Avviso ai naviganti. Nelle prossime righe non troverete un'analisi tecnica su un talento limpido, ma tanti motivi per cui le cifre richieste dal presidente del Brescia sono iperboliche. Se si cerca la parola “Iperbolico” sul dizionario  si legge: “che eccede notevolmente quanto è imposto dal buon senso o dalle possibilità”. Mai vocabolo può essere così azzeccato. 
Fatta questa premessa, e chiarito il contenuto del termine, sembra doveroso analizzare i movimenti sul calciatore del Brescia. 

Tonali è uno di quei giocatori che fatichi a non associare a campioni attuali o del passato. Un po’ Pirlo, un po’ Gattuso, magari Verratti. Tutto errato. Tonali è un calciatore che più moderno non si può. Ha fisico e piedi, testa alta e gioco verticale. Provate inoltre a chiedere ad un allenatore perché piace un profilo come lui alla sua età. Vi racconterà che un bravo mister plasma il talento, e uno come Tonali può diventare regista, mezzala, incontrista, suggeritore, incursore. L’asta che si è scatenata è scontata, ma le cifre sono forse irrazionali. Cellino ha in mano un diamante, ed è giusto che lo valuti a suo piacimento. Fra il dire e il fare però c’è la storia, quella recente, che rende il no di Cellino a 60 milioni e le sue parole sul calcio del futuro un po’ contraddittorie. Il presidente del Brescia non si è infatti nascosto durante il lockdown. Ha parlato di uno sport a rischio collasso, di “sconti ai broadcaster televisivi”, o ancora di “richieste allo stato su tagli Irpef” per dare gli stipendi lordi ai calciatori, o ancora di allungare i contratti in automatico di un anno. Poco più tardi chiese pubblicamente a Gravina di controllare meglio i conti delle società per capire meglio le difficoltà dei presidenti, attaccando le big pronte a giocare solo per i soldi. Una serie di dichiarazioni, per farla breve, indotte dal timore per le casse dei club e mirate a sostenere le società in un momento in cui il tanto ricco calcio si è scoperto fragile. Una richiesta di aiuto come tante, che però si scontra con le valutazioni fatte per Tonali. Un controsenso basato su un ragionamento sbilanciato: chiediamo gli aiuti e riportiamo il calcio su basi sostenibili, alcuni vogliono ripartire solo pensando ai soldi, ma se il calciatore lo vendo io, il prezzo lo faccio io, e a farsi friggere le critiche se la mia richiesta è altissima. Contraddizioni basate sulla necessità, e questa è l’unica giustificazione che diamo a Cellino, pronto con una sola trattativa a impostare serenamente le prossime stagioni. Tutto lecito da questo punto di vista, ma predicare bene e razzolare male non depone a favore del presidente, in special modo quando sai che Tonali andrà via al cento per cento. Impossibile per il Brescia trattenerlo ancora, soprattutto se non si riuscisse a preservare la Serie A. Ancor più assurdo non accontentare un ragazzo che al contrario di Balotelli, bersagliato e già scaricato da Cellino, ha chinato il capo e giocato, fra poche parole, tanti fatti, e nessuna richiesta strampalata.
Presidente, accontenti il calciatore, gli faccia scegliere un club e non pretenda la luna ma una sana e corretta valutazione. Avrà lo stesso la fila, avrà la stima di tanti calciatori e la riconoscenza di Tonali, avrà una buona occasione per confermare che tante dichiarazioni, condivisibili o meno, troveranno ancora più valore nei fatti.