Dopo l'incredibile vittoria dei nostri azzurri a San Siro, grazie al giovane fuoriclasse Giacomo Raspadori, che in questi giorni ha completamente rivoluzionato la sua carriera, la squadra nazionale inglese ha raggiunto matematicamente la storica retrocessione in Lega B di Nations League, il torneo biennale tra nazionali europee, che premia la squadra vincitrice con la qualificazione immediata all'Europeo. Mentre si gioisce sulle strade e sui social media italiani della vittoria dei nostri giocatori, si piange e sorgono domande nelle strade inglesi, come per esempio: "La colpa è dei giocatori? Oppure di Southgate?", "L'obiettivo era quello di vincere o era preparare nuove idee per il mondiale imminente in Qatar?", eccetera.

Innanzitutto, c'è da dire che l'Inghilterra, nonostante il mondiale in Qatar nei prossimi mesi, aveva come obiettivo principale quello di vincere ad ogni costo. Questo non solo perché l'Inghilterra, se avesse perso, era in una zona di pericolo retrocessione, rischiando l'ultima partita contro la Germania, o addirittura retrocedere prima del termine dei gironi, come è accaduto; ma anche perché Southgate ha voluto mettere i migliori del suo organico contro l'Italia, suggerendoci che questo modulo con questi giocatori sarà la tattica principale dell'Inghilterra nei mondiali in Qatar. Attacco a tre con Sterling, Harry Kane e Phil Foden potrebbe essere il tridente fisso della squadra di Southgate anche nel girone B del Mondiale, contro l'Iran, il Galles e gli Stati Uniti. Anche se era una specie di "amichevole" quella contro l'Italia, sotto il punto di vista di preparazione per il prossimo torneo intercontinentale, l'Inghilterra voleva mostrare i denti in anticipo, a quanto pare non riuscendoci.

Arriviamo quindi a un'altra domanda che potrebbe sorgere, ossia "L'Inghilterra meritava la sconfitta?". La risposta è presto detta: sì, e per un solo motivo. L'Italia risale da una mancata qualificazione al mondiale e da una paritta persa per 5-2 contro la Germania in Nations League. L'Inghilterra dal canto suo, che esordisce a San Siro con zero vittorie in cinque partite in Nations League (l'ultima partita vinta in Europa risale a 10 mesi fa contro San Marino), era costretta a non fare più passi falsi. Quindi, tutte e due le squadre erano in una zona di pericolo, con storici non positivi, ma l'Inghilterra aveva il vantaggio sul campo a bocce ferme. Contando i soldi che giravano sulle teste dei giocatori in campo quella sera a Milano, non avrei, almeno io, pronosticato una vittoria da parte dell'Italia, frammentata dalla mancanza di giocatori di rilievo come Ciro Immobile e Sandro Tonali, solo per citarne qualcuno.

Parlando della partita, invece, gran bel gioco da parte dell'Italia, quasi strano da vedere, dopo le ultime apparizioni della nostra nazionale in campo, ricordando sempre la partita persa a 'Gladbach. Non cambia la tattica, ma i giocatori: nuove promesse che fanno gol accompagnate da veterani della difesa a 3 che, nonostante l'età magari esagerata, fa sempre felice vederlo funzionare come quello storico tridente difensivo composto da Bonucci, Barzagli e Chiellini. Partita equilibrata, quando l'aggettivo "equilibrato" per la squadra inglese non era concesso.

Saltando alle conclusioni, voglio rispondere a un'ultima domanda: "E' veramente Gareth Southgate il problema? Se sì, si può fare qualcosa prima dei Mondiali in Qatar?" Rimango ancora perplesso dalla scelta dei cambi dell'allenatore inglese. Nessuno dei due subentrati, Walker e Grealish, è servito per risolvere il punteggio e non ha voluto inserirne di nuovi. L'unica idea che potrebbe sorgere è che voleva preservare i sostituti per non scaldarli, rischiando di perderli prima della partenza verso Doha, ma più vedo la panchina inglese, più mi convinco che non sarebbe cambiano in nessuno modo il risultato per l'Inghilterra, nonostante l'intenso possesso palla degli inglesi dopo il vantaggio degli azzurri. Indubbiamente, il primo che si prende, e si deve prendere, le cole è sempre l'allenatore, ma qui voglio passare sopra e fare meno critiche a Southgate, mentre più applausi a Mancini, che ha gestito una partita difficile, nonostante il rimpianto della non qualificazione a Qatar.

Concludo dicendo che non capisco il perché l'Italia si rende conto di essere in pericolo solo quando ha l'acqua fino al collo. Il dolore delle partite perse contro Macedonia e Germania rimane, ma ogni volta che si vince una partita, si deve sorridere. Nonostante anche quest'anno vedremo i Mondiali per televisione, la Nations League continua,e si sa che finché il pedone può andare avanti, trasformalo in regina. Ci aspetta l'Ungheria. Non sarà facile, ma abbiamo molte possibilità di crederci.