Due finali perse su due, critiche a valanga, nomi per la sostituzione in panchina, ripresa di campionato in salita. Il pollice in giù per Maurizio Sarri si è capovolto in poco meno di un mese. Dalla finale di Coppa Italia persa ai rigori, il tecnico bianconero ha inanellato successi mai in discussione e numeri che lo proiettano già nella storia della Juve. È così, perché nessun esordiente sulla panchina bianconera aveva mai raccolto una percentuale di vittorie cosi alta, neanche Allegri, mai rimpianto da una parte di tifoseria, mai così stranamente ricercato dopo il ko con il Napoli di Gattuso.
Sarri ha saputo incassare e ripartire spazzando via le critiche. Il record di vittorie infatti non è il solo primo obiettivo centrato. Alla guida della Juve è stato il tecnico più veloce a raccogliere 100 successi in Serie A, e se è vero che buona parte sono stati conquistati con il Napoli, è altrettanto giusto sottolineare che dopo Carlo Parola, l’allenatore è stato l’unico a centrare 16 vittorie su 17 incontri casalinghi. Se non bastasse questo a dimostrare la bontà di un lavoro che sul campo ha più volte mostrato limiti ma che nei numeri è schiacciante, c’è un altro dato che risulta molto indicativo. Allegri nelle sue strepitose stagioni in bianconero ha centrato un traguardo di 95 punti in totale nel 2017-18, in cui dovette fare i miracoli per avere la meglio del Napoli di Sarri. In questa prima avventura in bianconero però Maurizio può fare ancora meglio. I 75 punti messi insieme fino ad ora possono diventare 99 se la Juve vincesse tutti i match da qui al termine del campionato. Nell’era dei tre punti sarebbe un bottino ineguagliabile all’esordio su una panchina, e si avvicinerebbe alla magica stagione di Conte che dopo il boom all’esordio fu addirittura capace di sfondare quota 100.
Se non bastassero i numeri a confermare quanto sia positivo il Sarri pensiero applicato al mondo Juve, è arrivato anche il bel gioco a supportare la sua gestione. De Ligt trasformato in un difensore ancora più forte, Bentancur centrocampista totale, Ronaldo e Dybala che si cercano e fanno malissimo alle difese avversarie, oltre a un computo fra reti segnate e incassate nelle ultime gare che rende la Juve la squadra con la miglior difesa e un attacco da più di due gol a partita. La squadra inizia a giocare a due tocchi e a metabolizzare il “Sarriball”, che nel frattempo si trasforma in “Sarriwall” vista le difesa sempre più ermetica e pronta all’assalto Champions. Se è vero infatti che in campionato i bianconeri sono già proiettati al successo grazie ai 7 punti di vantaggio, in Europa c’è da ribaltare la sconfitta con il Lione e tentare di arrivare fino in fondo. E se Sarri ci riuscisse? A quel punto entrerebbe di diritto nella storia della Juve, cancellerebbe le finali perse e sarebbe il più vincente della storia all’esordio. Difficile, certo, ma in una stagione strana che è rinata sotto il segno di una squadra trasformata, non è impossibile.
Intanto Maurizio ha incassato bene sul ring delle facili critiche, parla poco e si gode i numeri e una società che sul mercato segue le sue idee fidandosi di lui. Fra poche settimane però potrebbe già aver vinto uno scudetto e giocarsi l’Europa. Mica male per un tecnico che in molti avrebbero già voluto vedere lontano da Torino. Poco importano le critiche, perché è vero, Sarri non fa nulla per risultare simpatico, poco o niente per avere lo stile Juve, assolutamente zero per entrare nelle grazie dei tifosi.
Il suo obiettivo è vincere. E alla fine alla Juve è l'unica cosa che conta...