Se Pirlo accetta avrà i suoi buoni motivi e se Agnelli lo sceglie ha tutte le buone ragioni del mondo, ho pensato nel fine settimana che ha decretato la fine del rapporto con Sarri. Non l'ho fatto per auto convinzione elevata al quadrato, perché in fondo avevo già scritto circa due mesi fa che Agnelli avrebbe scelto la juventinitá e nient'altro. Proprio per questo motivo però i primi rumors di mercato mi hanno stordito. Al netto di una difesa che non ha problemi di singoli ma di concetti derivati da una gestione Sarri altalenante, ho accolto favorevolmente come tanti lo svecchiamento e le cessioni in mediana. Fuori Matuidi, alla porta Khedira, che nelle idee di calcio di Allegri facevano da diga per avere qualità in avanti e che adesso hanno esaurito benzina e fanno parte di idee che non dovrebbero appartenere a Pirlo. Dentro già Kulusevski e Arthur, che con Bentancur daranno verticalità e rapidità. Bene verrebbe da pensare, ma il resto?

I nomi non creano i consueti sogni di mezza estate, che da Ronaldo a De Ligt hanno riempito la pancia e la bocca dei tifosi bianconeri negli ultimi due anni. Dico questo perché chiunque abbia giocato a buoni livelli in un sport di squadra, o come nel mio caso allena una squadra anche se di un altro sport, ha in testa un concetto basilare. Nelle squadre serve la qualità, è fondamentale avere quegli uomini che nel momento difficile accendono la luce e trasformano i compagni in pedine insostituibili. Un po' come accaduto ieri con l'ingresso di Mbappe, un po' come faceva Pirlo nel 2005, tanto, tantissimo quello che ci ha fatto vedere Dybala quest'anno nei momenti delicati. Ecco, l'analisi parte proprio dal talento del 10 argentino. È stato l'unico ad accendere la scintilla nel gioco di Sarri, il solo in grado di lavorare il pallone fra le linee intasate, e lo ha fatto negli scontri determinanti con l'Inter blindata dietro, nel post lockdown, perfino in Coppa contro l'Udinese, in una gara in cui fece brillare Higuain a suon di scambi veloci. Dybala gioca a 100 all'ora e pensa ancora più velocemente, così come faceva in un ruolo diverso quello che ora sarà, si spera, il suo nuovo allenatore. Indispensabile verrebbe da dire, così come sarà fondamentale avere il 9 che mette paura alle difese avversarie.

I candidati alla sostituzione di Higuain non sembrano adatti. Morata sa di minestra riscaldata. Chi lo ha visto dal vivo sa quanta qualità ha questo calciatore, rapido, verticale, sempre in partita, ma mai cattivo sotto porta, e sopratutto non un bomber di razza alla Lukaku per intenderci. Dzeko ha tutta la qualità del mondo, ma anche lui non è bomber da 30 gol e la carta d'identità non lo favorisce, mentre Jimenez piace e tanto ma sarebbe una mezza scommessa, e Zapata costa troppo, rendendo di fatto Milik il favorito. E non sarebbe certo una prima scelta. A questo punto sacrificare Dybala diventa ancora più un rischio non calcolato, perché la Juve privandosene dovrebbe smontare tutto per avere qualità o trovare esterni che spingono forte, e sul mercato la merce è rarissima, figuriamoci se si cerca nella sezione saldi. E intanto i giorni trascorrono tra critiche e una linea che non sembra chiara. Liberarsi dei giocatori in esubero non sembra una gita in barca, ma mettere in discussione Dybala ogni anno sembra un errore che l'argentino smonta puntualmente a suon di prestazioni attirando critiche sul club. Ecco perché circola qualche voce su un possibile sacrificio di Ronaldo. Possibile? Forse no, ma l'anno zero può portare a scelte drastiche. L'importante è prenderle e andare avanti celermente, perché le inseguitrici mai come quest'anno hanno fiutato le difficoltà bianconere e restano in agguato.