La stagione calcistica sta giungendo al termine. Un ultimo valzer per le 20 squadre italiane e poi tutti vacanza. Tranne per quelli che dovranno disputare gli europei. La stagione che stiamo salutando è stata ancora depravata da una componente fondamentale per questo sport: i tifosi. Ormai è da marzo 2020 che vediamo le gradinate dei vari stadi sparsi per la penisola svuotate dall'energia euforizzante di questo sport. 

La finale di Coppa Italia non sarà una semplice partita, ma diventerà un simbolo di ripartenza. Non solo sportiva. Sugli spalti 4500 tifosi, molti dei quali arrivati da Bergamo e Torino, animeranno il Mapei stadium di Reggio Emilia. Questo significa quattromila tifosi in trasferta, bar ristoranti a pieno regime, spostamenti in autostrada, soste negli autogrill: normalità.
Inoltre è una prova generale in vista dei prossimi campionati europei che si disputeranno in giugno allo Stadio Olimpico di Roma, scelto per ospitare il girone A, quello italiano e un incontro dei quarti di finale.

Di fronte, una contro l'altra, si sfideranno l'Atalanta e la Juventus. La squadra nerazzurra vuole la cogliere i frutti di un percorso meraviglioso di questi anni, mettendo in bacheca il secondo trofeo della sua storia, dopo la Coppa Italia del 1963, per togliersi quell'etichetta di Cenerentola. Gli uomini di Gasperini vogliono riprovare a battere la compagine di Pirlo, dopo averla già battuta il 18 aprile con gol di Malinowski, e mettendo a serio pericolo la qualificazione dei bianconeri. Poi ci sarà, domenica sera, una sfida fondamentale con il Milan, per consolidare il secondo posto dietro l'Inter di Conte, e di urlare al mondo intero lo status di grande club nel nostro torneo.

La Juve, invece, si gioca tutto nell'arco di 5 giorni. Stasera ci sarà la prima tappa. Cinque come le giornate di Milano, avvenute tra il 18 e 22 Marzo del 1848, fondamentali per la conquista della libertà e dell'indipendenza del popolo italiano. Nonostante le varie battaglie perse, l'Armata zebrata è ancora in lotta per la conquista degli obiettivo minimo: un quarto posso che all'inizio della stagione non sorvolava il pensiero di società, giocatore, allenatore e tifosi. Sicuramente la vittoria della seconda coppa nazionale, dopo la Supercoppa vinta sempre Mapei stadium, ma ai danni del Napoli, porterebbe e ricaricherebbe le pile dell'entusiasmo in vista della sfida, non scontata, di domenica Bologna. Inoltre c'è da contare l'aspetto economico, che in questo periodo ricopre l'aspetto più determinante, dove anche un paio di milioni possono spostare l'ago della bilancia. 

E poi c'è da regalare l'ultimo trofeo al condottiero Buffon, colui che ci ha sempre messo la faccia e che ha rimesso in riga la squadra nei momenti più difficili dell'ultimo ventennio bianconero. C'è una statistica che fa riflettere: in 11 gare con Gigi la Juve non ha mai visto la parola sconfitta, sperando che non venga macchiata proprio stasera, dove il portierone di Carrara difenderà per l'ultima volta la squadra che lo ha fatto grande e che lui ha mantenuto nell'olimpo dei grandi club. Stessa sorte potrebbe toccare anche a Chiellini, anche se il difensore non ha ancora annunciato in modo ufficiale il suo futuro. 

Nell'arco di 70 km gli uomini di Pirlo si giocano il presente e il futuro della società, dell'allenatore e di tante protagonisti nel rettangolo verde. La coppia titolare sarà molto probabilmente CR7-Dybala, che proveranno a dare una Joya allenatore che proprio oggi compie 42 anni.
90 minuti tante sentenze, ma con una speranza di ritornare ad un calcio colorato dall'amore dei tifosi. 

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