Qui gatta ci cova, è un pensiero che mi gira in testa dopo aver "ascoltato" i rumorosi silenzi di Antonio Conte. Anche io ero in silenzio, non scrivevo da un po'. Mi ha smosso l'esigenza, la riflessione sul tecnico dell'Inter, e i due pensieri si sono intrecciati, armando la tastiera e le idee. Torno a farlo perché chi ha sempre qualcosa da dire e un meraviglioso spazio per farlo, non lascia nulla al caso, ci riflette ma qualcosa gli fa bollire il sangue nelle vene, in special modo se queste si nutrono di passioni.
Strano il boato dei silenzi di Conte. È evidente che quando si avvicina il mercato le sue esternazioni siano sempre dirette, i messaggi chiari e mai timorosi di una reazione della società. Lo ha fatto anche quando agli occhi dell'opinione pubblica sembravano quasi fuori luogo, quando le pretese riguardavano calciatori apparentemente lontani per età o funzionalità dal suo modo di pensare calcio. Dovrebbe farlo a questo punto anche adesso che la sua Inter è vicina alla vetta, mai così alla portata. Ancora di più viste le esigenze di una squadra corta in attacco, senza un vice Lukaku, con qualche esterno adattato e alcuni problemi in difesa. Niente di tutto ciò, non una parola sugli incontri con i vertici del club, che in passato grazie alle sue dichiarazioni davano da scrivere alla stampa per settimane e invece adesso sono stato derubricati a normali meeting lavorativi conditi da parole di circostanza.
Conte riflette, ma su cosa? Viene da pensare che abbia preso in mano la situazione dopo aver dimostrato l'inefficienza del colpo Eriksen, o in maniera diametralmente opposta che abbia abbassato la cresta dopo il doloroso tonfo in Europa. E se invece Conte abbia in mano garanzie precise? Magari pedine già scelte e una serie di "si" incassati dai suoi dirigenti. Possibile, e l'addio di Nainggolan, altro arciere che non lesina frecciate pesanti ne è una dimostrazione.
L'idea che mi stuzzica però è un'altra. Le voci su una cessione del club da parte di Zhang sono state fermamente smentite, forse sono solo un modo poco cortese per destabilizzare un ambiente che lotta con merito per lo scudetto, ma vanno tenute in considerazione. Investire nei club italiani in questa fase non è affare semplice, e cercare sempre nuovi fondi o finanziatori per chi gode di un impero è possibile ma allo stesso tempo permette di imbastire nuovi progetti anche altrove. Senza le disponibilità di Zhang però sarebbe difficile per Conte, abituato a vincere, costruire negli anni un ciclo che per un uomo ossessionato dalla vittoria è l'unico obiettivo. Verrebbe quasi da pensare che l'allenatore sia stato informato di progetti e strategie future che potrebbero alimentare le voci di cambi dirigenziali o societari. La verità la conosce solo Antonio Conte, ma siamo certi che i suoi silenzi non dureranno a lungo. Dopo il flop in Europa, ogni traguardo vicino aumenta la sete di successi e produce idee e mezzi per avvicinarlo. Conte però tace e cerca di raggiungere uno scudetto che la sponda nerazzurra di Milano attende con grande ansia. E poi? E poi nessuno lo sa, ma in attesa di questo riempiamo i silenzi con i pensieri, gli interrogativi e la voglia di scrivere. Anche questo è calcio, e anche questa è passione, che cresce nell'attesa di cambiare i punti interrogativi e riempire il seguito di risposte, che con Conte non tarderanno ad arrivare.

Intanto io lo ringrazio, perché sono di nuovo qui a scrivere e arrovellarmi il cervello. Mi capitó prima dell'estate quando scrissi qui che per me era chiaro in anticipo che Pirlo avrebbe guidato la Juve. Era solo una piccola intuizione, forse un colpo di fortuna, ma in attesa del vostro pensiero, io su un ribaltone in società o alla guida tecnica dopo l'estate un po' ci credo. E quei silenzi alimentano curiosità e piccole convinzioni.