Classifica? Non c’è un abisso! L’Inter non ha limiti”. Pensieri e parole di Antonio Conte.
E invece quei limiti sono venuti fuori in maniera così evidente da rendere le parole di cinque giorni fa quasi inutili.
La sua squadra contro il Sassuolo ha mostrato forza e qualità, ma anche fragilità e scarsa concentrazione, ha saputo reagire mentre stava per subire il colpo del ko e poi si è fatta raggiungere per ben due volte. La difesa ha sofferto tremendamente la freschezza di Caputo e gli inserimenti di Berardi, che ha messo in una sorta di imbuto Bastoni allargando le maglie difensive per favorire gli inserimenti di Djuricic e soci. Nel primo tempo l’Inter ha rischiato di capitolare più volte sull’1-0, poi ha ribaltato il risultato ma ha pagato un turnover eccessivo e qualche giocatore troppo leggero contro una squadra che subisce ma sa far male. Il risultato è un distacco già quasi incolmabile per i nerazzurri e un’analisi impietosa.
Conte vince e punta allo scudetto, perde e richiama all’ordine la società. Ha abbandonato la Champions contro un Barcellona schierato con le seconde linee, è uscito in Coppa Italia e un minuto dopo ha parlato di scudetto possibile salvo poi perdere partita e obiettivo ancora una volta. Ora l’allenatore pugliese è un bersaglio per la critica ma il suo modo di comunicare non lo aiuta. Ha voluto giocatori abbondantemente sopra i 30 anni, che a conti fatti non lo hanno aiutato, ha accantonato alcuni elementi in rosa proponendoli sporadicamente con risultati che forzatamente non possono convincere, e ha chiesto anche a gennaio una campagna di rafforzamento molto numerosa e a conti fatti poco utile. Per questo la collezione di dichiarazioni nell’ultima settimana rendono la sua Inter più fragile.
Giorno 20 giugno: non ci poniamo limiti” afferma il tecnico, che il 21 giugno rincara la dose. “Siamo a 6 punti, gli avversari della Juve sono più agguerriti, dobbiamo dare la vita”, affermava sentendo l’odore del sangue bianconero dopo il ko in Coppa Italia. Il 3-3 con il Sassuolo però rimette la sua gestione ai raggi x. Nessuno ha chiesto a Conte lo scudetto, bensì una crescita di mentalità e qualità per puntare al campionato nella prossima stagione. Lui però in più occasioni ha pigiato il piede sull’acceleratore, anche mediaticamente, salvo essere poi smentito dai fatti. Un atteggiamento che non piace alla stampa e neanche ai tifosi, che hanno criticato la scelta di Gagliardini, un turnover eccessivo e l’altalena continua di emozioni fra uno scudetto possibile e qualche risultato cocente.
L’ultima dichiarazione è proprio di ieri, nel post partita. “Restano 11 finali, mi auguro di vincerle tutte”. Se lo augurano anche i supporters nerazzurri stanchi di vedere le avversarie avanti e impauriti da un’Atalanta che fa stropicciare gli occhi.
Conte, un vecchio proverbio dice che chi presto parla poco sa. Non di calcio, lungi da noi pensare questo, ma qualche messaggio ha enfatizzato il concetto di vittoria, e in questo sport, chi non raggiunge gli obiettivi rischia la brutta figura.