È arrivato il fatidico giorno.
Questa sera conosceremo nome della vincente di questo torneo che già riservato innumerevoli sorprese, dopo il grande spavento preso con Eriksen. Un torneo che ha visto uscire a sorpresa Francia e Portogallo, il Belgio, prima nel ranking UEFA da diverso tempo, uscire per merito nostro ai quarti di finale. Poi c'è stata Danimarca di Schmeichel e Kjær, colonne portanti di una squadra che ha offerta un buon calcio, con l'aggiunta del talento e spavalderia di Dolberg e Damsgaard, che ha continuato sull'onda delle prestazioni in blucerchiato con la Sampdoria. Anche la Repubblica Ceca trascinata da Schick, attuale capocannoniere con CR7, ha raggiunto in traguardo di tutto rispetto, eliminata ai quarti dai danesi.

Tabù Europeo 
Tutti ti ricordiamo i 4 successi mondiali, sono una di quelle cose che impari e non ti scordi più, come andare in bici, il padre nostro, allacciarsi le scarpe; ma se riguarda la competizione riguardante il vecchio continente certi tendono ad avere una falla. Correva l'anno 1968 e in Europa soffiava il vento della contestazione studentesca. L'Italia viveva gli anni del boom economico, che sarebbero però sfociati un decennio dopo nel periodo più grigio e sanguinoso della nostra storia del dopoguerra: gli anni di piombo.
Eppure a distanza di anni rincorre un'analogia: quell'Italia si presentò dopo la cocente eliminazione i mondiali 1966 per opera della Corea. Oggi cerchiamo la gloria dopo non esserci nemmeno qualificati lo scorso mondiali, per colpa della Svezia e di una (S)Ventura in panchina. Quella nazionale pullulava di campioni, da Mazzola e Rivera fino ad arrivare a Riva, Facchetti, Zoff, Anastasi. Quell' europeo verrà per sempre ricordato perché la dea bendata ci sorrise: infatti nella semifinale contro l'Unione Sovietica, l'Italia passo grazie il sorteggio, con una monetina fortunata che ti sorride. Tuttavia nella finale gli azzurri battere la Jugoslavia, grazie alla doppietta di Pietruzzo Anastasi.

Sicuramente la nazionale contemporanea deficita di talenti assoluti come in quel tempo, anche se dobbiamo ricordarci che abbiamo dei gioielli in vetrina di ottima fattura: Donnarumma, la coppia di centrali bianconera, Jorginho campione d'Europa, Verratti e quelli Immobile, che solo l'anno scorso portava in cielo la Scarpa d'oro conquistata davanti a molti sacri come Lewandowski e Messi.

"Follia e spregiudicatezza" il mantra ripetuto da Roberta Mancini e Giorgio Chiellini, per incoronare un sogno, per conquistare Wembley e per ricordare gli inglesi che nel calcio, quando contava veramente, le coppe le abbiamo vinte d'olio. Forza azzurri.

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