a Dortmund si è guadagnato il nomignolo di mago. A Liverpool, dopo iniziali alti e bassi, ha ricominciato a diffondere la sua filosofia calcistica, caratterizzata dal bel gioco, dalle ripartenze fulminee e dalla valorizzazione dei giovani, che tanto di buono ha portato al Borussia. Sarebbe proprio una mano santa alla Juve, dopo l'apice di torpore espresso negli ultimi tempi.

Infine, ma non per ultimo, il capitolo che riguarda movimenti in uscita e nuovi innesti. Stavolta, purtroppo, ci toccherà dire addio all'immenso Gigi Buffon, per il quale si prospetta un futuro in dirigenza e del quale è stato già scelto un successore: il polacco Szczesny. Tuttavia, le ultimissime prestazioni dell'estremo difensore non hanno del tutto convinto e potrebbe esser necessario ripensare meglio a colui che dovrà prendere l'eredità scomoda del portiere più forte di tutti i tempi.

Ancora in dubbio invece la posizione di Barzagli, al quale comunque non è possibile chiedere di più rispetto a quanto continua costantemente a dare, a discapito dell'età che purtroppo spesso lo costringe a rifiatare. In arrivo, ad un prezzo irrisorio, c'è l'atalantino Caldara, talento purissimo della cantera bergamasca e pezzo pregiato dell'Italia che sarà: considerato una certezza alla Dea, dovrà far valere le sue doti anche in bianconero.

Quasi scontate le partenze di Asamoah e Lichtsteiner, col ghanese in procinto di accasarsi in Turchia (deve solo scegliere tra le squadra di Istanbul) e lo Swiss Express che con molta probabilità non rinnoverà il suo contratto e sarà libero di scegliersi la meta che più gli aggrada. Se a sinistra dovremmo essere coperti grazie al graditissimo ritorno di Leonardo Spinazzola, la questione terzino destro resta un'incognita bella e buona. Andranno valutati vari prospetti in grado di ricoprire quel ruolo, che anche quest'anno non pare girare alla perfezione e potrebbe rappresentare il tallone d'Achille della squadra.

A centrocampo ci saranno da valutare le idee dell'eventuale nuovo tecnico, che forse coinciderà con l'arrivederci di pedine importanti. Khedira potrebbe sposare il progetto USA, mentre Marchisio, che ama profondamente la Juve sin dall'infanzia, starebbe iniziando ad ipotizzare un futuro lontano da Torino, anche a causa del suo scarso impiego. Sostituire calciatori di tale spessore non è affatto facile e rappresenterebbe un'enorme sfida per il duo di mercato bianconero, che nel frattempo continua a tallonare Emre Can e Goretzka, entrambi in scadenza di contratto ed entrambi, allo stesso modo, totalmente da Juventus.

Delicatissimo il discorso riguardante il reparto avanzato, nel quale potrebbe registrarsi qualche uscita sanguinosa per il popolo bianconero, di cui orgogliosamente faccio parte. Nervosismo, malumore e calo psico-fisico improvviso potrebbero essere avvisaglie di una voglia di proseguire altrove la propria carriera: è ciò che si sta riscontrando in Dybala, il quale, forte del suo stellare talento, potrebbe ambire a calcare palcoscenici esteri, con le spagnole pronte a svenarsi per portarsi a casa una Joya. L'arrivo fulmineo di Bernardeschi potrebbe significare proprio questo?