E' finito il secondo giro di boa dei gironi delle coppe europee, a cui mancano due partite sul tabellone. Dopo parecchi risultati felici e infelici anche per le italiane, è impossibile non parlare di quei maledetti 90 minuti dell'11 Novembre 2022 nella città di Haifa.
Andiamo ad analizzare la storia di una squadra che non prendeva tre punti in una partita di Champions League dopo la maledizione durata ben 20 anni. Chi è il Maccabi Haifa?

Il Moadon Kaduregel Maccabi Haifa, letteralmente il Club Sportivo Vittorioso di Haifa dall'ebraico, fondato nel 1913, detiene ben 14 campionati nazionali, il posto di seconda squadra più vincente in Israele dopo il Maccabi Tel Aviv, 6 coppe nazionali, posizionandosi solamente quarta nell'albo d'oro della competizione, e 4 tornei della Coppa Toto, ossia un'unica partita disputata tra la vincente della massima serie e la vincente della "Serie B israeliana". E' quasi sempre stato un club all'ombra degli altri team israeliani, principalmente il Maccabi Tel Aviv, ma anche dei rivali concittadini dell'Hapoel Haifa. Solo negli ultimi anni hanno iniziato ad essere più presenti sia in patria, sia nel panorama internazionale.

La prima vera apparizione del Maccabi Haifa in Europa arriva nel 1993/1994 dove competé nella Coppa delle Coppe, il torneo dove si incontravano tutte le vincitrici delle coppe nazionali. Proprio in questo torneo arriva lo storico piazzamento ai quarti di finale nel 1998/1999, dove ironicamente batterà al primo turno una squadra che venti anni dopo avrebbe dominato la Francia, ossia il Paris Saint Germain. Con l'avvento del nuovo millennio, i Verdi di Haifa balleranno tra la Coppa UEFA, la neonata Europa e Conference League, e parteciperà tre volte, contando quella odierna, nella massima competizione europea. La prima nel 2002, la più importante per il club, siccome è riuscito a guadagnare ben 7 punti, battendo squadre del calibro dell'Olympiakos Pireo e Manchester United, quest'ultima umiliandola 3-0 sotto gli occhi dei tifosi in casa. Purtroppo la qualificazione arriva ad un soffio, raggiungendo comunque un terzo posto per la prima storica partecipazione. Arriverà anche un'altra presenza in Champions nel 2009, ma è completamente da dimenticare: zero punti e zero gol fatti all'attivo. 

I Verdi arrivano da una stagione, quella del 2021/2022, dove avevano raggiunto i gironi della prima edizione di Conference League, assieme alla runner-up del torneo, ossia il Feyenoord, Slavia Praha e Union Berlino. Dopo il raggiungimento del quarto posto a 4 punti, deve essere nato qualcosa nell'idea di squadra. Riconfermandosi campioni di Israele, tornano nei preliminari di Champions, dove l'anno scorso erano stati sorpresi dai kazaki del Kairat Almaty al primo turno, vincendo contro una vecchia conoscenza, l'Olympiakos Pireo, contro l'Apollon Limassol e sorprendentemente contro il Crvena Zvezda, Stella Rossa di Belgrado in italiano, per un complessivo di 5-4. La chiave di tutto questo? Una è sicuramente l'allenatore, l'israeliano Barak Bakhar, che nonostante i risultati non soddisfacenti nel panorama europeo, ha sempre creduto nel suo undici; mentre l'altra prende il nome di Frantdzy Pierrot, giocatore haitiano che proviene dal Guingamp, squadra di Ligue 2 francese, che mostrerà il suo vero volto durante i preliminari di Champions League, facendo tremare i rossobianchi di Pireo e quelli di Belgrado.

Arriviamo a quel fatidico giorno per la vecchia signora di Torino: l'11 Novembre 2022. Ad Haifa, circa 30000 spettatori si affacciano allo stadio Sammy Ofer della squadra israeliana per assistere a una partita che nessuno, e ripeto nessuno, avrebbe pronosticato con un risultato simile, specialmente dopo l'assedio di Torino per 3-1. Barak Bakhar, i suoi uomini, tra cui Omer Atzili, centrocampista che realizzò la doppietta contro Szczęsny; i tifosi dei Verdi di Haifa e tutta la popolazione israeliana davanti allo stadio o alla tv ringraziano la Juventus e la riportano a casa senza neanche fare le valigie. C'è poco da fare i giri di parole: quello che è accaduto era il peggior scenario per tutti gli italiani. Oltre al danno, se vogliamo parlare di beffa, il Maccabi Haifa si trovava in un periodo non sereno. Se guardiamo la forma delle ultime partite, nonostante la solidità in alto alla classifica in campionato, aveva solo una vittoria nelle ultime cinque partite. Questo per dire che la Juventus non aveva alcuna scusa, e ora ne sta pagando le conseguenze. 

Dragan Stojković, ex giocatore dell'Hellas Verona, Olympique Marsiglia e Crvena Zvezda, ha citato la possibilità di rialzo della Juventus grazie a un giocatore che conosce molto bene: Sergey Milinković-Savić. Ma qui mi fermo: è possibile riguadagnare le forze grazie a lui e solo lui? La Juventus sta passando uno dei momenti peggiori della storia dopo i nove titoli consecutivi. Purtroppo, se io fossi un dirigente, probabilmente impossibilitato a cambiare le carte in panchina, non penserei di cambiare quelle in campo in un modo radicale. Porterebbe solo più scompiglio e meno intesa tra i giocatori a guida di un allenatore con la testa sulla ghigliottina.

Concludo facendo una domanda: la sconfitta ad Haifa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
A mio avviso, e con tutta la sincerità, devo ammettere che è peggio la situazione. La Juventus, a parer mio, aveva già il bicchiere pieno, e oramai rovesciato sul tavolo con tutti i contratti e i soldi per permettersi un cambiamento sulla poltrona oramai perduti, dopo la sconfitta contro il Monza. Se ci stiamo rendendo conto solo ora del problema a Torino, vuol dire che abbiamo vissuto in una caverna fino a oggi. Alla dirigenza per trovare una chiave al dilemma, ai giocatori di riprendersi e continuare a giocare per la loro passione, e all'allenatore di rimettere le carte coperte e riflettere sul da farsi per la prossima partita, auguro alla Juventus un buon lavoro per i prossimi giorni, i più buii degli ultimi anni.